Un artista alla corte di Sea Shepherd. E’ italiano, è uno street artist e si chiama Marco Tarascio, in arte Moby Dick. É il responsabile per l’Italia delle arti visive della Sea Shepherd Italia, la costola italiana della più iconica associazione ambientalista che da anni si batte per il mare e contro la pesca illegale. Perché proprio lui? Perché, come dice lo stesso Moby Dick: «Voglio essere un megafono per dar voce agli animali».
In prima linea in difesa del mare e degli animali
Il mare schiumante, gli squali argentati, le grandi megattere e i delfini guizzanti tra le onde sono da sempre le grandi passioni di Moby Dick. Ancor più trasferirli su enormi pareti che, grazie ai suoi colori, riprendono vita e lanciano messaggi forti e chiari: basta sfruttamento animale, basta pesca illegale, basta bracconaggio e sterminio di animali in via d’estinzione. Non è più possibile tirarsi indietro, voltarsi dall’altra parte. É necessario esporsi, schierarsi in prima linea, combattere una battaglia, quella per la salvaguardia della natura e dell’ambiente che non può essere rimandata.
Al fianco di Sea Shepherd come attivista e volontario
Moby Dick e Sea Shepherd, quindi, combattono la stessa battaglia. «Per prima cosa sono da molto tempo un’attivista e volontario di Sea Shepherd, l’associazione animalista che sento più vicina per ideali e modalità di lotta – racconta l’artista romano – Per Sea Shepherd gli animali sono al centro di tutto, come per me. Prima di avere quest’incarico avevo già collaborato con loro in diverse occasioni. A Roma avevo dipinto un murale al Labaro (quartiere nell’area nord della capitale n.d.r.) dedicato ad una delle loro imbarcazioni più famose: la Steve Irwine. Un capidoglio, un rinoceronte di Sumatra e un leopardo nebuloso erano i protagonisti del murale, dedicato ai pericoli che ogni giorno corrono gli animali in via d’estinzione». Un’altra performance che lo aveva affiancato a Sea Shepherd era invece andata in scena a Firenze, al Teatro dell’Opera, dove Moby Dick aveva dipinto dal vivo sulla facciata del teatro le storie di animali raccontate dallo spettacolo “Lo specchio magico”, contemporaneamente in programmazione all’interno del teatro. «Paul Watson, fondatore e presidente di Sea Shepherd Conservation Society, postò le immagini sulla pagina ufficiale dell’associazione. Fu una grande riconoscimento».
Alla fine del 2020 l’incarico ufficiale come responsabile delle arti visive per l’organizzazione. Il primo “lavoro” è la decorazione degli interni della Conrad, un catamarano a motore di 17 metri nato per documentare e, quando necessario, intervenire e fermare la pesca illegale in concerto con le autorità italiane, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza Reparto Operativo Aeronavale.Grazie a Moby Dick la sua plancia di comando ora è osservata da vicino da un enorme squalo argentato che accompagnerà in azione gli eco-pirati. É così infatti che da sempre si fanno chiamare gli animalisti della Sea Shepherd, famosa per aver scelto azione diretta e campagne di informazione per proteggere la vita marina e contrastare in maniera forte le baleniere giapponesi. «Ho dipinto gli interni dell’imbarcazione mentre era ancorata al porto di Anzio. É una barca importante, perché ha il compito di monitorare tutto ciò che accade nel nostro mare».
I santuari degli animali gli scenari artistici preferiti
Sempre un enorme squalo bianco era al centro del murale che Moby Dick aveva realizzato qualche anno fa in via Assisi, al Tuscolano, all’entrata di una nota pizzeria romana da sempre punto di ritrovo degli attivisti romani di Sea Shepherd. «Prima con il pennello nero faccio una traccia completa del disegno. Poi con gli spray inizio a colorare tutto» racconta l’artista che per i suoi murales predilige rifugi e santuari di animali. É in posti come il Santuario “Capra libera tutti” a Nerola, dove ha dipinto lo storico toro di Massimo Manni e un grande murales sulla facciata della casa, che il suo sostegno alla causa della salvaguardia degli animali e dell’ambiente trova maggior ispirazione.
Un murales dedicato a Kodami
Un altro rifugio che porta nel cuore é a Nepi. É il rifugio Hope dove la sua amica Corinna ospita circa 200 animali liberi sottratti allo sfruttamento e all'uccisione con l’ambizione di realizzare per loro una vera e propria famiglia. Moby Dick, oltre a darle una mano, ha inventato per lei un murales che rallegrasse le pareti della stalla ed è proprio lì che ha deciso che nascerà un murales dedicato ai lettori di Kodami e al loro amore per gli animali. «Sarete i nostri ospiti mentre lo dipingo per regalare a tutti i lettori l’emozione di un’opera che parli di amore per gli animali dipinta proprio per loro».
Da New York al Giappone, passando per la Biennale di Venezia, sempre accanto agli animali a cui dar voce
Schierato sempre in prima linea con associazioni nazionali e internazionali come LAV, Animal Aid, Grider, Animals Asia e Animalisti Italiani, lo abbiamo visto tante volte al centro di piazza del Popolo a Roma a manifestare per il cane Angelo, contro le corride e in altre azioni come l’iniziativa pubblica Ecofestival Plastic Free dove per “Plastica d' A-MARE" ha disegnato uno squalo all'entrata del porto di Ostia. La passione per l’arte, affiancata a quella per gli animali, lo ha portato all’evento collaterale della 53esima Biennale di Venezia, a New York, al Karvitz Center di Manhattan, ma anche a Tokyo e a Osaka. «Sono stato l’assistente di uno degli street artist piú importanti al mondo, il belga Roa che ha dipinto a Roma l'orsa Daniza uccisa dalla freccia che avrebbe dovuto sedarla. Ma i muri che prediligo sono quelli delle periferie, delle zone degradate della città. O i rifugi degli animali. Per fare sentire attraverso la mia arte la loro voce».