Gatti e libri. Sono queste le certezze quando si entra nella libreria Acqua Alta, la più nota e bella di Venezia. Qui i gatti girano liberamente tra gli scaffali dei volumi antichi e usati. Entrare nel mondo di Acqua Alta significa varcare la soglia di un altro mondo che non è mare né terra ferma, e che amplifica lo straniamento tipico di arriva per la prima volta nella città lagunare.
Come Alice che segue il Bianconiglio nel racconto di Lewis Carroll, anche chi arriva in libreria ha l'impressione di entrare in una realtà altra e perturbante, dove è possibile pure incontrare lo Stregatto. Mentre si attraversano gli scaffali o si sfogliano le pagine ingiallite dal tempo, infatti, si resta sotto l'occhio attento, e solo apparentemente sonnacchioso, dei gatti di Acqua Alta.
Si tratta dei numerosi felini vivono in libreria e che trascorrono la loro giornata sulle pile di testi vecchi e nuovi, e passeggiando tra i turisti italiani e internazionali. Tra di loro, la più nota e amata era Tigre, morta all'età di 20 anni solo pochi giorni fa. Era lei il volto della libreria fondata nel 2004 dal vicentino Luigi Frizzo.
Tigre però non era la sola, nel corso del tempo le si sono affiancati Cappuccino, che ama dormicchiare nel suo cassetto preferito, il gatto nero Dominique e tanti altri che tengono compagnia a Luigi e ai numerosissimi visitatori. Tigre era arrivata nel 2004, dopo una vita vagabonda, nella libreria appena aperta dal vicentino Luigi, ormai veneziano d'adozione.
Insieme Tigre e Luigi avevano dato un volto inedito alla libreria tra i canali, tanto rientrare stabilmente nelle classifiche delle librerie più belle del mondo. Un fascino al quale non contribuisce solo la location fuori dal comune, ma anche il fascino magico e un po' esoterico dei gatti. Questi animali, più degli altri, hanno ispirato scrittrici e scrittori di ogni epoca. Basti pensare ai gatti più famosi della letteratura: dal gatto demoniaco Behemoth de "Il maestro e Margherita", fino al tenero gatto nero de "La gabbianella e il gatto" scritto da Luis Sepúlveda.
E chissà che anche Tigre e la sua storia di "gatta-libraia" non ispiri un'aspirante scrittore veneziano con la passione per i felini e i libri usati.