Milo, il Jack Russell ucciso da un cane senza guinzaglio: cosa è successo e cosa fare in questi casi

Milo, il Jack Russell della divulgatrice Chiara Ariu, è stato aggredito e ucciso da un cane di circa 50 kg, che non era al guinzaglio. Analizziamo insieme la vicenda e capiamo come affrontare una situazione di questo tipo.

13 Maggio 2024
16:54
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Qualche giorno fa, precisamente lo scorso lunedì 6 maggio, un Jack Russell di nome Milo è stato aggredito da un cane di circa 50 kg, che non era al guinzaglio, e dopo una notte di agonia il cane non ce l’ha fatta. È successo sull’Isola d’Elba e forse qualcuno di voi avrà visto i post dell'umana di Milo, Chiara Ariu – nota sui social per la divulgazione del mondo della cinofilia – che ha raccontato la triste vicenda. In tanti avete chiesto a Kodami un intervento perché c’è ancora poca conoscenza e poca consapevolezza su come gestire certe situazioni che continuano a verificarsi.

Milo, il Jack Russell ucciso da un altro cane

Chiara Ariu stava passeggiando insieme ai suoi due cani, Milo e Madeira, in uno dei sentieri dell'Isola d'Elba. Si trovavano in prossimità della spiaggia quando un cane di grossa taglia senza guinzaglio si è avvicinato a lei. Inizialmente il cane di Chiara, Madeira, era riuscito a respingere l'altro cane, senza che ci fosse un'aggressione. Ma quando Milo ha iniziato a ringhiare contro il nuovo arrivato, ciò ha scatenato una reazione nei suoi confronti.

Durante la zuffa, Milo ha riportato una grave ferita all'addome che gli aveva lesionato l'intestino: il Jack Russell ha anche rischiato di annegare dopo essere caduto in acqua durante lo scontro. Chiara si trovava di fatto da sola a gestire quella situazione così drammatica, dal momento che le persone di riferimento dell'altro cane erano due anziani, di cui uno con difficoltà motorie. Successivamente Chiara è corsa d'urgenza in una clinica del luogo, dove hanno operato il cane ma non hanno potuto ospedalizzarlo: dopo l'intervento, infatti, Milo non è stato messo sotto osservazione, ma rimandato a casa. Rientrati quindi nel camper dove vivono, Chiara ha vegliato su Milo per tutta la notte: ma purtroppo Milo non ce l'ha fatta.

Come comportarsi quando si incontra un cane senza guinzaglio

Sappiamo che non è facile, ma la regola numero uno quando si incontra un cane senza guinzaglio è mantenere la calma: fidatevi delle capacità sociali del vostro cane e osservate quello che fa. Molte persone si spaventano e, subito, alzano la voce e tirano il cane verso di sé, con strattoni improvvisi, senza neanche dargli il tempo di capire chi è l’estraneo che si sta avvicinando e quali sono le sue intenzioni.

Se il cane senza guinzaglio non sta aggredendo, innervosirsi a prescindere è la cosa più sbagliata da fare: non fate altro che trasmettere un senso di pericolo al vostro cane, aumentando il suo livello di stress e creando un clima di tensione generale.

È meglio concedere il tempo e lo spazio ai due cani di “presentarsi”, magari facendo qualche passo indietro. Solo dopo che i “saluti” saranno finiti, potrete richiamare il vostro cane. Anche qui, non spazientitevi, aspettate il momento giusto per non interrompere in modo inopportuno la conversazione tra i cani. Immaginate di dovervi presentare a qualcuno che non conoscete e nel frattempo di venire distratti da un amico che continua a chiamarvi; vi darebbe fastidio, no? Potreste non sentire la risposta del vostro interlocutore, o capire "fischi per fiaschi".

Se noi ci mettiamo in mezzo, tra i cani succede esattamente la stessa cosa, e se nascono incomprensioni in questa fase, l’incontro può degenerare e diventare uno scontro. In ogni caso, passeggiare in spazi ampi è la scelta più giusta perché ci consente di giocare in anticipo. Per esempio possiamo avvicinarci con calma solo ai cani che conosciamo già, e dare l’opportunità al nostro cane di guardarsi intorno. Ecco perché un bel parco è molto meglio di un'area cani, dove si è sovra-stimolati e lo spazio di manovra è limitato.

Ma come si salutano due cani? Come facciamo a renderci conto che sta filando tutto liscio? Quando noi di Kodami ribadiamo che "umanizzare i cani è sbagliato", non è che ve lo diciamo perché siamo "bacchettoni". Umanizzare le altre specie, in questo caso i cani, può farci perdere di vista concetti ovvi ma importantissimi, come questo qui: ovvero, che i cani non comunicano come facciamo noi. A loro non basta una stretta di mano e dirsi “ciao”. La loro comunicazione è tutta fisica ed è parecchio complessa, un mix di segnali basati sul contatto visivo, sugli odori, sulle posture e perfino sui micromovimenti. Per esempio, annusandosi riescono a captare vari tipi di informazioni, come il sesso e lo stato d'animo del cane che hanno davanti.

