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30 Ottobre 2021
17:56

Monte Grappa, bracconiere spara a una giovane aquila reale. «Abbiamo toccato il fondo»

Nel comprensorio del Monte Grappa è stato ucciso un raro esemplare di Aquila reale. L’animale è stato ritrovato dai volontari della Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli, ed è stato consegnato ai carabinieri forestali di Valdobbiadene (Treviso). Loro lo hanno poi portato all’Istituto zooprofilattico del Veneto. Si tratta dell’unico giovane esemplare presente nel massiccio del Grappa.

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Nel comprensorio del Monte Grappa è stato ucciso un raro esemplare di Aquila reale. L’animale è stato ritrovato dai volontari della Lipu, la Lega italiana per la protezione degli uccelli, ed è stato consegnato ai carabinieri forestali di Valdobbiadene (Treviso). Loro lo hanno poi portato all’Istituto zooprofilattico del Veneto. Si tratta dell’unico giovane esemplare presente nel massiccio del Grappa. «È un atto criminale, un episodio di una gravità inaudita: il bracconaggio si conferma una piaga in Veneto. Ci sono anche responsabilità politiche», tuona il consigliere regionale del Veneto, Andrea Zanoni (Pd).

«Abbiamo davvero toccato il fondo: stiamo parlando di una specie ‘superprotetta’ e per chi la caccia è previsto anche l’arresto da due a otto mesi – aggiunge il consigliere regionale – Faccio un appello agli inquirenti per rintracciare chi ha sparato: spero vengano incrociati i dati dei soggetti che erano in zona, tramite le celle telefoniche e il controllo dei tesserini di caccia, visto che c’è l’obbligo di segnalare l’uscita. Non dovrebbe essere impossibile, si tratta di soci delle Riserve alpine, quindi un numero limitato di soggetti su cui indirizzare le indagini. In uno Stato civile dovrebbero essere applicate pene accessorie come la moratoria di 5 anni della caccia nei comuni dove accadono gravissimi atti di bracconaggio come questo».

«Purtroppo in Veneto abbiamo ancora troppe persone che circolano armate con regolare licenza di caccia e tra queste ci sono anche dei delinquenti – conclude Zanoni – Il bracconaggio è una piaga che andrebbe contrastata con maggior convinzione. Invece c’è sempre meno vigilanza, la Regione ha praticamente smantellato i volontari delle associazioni ambientaliste, preferendo assegnare soldi alle associazioni venatorie per cene mascherate da convegni».

L’Aquila reale in Italia è presente nella catena alpina e appenninica, e sulle montagne di Sicilia e Sardegna. Ci sono circa 500 coppie: 300 sulle Alpi e un centinaio sulla dorsale degli Appennini. In tutta Europa se ne contano circa 3000. È un animale che ama le zone impervie ma vicine ad ampie praterie, che diventano il suo territorio di caccia. Da circa 20 anni in alcune zone del Paese ci sono progetti specifici per il monitoraggio della sua popolazione. Tra questi una buona pratica è frutto di quanto avviato nel 2001 nel Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, nei Parchi naturali Fanes-Sennes-Braies e Vedrette di Ries-Aurina e nel Parco dello Stelvio.

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