È morta la regina Elisabetta II, sovrana d’Inghilterra e grande amante degli animali. La regina si è spenta all'età di 96 anni dopo più di 70 anni di regno, il più lungo della storia britannica. La regina si era mostrata in condizioni di salute non ottimali già in occasione del passaggio di consegne tra Boris Johnson e la nuova premier Liz Truss.
Tra le più grandi passioni della regina Elisabetta c'erano proprio gli animali, dai cavalli ai cani, che amava accudire personalmente e per i quali si è sempre spesa anche pubblicamente, promuovendone la tutela e proteggendone l'individualità. Una eredità di grande valore per la sovrana più iconica dell'ultimo secolo che adesso è nelle mani dei suoi eredi: suo figlio il principe Carlo, e i nipoti: William ed Harry.
L'8 settembre una nota ufficiale di Buckingham Palace aveva informato la cittadinanza della salute della regina. Il primo allarme era però arrivato già nel 2021 quando i medici le vietarono di portare a spasso i suoi amati cani Corgi nei giardini della residenza reale per non stancarsi troppo. A questo duro colpo è seguita solo pochi mesi dopo la scomparsa del marito, il principe Filippo, con il quale era spostata dal 1947.
Oggi sappiamo molto della sua vita grazie alla modernità della regina, che si prestò ad aprire le porte della sua casa per un documentario oggi introvabile, e soprattutto all'interesse della stampa scandalistica – che puntualmente ha seguito le diatribe sorte prima con Lady Diana e poi con Meghan Markle. Una curiosità che ha spinto il colosso dello streaming Netflix a produrre "The Crown", una serie già cult che ripercorre la vita della famiglia reale d'Inghilterra a partire dall'infanzia di Elisabetta, quando era ancora molto lontana dalla prospettiva di ricevere la Corona.
Una pagina che tuttavia la serie di Netflix non ha sottolineato è quella del suo rapporto con gli animali d'affezione, gli sceneggiatori hanno infatti preferito privilegiare il racconto della sua passione per i cavalli, lasciando in ombra la storia di Susan e di tutti gli oltre 30 Corgi che hanno condiviso la vita con la regina.
Al suo fianco, da quando aveva 18 anni, c'è infatti la Corgi Susan, arrivata in famiglia come pegno d'affetto della sorella Margareth. Da quel giorno del 1933 è scattato un amore profondo tra la futura regina, salita al trono d'Inghilterra nel 1952, e Susan. Tanto che la cagnolina è diventata la madre di tutte le successive generazioni di Corgi che si sono avvicendate al suo fianco fino a oggi.
Elisabetta era così legata alla sua Susan da decidere di portarla con sé anche nel viaggio di nozze con il principe Filippo, nascondendola sotto alcune coperte nella carrozza reale.
La regina Elisabetta ha reso famoso il Dorgi, razza non riconosciuta ufficialmente frutto dell’incrocio tra un Corgi e un Bassotto. È stata proprio lei infatti ad averne avviato l’allevamento per prima dopo l’incontro amoroso tra la sua Susan e uno dei Bassotti della sorella Margaret. In breve tempo, insieme al Corgi, quella del Dorgi è diventata senza dubbio la sua razza preferita!
Il suo amore per i “Royal Corgis” è così ben noto da essere diventato parte del famoso sketch di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012, realizzato con l’attore Daniel Craig, alias James Bond.
Nello spot si vedono i fedeli Monty, Willow e Holly “scortare” Craig nei panni di 007, e la regina Elisabetta nel ruolo di sé stessa, nei corridoi del palazzo, fino a raggiungere un elicottero. Insomma, con i Corgi sempre al suo fianco la regina è stata "Bond queen" per un giorno.
Nonostante le apparenze i Corgi restano pur sempre dei (piccoli) cani pastore e come tali prendono molto sul serio il loro compito, tanto che lo staff reale mise un cartello "Attenti al cane" nel castello di Balmoral dopo che uno dei Corgi morse il postino.
L’impegno della Corona in favore degli animali non è rimasto circoscritto alle sale di Buckingham Palace. In occasione del suo 67 ° discorso annuale al Parlamento inglese, nel maggio del 2021, la regina ha fatto uno storico discorso a tutela degli animali che ha lasciato un segno profondo.
Durante il suo intervento la regina ha toccato diversi punti importanti come il miglioramento degli standard negli zoo, la messa al bando della pratica del foie gras, e soprattutto il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti”. Un’azione a cui i parlamentari di Boris Johnson hanno dato seguito pochi mesi dopo con una serie di provvedimenti legislativi.
La sovrana si è spesa per «garantire che il Regno Unito abbia e promuova i più alti standard di benessere degli animali», e ha incentivato l'approvazione dell’Animal Welfare Bill, l'atto legislativo con il quale il governo inglese ha introdotto, tra le altre cose, nuovi poteri per contrastare il commercio non etico dei cuccioli; la riduzione del numero di animali domestici per ogni trasporto consentito; e ha stabilito il divieto di tenere i primati come animali domestici.
Misure non scontate per una sovrana d'indole conservatrice ma che non sorprendono chi la conosce bene. Ma la sovrana è stata anche al centro di una inchiesta del Guardian che ha svelato come nella sua tenuta di Sandringham si praticasse la caccia nei confronti di specie protette. Un'ombra mai confermata dalla giustizia, che non può varcare i cancelli reali, e rispetto al quale la regina non ha mai fornito spiegazioni.
È noto ai frequentatori di Buckingham Palace che dietro il suo aspetto placido, la regina Elisabetta custodiva la forza e la testardaggine necessarie per affrontare le numerosi crisi – personali e politiche – del suo lunghissimo regno.