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20 Aprile 2022
15:21

Morto Hermann Nitsch, l’artista austriaco che utilizzava sangue e animali morti

Hermann Nitsch, artista austriaco famoso per l'utilizzo di sangue e animali morti nelle sue opere, è morto a 83 anni. Nel 2015 si era difeso dalle polemiche dichiarandosi animalista.

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È morto all'età di 83 anni Hermann Nitsch, l'artista austriaco considerato uno dei massimi esponenti dell'Azionismo Viennese. Performer eclettico, controverso e a volte considerato brutale, con le sue opere ha sempre cercato di distruggere tabù, schemi e pregiudizi, suscitando nello spettatore disgusto e ribrezzo.

Le sue performance estreme includevano rituali, nudità, sessualità spinta ed esagerata e persino sacrifici animali. Ben note e pesantemente criticate erano infatti le opere realizzate con sangue, interiora e cadaveri di animali squartati che hanno più volte scatenato polemiche, soprattutto nel mondo animalista.

Mondo animalista di cui si riteneva però fiero partecipante e a cui ha provato più volte a chiarire la propria posizione e gli equivoci scaturiti dal suo lavoro. In una lettera scritta dall'artista nel 2015, inviata dopo le immancabili polemiche e le petizioni che chiedevano l'annullamento di una sua mostra a Palermo, Nitsch ha spiegato che la sua arte è sempre stata mal interpretata e fraintesa, così come l'utilizzo degli animali.

«Io amo gli animali più di tutto! La mia filosofia li rispetta: essi sono parte del mio amore per tutta la natura e per tutto il creato e arricchiscono la mia vita, così come quella di mia moglie» – si legge nel testo integrale inviato all'epoca a la Repubblica – Curiamo gli animali, li proteggiamo, li preserviamo dal dolore e li guidiamo attraverso la gioia della loro esistenza naturale. Abbiamo sei gatti, un cane, una capra, un mulo, moltissimi pavoni, polli e api. Sosteniamo ogni forma di vita e siamo sempre stati ambientalisti».

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Hermann Nitsch nel 2012. Foto da Wikimedia Commons

Hermann Nitsch proseguiva poi spiegando che era sempre stato contrario agli allevamenti intensivi, considerati una delle più «crudeli e peggiori» forme di maltrattamento animale, e soprattutto cercò di chiarire una volta per tutte le motivazioni e l'origine dietro l'utilizzo i sangue, carne e cadaveri di animali: «Tratto col più profondo rispetto la carne e il sangue dei corpi degli animali che vengono uccisi e tagliati a pezzi dagli uomini […] Ho acquistato la carne per le mie azioni nei macelli e gli animali erano già stati macellati. Ciò significa che questi animali erano già stati uccisi a scopo alimentare prima della mia azione. Dopo che impieghiamo la carne per la performance teatrale, la mangiamo: l'animale ucciso viene dunque utilizzato due volte, per l'arte e poi per il nostro nutrimento».

Secondo l'artista viennese l'arte figurativa e quella drammatica non potevano assolutamente fare a meno della crudezza e della morte, da sempre parte della natura umana, della cultura e delle religioni. L'obiettivo di Nitsch era quello di far entrare lo spettatore in contatto con il proprio essere animale più profondo e istintivo, toccando le parti più buie e nascoste nel proprio essere e che sono normalmente represse e oscurate dalla società.

Si riteneva quindi un vero e proprio animalista: «Se ci si confronta realmente col mio lavoro, non si può non riconoscere che voglio il bene degli animali e che provo il più grande rispetto e amore nei loro confronti. Il mio invito e la mia preghiera per gli animalisti è che mi riconoscano come uno di loro e che mi accolgano nel loro circolo. Combattiamo insieme contro il dolore degli animali, per un modo migliore e più giusto!» – concludeva nella sua lettera.

Hermann Nitsch si è spento il 18 aprile in Austria, nell'ospedale di Mistelbach. La notizia della sua morte è arrivata il primo giorno di apertura della Biennale di Venezia, proprio nelle ore in cui veniva inaugurata una sua nuova opera. Ma le sue installazioni perturbanti, talvolta quasi splatter, continueranno certamente a suscitare disgusto, ribrezzo e controversie anche ora che non c'è più.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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