Un'altra cosa importante è la postura: possono "aumentare" la grandezza del loro corpo, tirandosi su al massimo dell'altezza, e questa cosa può segnalare sicurezza o tensione. Al contrario farsi piccoli e rannicchiarsi, comunica la volontà di evitare scontri, come a dire "ehi amico, non sono una minaccia". Pure lo sguardo è interessante, i cani si guardano fisso negli occhi per minacciarsi, al contrario, se hanno intenzioni pacifiche tendenzialmente evitano il contatto visivo prolungato. Osservare questa “coreografia” di segnali non verbali ci aiuta a comprendere cosa sta succedendo.

In linea generale, comunque, considerate che il guinzaglio è sempre un limite alla comunicazione, e se solo uno dei cani è al guinzaglio, si crea inevitabilmente una situazione di squilibrio, dove uno è libero di adottare i comportamenti che ritiene più adeguati e l’altro no. Per quello dicevamo che è meglio passeggiare in spazi ampi dove è più facile evitare incontri di questo tipo. E se invece, nonostante le precauzioni, vi capita lo stesso, non fatevi prendere dal panico e date modo al vostro cane di valutare la situazione.

Se due cani si attaccano, cosa dobbiamo fare?

Inutile dire che vivere un’esperienza del genere può essere traumatico, soprattutto se ad essere coinvolto è il proprio compagno di vita, com’è successo nel caso di Chiara. Si dovrebbe sempre evitare di giungere alla rissa, non andando in luoghi a rischio come le aree cani, per esempio, specialmente se il nostro cane non è abbastanza socializzato e a suo agio con i simili, ma se malgrado tutte le precauzioni, il nostro cane si ritrova coinvolto in uno scontro, a quel punto, cosa si fa?

L’istinto ci direbbe di gridare e forse lanciarci in mezzo ai due cani, per dividerli. In realtà, reagire così non solo è un errore ma può essere molto pericoloso. Vale quello che dicevamo all’inizio, urlando alimentiamo lo stato di confusione e di agitazione generale. Mentre, buttarsi nella mischia, potrebbe essere interpretato dai cani come un nostro tentativo di prendere parte alla rissa. Oltretutto, ipotizziamo che il nostro cane sia stretto nella morsa dell’altro cane: se noi lo tiriamo via nella maniera sbagliata rischiamo di aggravare la ferita. Che si fa quindi? Per quanto difficile, estremamente difficile, dobbiamo il più possibile restare lucidi e osservare. O almeno, contare fino a 3. Molto spesso, infatti, quelle che a noi sembrano risse sono in realtà schermaglie rituali che si risolvono da sole, in pochi secondi.

Se invece, dal linguaggio del corpo e dalle vocalizzazioni che sentite, vi accorgete che la situazione è degenerata – in caso di aggressione il cane che sta avendo la peggio emetterà de guaitiper separarli potete cercare di afferrare uno dei cani da dietro la testa, in modo che non possa girarsi per mordervi, con un movimento rapido. Attenzione però: questo consiglio vale solo se nessuno dei due cani ha già afferrato l’altro e lo tiene stretto in un morso. In quel caso si possono mettere in atto altre strategie come, lanciare dell’acqua per distrarre i cani, spingerli verso una porta per separarli, alzare le zampe posteriori del cane che sta mordendo l'altro se non molla la presa o usare un pezzo di legno per aprirgli la mascella. Mai farlo con le mani.

Chiaramente queste sono solo delle ipotesi che si potrebbero mettere in atto ma dipende tutto dai cani coinvolti e dal contesto perché intervenire in una rissa tra cani non è una cosa facile, è pericolosa, e non si può improvvisare. Ciò che è opportuno fare è un percorso educativo con l’aiuto di un istruttore o un educatore cinofilo esperto, per imparare a prevenire situazioni del genere. Lo consigliamo davvero a chiunque scelga di vivere con un cane, perché questa è una scelta da fare con responsabilità e consapevolezza. Solo conoscendo il nostro cane -e i cani in generale-  possiamo affrontare anche le circostanze più complicate nella maniera corretta.

I cani hanno delle motivazioni e dei bisogni che non possono essere ignorati, sono animali territoriali ed è facile che passeggiando sempre negli stessi luoghi, inizino a percepirli come parte del loro territorio, mettendo in atto comportamenti difensivi nei confronti degli altri cani. Se noi sappiamo che il nostro cane ha una forte motivazione territoriale, possiamo cercare di frequentare posti sempre diversi, per esempio. La responsabilità di conoscere quali sono le motivazioni specifiche del nostro cane è nostra, e dobbiamo sapere quali sono non solo per soddisfare le sue esigenze – che è la prima cosa – ma anche per garantire il benessere e la sicurezza di chi ci sta intorno, persone e animali, nel segno del rispetto dell’individualità di ogni essere vivente.

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