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17 Maggio 2022
12:09

Monotremi, i mammiferi che depongono le uova

I monotremi sono un antico ordine di mammiferi che conserva ancora caratteristiche simili ai rettili. Depongono le uova, hanno una cloaca e ne fanno parte solo cinque specie viventi: l'ornitorinco e le echidne.

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I monotremi sono un ordine di mammiferi molto antico che mostrano ancora un certo numero di caratteristiche rettiliane. Sono l'ordine attualmente vivente più antico in assoluto nonché gli unici rappresentanti della sottoclasse dei prototeri, che assieme ai marsupiali e ai placentati formano i tre gruppi principali dei mammiferi di oggi. Appartengono ai monotremi l'ornitorinco e le echidne, mammiferi che depongono ancora le uova proprio come fanno la maggior parte dei rettili e gli uccelli, ma che comunque allattano i loro piccoli proprio come tutti gli altri membri della classe Mammalia.

Il nome latino dell'ordine, Monotremata, deriva dalle parole greche monós, "unico" o "solo" e trêma, che vuol dire "buco" e si riferisce alla presenza della cloaca, altra caratteristica "primitiva" dell'intero gruppo. Attualmente l'ordine comprende solo cinque specie viventi suddivise in due famiglie: l'ornitorinco, famiglia Ornithorhynchidae, e quattro specie di echidna, famiglia Tachyglossidae. Sebbene questi animali vengano spesso considerati "primitivi" ciò non significa che abbiano smesso di evolversi rispetto ai loro antenati ma che semplicemente, a differenza di altri mammiferi, non hanno mai smesso di fare le uova e hanno conservando alcune caratteristiche ancestrali.

Caratteristiche dei monotremi

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L’ornitorinco vive esclusivamente in Australia orientale

Tutti i monotremi attualmente viventi si trovano esclusivamente in Australia e Nuova Guinea, dove anche grazie all'isolamento geografico sono riusciti a sopravvivere fino oggi evitando la competizioni con mammiferi più "moderni". Come tutti gli altri mammiferi anche i monotremi sono animali endotermici, cioè a sangue caldo, hanno il corpo ricoperto da peli, producono latte attraverso le ghiandole mammarie, hanno un solo osso nella mascella inferiore e i tre ossicini all'interno dell'orecchio medio.

Possiedono però numerose altre caratteristiche esclusive che li avvicinano maggiormente a gruppi più antichi e simili ai rettili. Come questi ultimi hanno infatti una cloaca, un'unica apertura da cui fuoriescono i gameti, l'urina e le feci, depongo le uova e possiedono una struttura del cervello più simile a loro che agli altri mammiferi. Inoltre sebbene allattino i loro piccoli, non hanno capezzoli, ma ghiandole mammarie che producono latte direttamente dalla pelle.

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Dettaglio dello sperone velenoso di un ornitorinco maschio

Tutte le specie attualmente viventi non hanno denti, ma un muso e una bocca specializzati che nell'ornitorinco ricorda molto il becco di un'anatra, mentre nelle echide a un becco tubolare da formichiere, perfettamente adattato a cacciare soprattutto formiche e termiti. La perdita dei denti potrebbe essere correlata allo sviluppo della capacità di percepire i campi elettrici col becco, altra caratteristica comune ai monotremi.

Anche gli arti e le zampe, così come l'andatura, ricorda più i rettili che i mammiferi moderni e per di più sia echide che ornitorinchi maschi possiedo uno sperone appuntito sugli arti posteriori. Nell'ornitorinco serve a iniettare un veleno utilizzato soprattutto a scopo difensivo, mentre nelle echidne questo non accade ed probabilmente un organo vestigiale che ha perduto durante l'evoluzione la sua funzione originale.

Tutti i monotremi attualmente viventi

Sebbene ci siano prove fossili che testimoniano che un tempo i monotremi fossero molto più diffusi, attualmente ne sopravvivono appena cinque specie, tutte localizzate esclusivamente in Australia e Nuova Guinea. La ristrettezza del loro areale, unita all'impatto delle attività umane e alle competizione con altri animali introdotti dall'uomo, rende perciò estremamente minacciate di estinzione buona parte di queste specie. Scopriamo quindi un po' più da vicino quali sono e come vivono gli ultimi monotremi del Pianeta.

L'ornitorinco

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Un ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus)

L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus) è uno degli animali più strani al mondo e, a vederlo la prima volta, sembra quasi un collage composto da tanti pezzettini diversi. E in effetti fu proprio questo che pensarono i naturalisti europei quando incontrarono un esemplare per la prima volta. Addirittura, i primi scienziati che ne esaminarono il corpo, pensarono fosse un falso o uno scherzo fatto da qualcuno che aveva cucito insieme i resti di animali diversi.

