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29 Giugno 2022
15:06

Morta una Pitbull a Licola: video di combattimenti tra cani diffusi su Whatsapp

Un'altra giovane Pitbull è morta dopo essere stata trovata in gravi condizioni a Licola, nel Napoletano, una zona nota per i combattimenti tra cani. Video di questa pratica viaggiano attraverso i messaggi effimeri su whatsapp.

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pitbull

Un'altra giovane Pitbull è morta nel Napoletano. Aveva cicatrici sul collo, sul muso e sulla schiena. «Si tratta di segni di gravi abusi compatibili sia con il maltrattamento da parte dell'essere umano sia con la pratica del combattimento tra cani». Così Stefania Volpe, presidente dell'associazione Arpad, racconta del ritrovamento di una giovane Pitbull a Licola, località del litorale partenopeo.

Il fenomeno di cani abbandonati nella notte dopo un combattimento finito male si riacutizza con l'arrivo dell'estate, quando i ritrovamenti, e le morti sono più frequenti: «Non sappiamo precisamente dove avvengono gli incontri, sappiamo solo che accadono di notte, nei lidi deserti dove si riuniscono giovani uomini – spiega Volpe – Il giorno dopo immancabilmente troviamo gli animali ma non possiamo documentare l'incontro a causa della paura e della forte omertà».

Anche le nuove tecnologie non aiutano il lavoro dei volontari intenzionati a svelare le responsabilità dietro questo fenomeno criminale: «Video degli incontri arrivano anche a me tramite Whatsapp, ma con messaggi effimeri, quelli che si cancellano dopo essere stati aperti e nei quali riconosciamo appena qualche luogo», svela Volpe.

L'ultima vittima di questa pratica criminale potrebbe essere stata proprio la Pitbull trovato da Salvatore, un giovane della zona mentre passeggiava in tarda mattinata con il suo cane. Le condizioni della Pit sono apparse subito disperate: «Oltre alle ferite vecchie e nuove era piena di vermi e parassiti, le gengive erano bianche e aveva un'emorragia interna», dice Volpe che ha soccorso il cane per prima su segnalazione del giovane.

La Pitbull si è spenta nella notte, dopo aver lottato e aver dato segni di ripresa nel corso della giornata. Alla fine però, non c'è stato nulla da fare: «Alle 5 di mattina le si è fermato il cuore. Non aveva più sangue, e le sue condizioni sono apparse sin da subito disperate. Era impossibile spostarla in una clinica date le sue condizioni, però ha lottato sino all'ultimo: ha mangiato e si è fatta accarezzare fino a quando ha potuto».

La giovane Pitbull senza nome morta nel rifugio dell'Arpad si aggiunge alla lunga lista di cani rinvenuti agli angoli delle strade nella zona di Licola nel periodo estivo. «I combattimenti clandestini non sono l'unica causa di morte, i Pitbull sono cani potenti, e a causa dell'ignoranza collettiva rispetto alle esigenze di questa razza finiscono nelle mani di ragazzi e giovani uomini che li usano come status-symbol, ma che poi non hanno la personalità per gestirli».

Una storia di abuso basata su falsi miti che Kodami ha raccontato in un video insieme all'istruttore cinofilo Luca Spennacchio e alla veterinaria esperta in comportamento, Elena Garoni, entrambi componenti del comitato scientifico di Kodami.

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«Dato che non c'è cultura del microchip, anche se è obbligatorio per legge – continua Volpe – molti si disfano del proprio cane come se fosse un oggetto. Poche settimane fa hanno lanciato oltre il recinto del rifugio una cucciola di Pitbull che nella caduta ha riportato lesioni a una zampa».

Alfa pitbull
La cucciola Alfa

Maltrattamenti, abbandoni, e anche i combattimenti tra cani, sono tutte facce di una vera e propria ossessione culturale nei confronti di questi animali, secondo Volpe: «Il problema è che qui a Licola esiste un commercio di cuccioli di Pitbull molto esteso, e chi viene da noi per adottarli quando sentono che sono castrati o sterilizzati non li vogliono più perché lo scopo è farli adottare e rivenderli poi per appena 50 euro».

Un problema sul quale le associazioni del territorio continuano a chiedere l'aiuto delle istituzioni: «Facciamo quello che possiamo per salvare gli animali, ma ci sentiamo molto soli», conclude Volpe.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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