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14 Luglio 2022
15:57

Morto Eugenio Scalfari. Giornalista e scrittore, definì l’uomo «una scimmia pensante»

Eugenio Scalfari è morto giovedì 14 luglio 2022 all'età di 98 anni. Durante la sua lunga e prolifica carriera ha riflettuto sul mondo del giornalismo e sulla condizione dell'essere umano e della sua condizione di «scimmia pensante».

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Eugenio Scalfari
Eugenio Scalfari (Fonte: Wikimedia Commons)

Eugenio Scalfari è morto giovedì 14 luglio 2022 all'età di 98 anni. Il giornalista e scrittore che ha contribuito a plasmare il mondo della carta stampa si è spento nella sua Roma.

Scalfari era nato a Civitavecchia nel 1924 e aveva iniziato a scrivere sin da giovanissimo. Durante la sua lunga carriera ha condotto un'instancabile riflessione su cosa il giornalismo stava diventando, contribuendo in prima persona a questo cambiamento. Lo ha fatto già nel secondo Dopoguerra con "L'Espresso", di cui è stato direttore amministrativo, e ha proseguito poi con il primo quotidiano italiano in formato tabloid: "La Repubblica", da lui fondato nel 1976.

Nell'esercizio della professione giornalistica non amava i «se» e i condizionali, e le tante testimonianze pubblicate in queste ore dai suoi collaboratori lo confermano. Nella vita, al contrario, non disdegnava una riflessione aperta, anche questa frutto di una estrema porosità nei confronti della società che muta e che lo ha portato spesso soprattutto nelle ultime fasi a soffermarsi sul significato della condizione umana.

«Siamo un animale dotato di desideri, una scimmia pensante che si vede vivere, crescere, invecchiare e morire. Questa è la nostra condizione umana. Al tempo stesso una forza e un'infelicità che solo creando diventa felice». Così Scalfari ha raccontato quell'umanità, «creata da Lucifero» descrivendola come una specie ibrida che per lui era a metà strada tra ciò che è naturale e ciò che è diabolico. Un dualismo caro a molti autori del Novecento, i quali nel processo creativo dell'essere umano vedevano un allontanamento dalla natura, un segno distintivo di un'esperienza diversa da quella degli animali.

Se Dio è l'origine della natura e del paradiso terrestre, per Scalfari Lucifero è all'estremo opposto: è l'inventore della trasgressione e della cacciata di Adamo ed Eva, e quindi della Storia. Nell'inizio della parabola umana sulla Terra c'è la sua condanna: «Fino a quando la nostra specie vivrà sul pianeta, la sua natura non può cambiare, è il solo essere vivente che può guardarsi mentre vive e pensarsi mentre pensa», scriveva in "L'amore, la sfida, il destino".

Oggi sappiamo che il rapporto tra l'essere umano e le altre specie è meno sfumato di quello che si ipotizzava fino a pochi decenni fa. Lo ha spiegato il filosofo della scienza Telmo Pievani in una video intervista incentrata proprio su quell'animale chiamato uomo.

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L'uomo non è altro, ma solo uno fra gli altri. E la capacità di autocoscienza appartiene alla «scimmia pensante» così come ai crostacei.

E anzi, il riconoscimento di tutti gli animali come esseri senzienti è stato sancito nel 2007 dal Trattato di Lisbona: «L'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti». E poi confermato in Italia attraverso la riforma che ha introdotto in Costituzione la tutela degli animali e dell'ambiente.

Il fuoco creativo e un ingegno luciferino sono stati considerati per lungo tempo i tratti distintivi dell'essere umano. Ma tradizione e trasmissione culturale sono attestate nelle comunità di scimpanzé, e l'ingegno assume forme diverse a seconda delle specie in cui si manifesta. In questo contesto, l'essere umano non è che un animale tra gli altri.

«Ci sarebbe a questo punto da chiedersi chi siamo noi, ciascuno individualmente considerato e tutti insieme componenti d'una specie», scriveva Scalfari. Lo scrittore, attraverso un processo che gli è caro per rispondere guarda in se stesso, dove trova il narcisismo e l'amore di sé. È questo per il grande giornalista «lo stato naturale della scimmia pensante che noi siamo». E su questo, non possiamo che concordare.

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