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8 Maggio 2023
16:33

Morte di M62. La Procura di Trento indaga per il reato di uccisione di animale

La Procura della Repubblica di Trento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per la morte dell'orso M62, con l'ipotesi di reato di uccisione di animali.

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Nell'attesa dei risultati ufficiali dell'autopsia condotta sul corpo di M62, dall'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, la Procura della Repubblica di Trento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di uccisione di animali.

A dare l'informazione è Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) che, in seguito al ritrovamento del corpo di M62, avvenuto lo scorso 30 aprile, aveva presentato una richiesta di accesso agli atti per verificare che non si trattasse di un evento di bracconaggio. Ipotesi parzialmente smentita dalla Provincia che, in un comunicato, informava della presenza sul corpo dell'orso di alcune ferite date dal combattimento con un altro maschio.

«L’Istituto Zooprofilattico fa sapere di non avere i documenti richiesti in quanto (…) la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sulla vicenda precisando che la documentazione riguardante i referti autoptici costituirà parte integrante del procedimento e che questa, dunque, potrà essere richiesta solo alla chiusura delle indagini», scrive Oipa in una nota.

Anche la Lav ha comunicato di voler verificare quanto accaduto all'animale, in modo da ricostruire con chiarezza la dinamica del decesso. L'associazione ha quindi inviato un'istanza al Presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, chiedendo che il corpo di M62 potesse essere analizzato anche con il coinvolgimento del Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria. 

«Quanto accaduto potrebbe essere una conseguenza diretta del clima di violenza suscitato dalle dichiarazioni pubbliche di Fugatti a seguito della morte di Andrea Papi – ha commentato la Lav – Da quel giorno, infatti, il Presidente trentino, pur di distogliere l’attenzione dalle sue responsabilità, non perde occasione per puntare il dito contro gli orsi chiedendone l’uccisione o la deportazione in massa in altri territori. In questo contesto risulta oggettivamente difficile fidarsi delle comunicazioni ufficiali che giungono dalla Provincia di Trento».

Il corpo di M62 era stato individuato in una zona impervia dei boschi tra Molveno e San Lorenzo Dorsino da parte di alcuni escursionisti, ed era stato riconosciuto grazie alle marche auricolari di cui era munito dal 202o. Si muoveva da tempo nella zona dell'Altopiano della Paganella, a Nord Ovest del capoluogo, ma i suoi movimenti non potevano essere monitorati perché, esattamente come nel caso delll'orsa JJ4, considerata la responsabile della morte di Andrea Papi, il radiocollare non funzionava da mesi.

Eppure sull'orso M62 pendeva un'ordinanza di cattura e abbattimento, perché era stato definito un soggetto problematico in seguito all'avvicinamento ad alcuni centri abitati e per via di alcune predazioni nei pollai della zona. Inoltre, come suo fratello M57, (Catturato e poi trasferito in Ungheria) e sua sorella F43 (morta lo scorso anno durante le operazioni di sostituzione del radio collare) si era mostrato confidente nei confronti degli esseri umani.

Ciò nonostante, non si era mai mostrato aggressivo verso l'uomo e, sebbene l'intenzione di Fugatti fosse quella di abbatterlo, al momento del ritrovamento del corpo, la Provincia non aveva ancora ricevuto il via libera da parte di Ispra.

Nella lista dei 3 orsi considerati pericolosi dalla PAT, appare anche JJ4, che per il momento si trova invece al Casteller insieme a M49, catturato nel 2020. Dopo la morte di M62, in libertà rimane ora solo Mj5, l'orso diciottenne responsabile del ferimento di un uomo in Val di Rabbi, lo scorso mese di marzo. Anche in questo caso, però, la Provincia potrà catturarlo e trasferirlo al Casteller, ma non potrà abbatterlo, perché il Tar he ha sospeso l'ordinanza di uccisione.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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