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1 Febbraio 2023
15:49

Morta Margrit, la più anziana scimmia in cattività: 60 anni allo zoo di Francoforte

Margrit, considerata la più anziana scimmia in cattività del mondo, è morta venerdì scorso nello zoo di Francoforte, dove viveva da oltre sessant’anni. La femmina di bonobo era stata catturata ancora cucciola nelle foreste del Congo e trasferita, a soli dieci anni, allo zoo tedesco.

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Giornalista
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Chissà se ricordava ancora la foresta del Congo dove era nata più o meno settanta anni fa. Margrit, considerata forse la più anziana scimmia in cattività del mondo, è morta venerdì scorso nello zoo di Francoforte dove viveva da oltre sessant’anni e dove era stata trasferita dallo zoo di Kinshasa a pochi anni di vita. È stato lo stesso zoo a dare la notizia, con il rammarico che si adatta a questo tipo di annunci.

«Margrit era una scimmia con una forte personalità, amichevole, cooperativa e un po’ maliziosa – ha detto il direttore dello zoo Cristina Geiger. – La sua morte ci rattrista e lascia un vuoto, soprattutto nei colleghi che l'hanno curata e accudita per tanti anni. È morta in pochi minuti sotto l'occhio vigile del team di assistenza mentre la femmina più giovane Hannah era seduta al suo fianco. Ha avuto una vita insolitamente lunga ed era popolare e rispettata tra i suoi coetanei. Ora era giunto il momento per lei di andare».

Nata libera in Congo, sessant'anni allo zoo di Francoforte

Certo, la sua esistenza in cattività probabilmente è stata utile per la scienza, e infatti lo scorso anno aveva preso parte a uno studio comportamentale su larga scala del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, come ha sottolineato Ina Hartwig, capo del dipartimento di cultura e scienza dello zoo tedesco. È a Margrit, femmina di bonobo, a cui si deve il primo allevamento di queste specie in cattività grazie ai suoi numerosi figli dispersi attualmente in almeno 17 zoo del pianeta. Ma probabilmente avrebbe preferito continuare a saltare da un ramo all’altro della sua foresta per tutta la sua lunga vita, invece di diventare un appassionante oggetto di studio in un continente a lei sconosciuto, fra odori, sapori e suoni completamente estranei a quelli in mezzo ai quali era nata.

Margrit, ci racconta lo zoo, «è morta serenamente e rapidamente lo scorso venerdì pomeriggio nel suo gruppo nella casa delle grandi scimmie. L'anziana scimmia è stata bene fino alla fine. Solo due giorni prima, le infermiere che la conoscevano avevano notato in lei lievi cambiamenti. Era un po' meno attiva e non mangiava le solite quantità. Non mostrava segni di dolore».

80 i suoi discendenti sparsi per il mondo

Di Margrit, esempio di longevità in cattività suo malgrado, si sottolinea il buon carattere e l’importanza avuta nel tramandare la sua specie, i bonobo, anche in mancanza di libertà. Chiamati anche scimpanzè pigmei o scimpanzè nani, i bonobo, che si distinguono dagli scimpanzè per le gambe relativamente lunghe, le labbra rosa, il viso scuro, il peso leggermente minore e per i ciuffi di peli sulla sommità della testa, come tutte le grandi scimmie, sono in grado di superare il test di riconoscimento allo specchio per la consapevolezza di sé e, assieme agli scimpanzé, sono considerati i più vicini, geneticamente parlando, agli esseri umani.

La Lista Rossa IUCN li classifica come una specie in pericolo: i maggiori, per una popolazione che va da 29.500 a 50.000 individui e si riproduce piuttosto lentamente poiché tra una nascita e l’altra possono passare anche sei anni, sono lo sfruttamento e conseguente distruzione dell'habitat e la caccia per il mercato della bushmeat, il commercio di carne di scimmia che aumentò notevolmente durante la prima e la seconda guerra del Congo. Ma i bonobo vengono anche catturati illegalmente per scopi commerciali, perché ricercati come animali domestici o perché utilizzati per test medici. Margrit, che ha vissuto prigioniera nello zoo di Francoforte per circa sessant’anni, è considerata esempio di longevità in cattività perché di solito i bonobo degli zoo non superano i 40 anni circa. Malgrado la cattività, Margrit ha partorito più e volte, dando inizio ad una vera a proprio discendenza.

«È nata probabilmente nella foresta pluviale del Congo nei primi anni '50 – spiega ancora lo zoo – Nel novembre 1959 venne allo zoo di Francoforte insieme a un'altra femmina bonobo dello zoo di Kinshasa, oggi capitale della Repubblica Democratica del Congo. Ha avuto sette figli. E lo zoo le deve anche il primo allevamento di bonobo al mondo, nato nel 1962. Tre dei suoi figli vivono ancora negli zoo di Wuppertal, Colonia e La Vallée des Singes in Francia. Ha attualmente più di 80 discendenti viventi. Anche pronipoti della quinta generazione, alcuni dei quali vivono ancora a Francoforte».

Probabilmente Margrit sarà una delle ultime scimmie nate libere e morte in cattività. Come sottolinea anche lo zoo tedesco, «il fatto che gli animali nati allo stato selvatico vivano ancora oggi negli zoo è piuttosto un'eccezione. Con l'emanazione della Convenzione di Washington del 1975 sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, il commercio di specie gravemente minacciate è stato vietato. Numerosi programmi di allevamento assicurano che le popolazioni dei giardini zoologici possano essere mantenute a lungo termine e con sufficiente diversità genetica senza importare animali selvatici».

Certamente la sua capacità di empatia, di provare sentimenti e emozioni, non era molto diversa dalle altre centinaia di scimmie, bonobo, scimpanzé o primati in generale, che vivono negli zoo. Scimmie sicuramente meno famose di Margrit che in tanti, in queste ore, stanno salutando attraverso i social. Tra questi anche Frans de Waal, etologo e primatologo olandese, che aveva raccontato a Kodami in un’appassionante intervista la differenza tra bonobo, scimpanzé e umani. De Waal, in un post sulla sua pagina Facebook, la ricorda e la saluta come si fa con gli umani: R.I.P. riposa in pace, Margrit, le ha scritto accompagnando il post ad un bellissimo ritratto del bonobo realizzato da un grande fotografo di scimmie e primati,  Jutta Hof.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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