Vive esclusivamente nell'Australia orientale, compresa la Tasmania, ha abitudini acquatiche e il suo nome deriva dai due termini greci òrnis (che significa uccello) e rhýnchos (che significa muso). Oltre a essere un mammifero oviparo e anche uno dei pochi velenosi. Si nutre di vermi, larve di insetti, gamberetti d'acqua dolce e altri invertebrati, che scova e cattura sul fondo dei fiumi grazie al suo becco da anatra. Anche se protetto non è fortunatamente minacciato di estinzione ed uno dei simboli australiani più iconici e conosciuti al mondo.

L'echidna istrice

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Un’echidna istrice (Tachyglossus aculeatus), la specie più diffusa e meno minacciata

L'echidna istrice o dal becco corto (Tachyglossus aculeatus) vive in buona parte dell'Australia e in piccole aree della Nuova Guinea. È la specie di echidna più comune e diffusa ed per lo più un animale solitario oltre che è un potente scavatore: utilizza infatti i sui artigli per scavare le tane o cercare le prede. Si ciba principalmente di formiche e termiti e la sua lunga lingua è davvero velocissima: riesce a uscire e entrare dalla bocca fino a 100 volte al minuto.

Dato che deve poter sopravvivere sottoterra riesce a sopportare anche bassi livelli di ossigeno e alti livelli di anidride carbonica e i suoi aculei, simili a quelli di un riccio o un istrice, servono a scoraggiare i predatori e a camuffarsi con l'ambiente circostante. L'echidna è una specie molto importante per l'ecosistema australiano, poiché grazie all'attività di scavo consente una maggiore ossigenazione e movimentazione del terreno. Non è minacciata di estinzione, ma le attività umane come la caccia, la distruzione dell'habitat e l'introduzione di specie aliene stanno riducendo il suo areale.

L'echidna dal becco lungo di Sir David

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Una vecchia foto di echidna dal becco lungo occidentale, specie simile a quella di Sir David (Zaglossus attenboroughi) di cui non esistono foto

L'echidna dal becco lungo di Sir David (Zaglossus attenboroughi) prende il suo nome dal noto naturalista e documentarista britannico David Attenborough. È il monotremo più raro e minacciato di tutti e vive esclusivamente tra i Monti Ciclopi, vicino alle città di Sentani e Jayapura nella provincia indonesiana di Papua. È stata descritta come specie a parte solamente nel 1998, quando ci fu una revisione tassonomica del genere Zaglossus.

Questa specie è nota esclusivamente per un solo esemplare raccolto nel 1961, da allora più nessuno ha ufficialmente incontrato questo animali. Si pensava perciò fosse ormai estinta, ma tracce della sua presenza e testimonianze delle popolazioni locale fanno pensare che ci sia ancora una piccolissima popolazione vitale. La specie è minacciata soprattutto dalla caccia e dalla perdita dell'habitat e oltre a essere stata inserita tra le prime 10 "specie prioritarie" del progetto Evolutionarily Distinct and Globally Endangered (EDGE) è anche tra le 25 specie perdute più ricercate dal progetto Search for Lost Species della Global Wildlife Conservation.

L'echidna dal becco lungo orientale

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Un modello di echidna dal becco lungo orientale o di Barton (Zaglossus bartoni) esposto al MUSE di Trento

L'echidna dal becco lungo orientale o di Barton (Zaglossus bartoni) si trova invece nelle zone d'alta quota della parte orientale della Nuova Guinea, tra i 2.000 e 3.000 metri di quota. Ha abitudini e stile di vita molto simili alle altre echidne, da cui si riconosce per la presenza di cinque artigli sulle zampe anteriori e quattro sulle quelle posteriori. La deforestazione è uno dei fattori principali che sta portando al declino di questa specie, ma anche la caccia a scopo alimentare e la predazione da parte dei cani contribuiscono in maniera forte.

Per questi motivi, sebbene sia la specie meno minacciata del genere Zaglossus, la IUCN l'ha comunque inserita nella categoria Vulnerabile della sua Lista Rossa IUCN delle specie in via di estinzione.

L'echidna dal becco lungo occidentale

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Un esemplare di echidna dal becco lungo occidentale o di Bruijn (Zaglossus bruijni)

L'echidna dal becco lungo occidentale o di Bruijn (Zaglossus bruijni) è l'ultima delle quattro specie attualmente viventi. Vive anche lei esclusivamente in Nuova Guinea, dove occupa però più occidentale. Come le altre specie si nutre quasi esclusivamente di insetti, soprattutto termiti e formiche. Ha zampe tozze e robuste, con soli tre artigli alle estremità. In base ai criteri di unicità evolutiva e del numero ridotto di individui rimasti, la Zoological Society of London considera questa echidna una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

Oltre a essere minacciata dalla perdita di habitat, questa echidna è considerata una prelibatezza nella cucina tradizionale, e sebbene la caccia commerciale sia stata vietata dai governi indonesiano e della Papua Nuova Guinea, viene ancora catturata dalle popolazioni locali.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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