L’Italia ama i cani e gli animali domestici. Ormai questa non è più una novità. Ma questo legame forte tra specie che convivono spesso si scontra con la mancanza di aree dedicate a loro in cui possano correre e giocare liberi, con gli altri loro simili, senza dare origine a situazioni di contrasto con chi, invece, gli animali li tollera meno. I Comuni si stanno organizzando per realizzarne sempre di più, ma non è facile reperire i fondi adeguati.
Le problematiche di Milano
Il capoluogo lombardo ha diversi problemi con le aree cani, sopratutto in quanto a numeri, visto che, solo in centro, «ci sono più cani che bambini» ci spiega Lorenzo Pacini consigliere Pd. «Nel Municipio 1, di cui io mi occupo, le complessità riguardano i giardini in via Conca del Naviglio e quelli di piazza Vetra. I primi, aperti 24 ore su 24, presentano due aree cani laterali aperte, molto maltenute. Nei secondi, che sono recintati invece, le aree non sono tenute benissimo, ma decisamente più accoglienti».
In entrambi, però, visto che i cani sono tanti e lo spazio è poco, i pet mate hanno preso l’abitudine di far correre i cani liberi senza guinzaglio anche al di fuori delle aree riservate: «Esattamente e questo provoca un grande caos con numerose proteste da parte dei cittadini, vista la vicinanza di asili e quindi la presenza anche di molti bambini».
Per questo quindi, alla fine del 2018, si è deciso di far partire una sperimentazione che prevedeva il permesso di far correre liberi i cani, ma solo in fasce orarie prestabilite: «La proposta è stata subito accolta con entusiasmo, oltre che dai cittadini, anche dagli stessi proprietari di cani. Gli orari vennero decisi in base alla minor presenza dei bambini e in generale in quelle fasce della giornata meno frequentate dalle persone. Quindi mattina molto presto, quindi di nuovo 10-12 e poi la sera dalle 18/19 a seconda inverno estate».
E adesso, a distanza di quasi due anni, si possono vedere i risultati: «Non ottimi, onestamente. O meglio: quelli di Conca del Naviglio sono accettabili, non abbiamo riscontrato particolari difficoltà da parte delle persone. E, infatti, abbiamo continuato la sperimentazione. C’è, ovviamente chi non rispetta gli orari, però in linea di massima sta funzionando ed è apprezzata sia da chi ha cani che dai genitori dei bambini. Poi, ovvio, i comportamenti incivili, come non pulire le deiezioni, esistono sempre, però spesso sono gli stessi pet mate che intervengono, riprendendo chi agisce senza riguardo per gli altri. Al Vetra, invece, non ha funzionato affatto bene, gli orari non erano rispettati, continuava a esserci una totale anarchia. Quindi abbiamo deciso di interrompere, anche perché non abbiamo abbastanza persone da mandare a controllare giorno e notte».
Il problema però rimane: «Stiamo valutando delle alternative. Come quella di realizzare un’area cani più grande in un angolo del parco, non recintata, perché oggi non abbiamo i soldi, dove gli animali scorrazzino liberi. Una soluzione del genere è già attiva nei giardini Montanelli e funziona bene. Però è tutto in fase di ideazione, dobbiamo capire se è fattibile».
La sperimentazione degli orari come quella in Conca del Naviglio e al Vetra è in vigore da circa dieci anni ai giardini recintati della Guastalla e funziona alla grande. «Lì c’è davvero una situazione di totale serenità. Ma questo succede anche perché se sfori di qualche minuto, sono gli stessi proprietari di cani che riprendono subito chi non rispetta le regole. C’è un’autogestione eccezionale. Che è fondamentale per far funzionare questi progetti. Purtroppo noi non abbiamo un vigile fisso da lasciare a presidiare ogni giardino. Detto questo, è senz'altro necessario mettere mano al problema, perché la fruizione dei parchi e dei giardini va garantito a tutti, cani, bambini, ragazzi e anziani».