Sì alla pesca all'anguilla nel mese di dicembre e sì all'incremento della quota di pesca del tonno rosso. Sono queste le principali decisioni annunciate dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione Europea, noto come Agrifish.
Il Consiglio ha raggiunto l’accordo politico sui Regolamenti per le possibilità di pesca per la campagna 2023 nelle acque Ue e non Ue, nell'Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, nonché per alcuni stock ittici di acque profonde. In particolare, l’Italia è riuscita a portare a casa accordi estensivi rispetto alla pesca all’anguilla, al gambero di fondo (rosso e viola) e al tonno rosso.
«Sono stati due giorni di lavoro intenso in cui abbiamo lavorato per la difesa dei pescatori italiani e del diritto alla Sovranità Alimentare – ha dichiarato Lollobrigida – L’Italia ha una linea netta in Ue: la tutela delle imprese e dei prodotti della nostra Nazione. L’Europa è più forte se l’Italia è autorevole».
L’accordo prevede, per quanto riguarda i gamberi rossi e i gamberi viola, una riduzione dei limiti di cattura di pesca del 3%, una cifra inferiore a quella inizialmente messa sul tavolo del Consiglio che prevedeva una riduzione del 7%. Ciò nonostante fosse stata originariamente proposto dal Comitato scientifico della Commissione Europea un limite di ben l’88%. È stata inoltre incrementata di più di 530 tonnellate la quota italiana di pesca del tonno rosso.
Infine, la delegazione italiana è riuscita a fare salva la possibilità di pesca dell’anguilla nel mese di dicembre. Nonostante l'anguilla sia una delle specie più minacciate. L'anguilla europea è infatti inserita nella lista rossa della IUCN. Come molti altri animali d'acqua dolce, anche l'angullia un tempo era estremamente comune in tutta Italia mentre oggi deve fare i conti con un crollo verticale della popolazione negli ultimi decenni a cauda l’effetto combinato dell’interruzione della continuità fluviale e ovviamente della sovrapesca industriale.
«Portiamo a casa risultati che rendono giustizia ai sacrifici dei nostri pescatori e dei nostri operatori. Per questo ringrazio tutti coloro che hanno lavorato con determinazione al dossier», ha concluso il ministro Lollobrigida. Una visione che vede gli animali solo come «prodotti» da tutelare in quanto beni economici, e non come componenti di un fragilissimo ecosistema marino.