Il 23 giugno alle ore 10:00, sul canale YouTube ufficiale dell'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, si terrà l'evento conclusivo del primo progetto nazionale di monitoraggio del lupo. Durante la diretta interverranno numerosi esperti che, a partire dal 2018, hanno preso parte a questo ambizioso progetto, grazie al quale è stato possibile definire l'abbondanza della specie sul territorio italiano, ottenendo un numero di circa 3.307 individui, di cui circa 946 nelle regioni alpine e 2.388 nelle regioni dell'Italia peninsulare.
«Con un taglio divulgativo, entreremo nel dettaglio dei dati che sono stati pubblicati lo scorso 17 maggio – spiega a Kodami Piero Genovesi, responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica dell'Ispra e moderatore dell'evento – Parleremo dei modelli sviluppati nell'ambito del progetto, delle tecniche utilizzate per arrivare alla stima numerica degli individui e dei risultati ottenuti attraverso lo studio della loro genetica».
Il progetto di monitoraggio, realizzato dall'Ispra su mandato del Ministero per la Transizione Ecologica, infatti, oltre ad ottenere una stima il più possibile precisa dei lupi presenti in Italia, ha permesso anche di fornire maggiori informazioni riguardo il sesso dei soggetti e le relazioni parentali tra di loro.
A partire dal mese di ottobre del 2020, e fino ad aprile del 2021, 3000 persone appositamente formate, tra esperti faunistici, ricercatori, dipendenti degli enti locali e dei parchi che hanno preso parte al monitoraggio e cittadini volontari, hanno raccolto, seguendo gli stessi modelli statistici su tutto il territorio nazionale, oltre 24 mila segni di presenza della specie, di cui 6520 avvistamenti fotografici, 491 carcasse di ungulati predati, 1310 tracce e 171 lupi senza vita.
Inoltre, grazie alla collaborazione con il laboratorio dell'Ispra situato a Ozzano dell'Emilia, in provincia di Bologna, sono state condotte le analisi genetiche su 1500 escrementi.
«La rete di persone che ha collaborato in questi anni è estremamente eterogenea – spiega l'esperto – Il progetto, infatti, ha visto la partecipazione di associazioni animaliste al fianco dell'Arma dei Carabinieri della Forestale e addirittura alcune associazioni di cacciatori. Ognuno con le proprie forze si è impegnato per lo stesso obiettivo».
La scaletta della diretta
Durante la diretta YouTube interverrà Francesca Marucco, dell'Università di Torino, che si è occupata del monitoraggio della specie in ambiente alpino, nell'ambito del progetto LifeWolfAlps. Sarà poi il turno Paola Aragno e Valeria Salvatori, dell'Ispra, che tratteranno invece l'argomento del monitoraggio nell'ambiente peninsulare e appenninico. I ricercatori Valentina La Morgia, Vincenzo Gervasi e Daniele De Angelis si occuperanno, infine, di presentare nel dettaglio i numeri ottenuti nell'ambito dello studio.
L'ultima parte della diretta verrà invece dedicata ad un dialogo interattivo, con la presenza di alcuni esperti di genetica: «Il tema del lupo è sempre caldo e tende a risvegliare molte emozioni profonde nelle persone – spiega Genovesi – Abbiamo quindi deciso di offrire l'opportunità a chi lo desidera, di porre le proprie domande e ottenere direttamente le risposte da parte degli esperti del settore, sempre con l'obiettivo di creare le condizioni il più possibile ideali alla coesistenza con la specie».
Il monitoraggio stesso, infatti, è stato svolto proprio con l'intento di comunicare le informazioni in maniera dettagliata e credibile: «Il fatto che il lupo si fosse espanso in tutto il paese era già evidente, ma il monitoraggio ha permesso di dare un supporto tecnico e scientifico a quanto già si sospettava e questo è un fattore di grande importanza. Per mitigare gli impatti della specie sulle categorie sociali più colpite dalla presenza dell'animale e per pianificare interventi di gestione adeguati, c'è bisogno, infatti, di dati che siano robusti e affidabili – spiega Genovesi – Nell'ambito del monitoraggio ci siamo occupati, quindi, di approfondire le conoscenze tecniche sulla popolazione, affrontando la tematica da un punto di vista scientifico e completamente slegato da logiche politiche che non ci riguardano e non ci competono».
Piero Genovesi, che durante l'evento riassumerà anche alcuni dettagli dei dati ottenuti, è soddisfatto del lavoro svolto in questi anni: «Il lupo è da sempre un animale che attira su di sé odio e amore e, infatti, da quando sono stati pubblicati i risultati, abbiamo ottenuto una grande visibilità e un impatto mediatico addirittura oltre le aspettative – conclude l'esperto – Ora possiamo parlare del fenomeno nel dettaglio, con dati certi e una stima credibile alla mano».