Tre colpi di arma da fuoco. Un cane ritrovato a bordo strada grondante di sangue. È morto nella notte tra lunedì e martedì Angelo, il cane di quartiere colpito con un’arma da fuoco e investito a Cisternino, in provincia di Brindisi.
A ritrovare l’animale ancora ferito era stata una donna, che aveva subito lanciato l’allarme. Immediatamente era stato coinvolto il delegato Enpa locale Giancarlo Rizzo il quale, dopo aver contattato la Polizia Locale, ha portato Angelo dal primo veterinario disponibile per provare a salvarlo.
Un tentativo che purtroppo si è rivelato vano. Il cane è morto dopo un giorno per le ferite riportate. L’esame autoptico eseguito subito dopo ha confermato i traumi e soprattutto la presenza di una ferita da arma da fuoco.
L'Amministrazione Comunale di Cisternino, dopo l’episodio, ha pubblicato un comunicato, a firma del Sindaco Lorenzo Perrini e dell’Assessore al benessere animale Roberto Pinto, in cui «condanna fermamente il gravissimo episodio avvenuto lunedì 11 luglio in contrada Sisto relativo al ferimento presumibilmente con arma da fuoco di un cane successivamente investito da un autoveicolo.»
«Al momento – prosegue la nota – sono in corso indagini per accertare le responsabilità dell'episodio conclusosi purtroppo con la morte dell'animale e che segue, peraltro a distanza di poco tempo, ad un altro spiacevole episodio che ha riguardato l'avvelenamento di gatti appartenenti ad una colonia felina di stanza in via Clarizia e recentemente riconosciuta dal Comune.»
Giancarlo Rizzo, il delegato Enpa intervenuto sul posto, ha invece detto basta: «Ho deciso di mollare tutto – spiega a Kodami – ogni volta che facciamo delle denunce queste cadono nel vuoto. Bisognerebbe agire in maniera preventiva, invece ci ritroviamo a dover gestire da volontari situazioni che non ci competono – ha concluso il suo sfogo – la mia è una provocazione. Ripongo ora fiducia nelle istituzioni competenti affinché riescano a trovare delle soluzioni.»
Non è purtroppo la prima volta che ci ritroviamo a raccontare di storie come questa, ad esempio l’episodio avvenuto lo scorso giugno al povero Baldo. Comportamenti da condannare e che ci inducono a una seria riflessione su come vada cambiato l’approccio culturale nel rapporto tra uomo e animale.