Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l'anno più caldo di sempre con una temperatura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica. A ciò si aggiunge la siccità, con precipitazioni praticamente dimezzate lungo tutta la Penisola.
Il dato emerge da uno studio della Coldiretti realizzato sulle rilevazioni condotte dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr. «L'anomalia climatica più evidente quest'anno si è avuta a giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003 – ha commentato la Coldiretti – Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni, con una siccità che ha causato già danni per oltre tre miliardi nelle campagne ma anche sull'ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio».
A fare le spese di questi sconvolgimenti climatici sono ancora una volta gli animali: il crollo delle riserve di acqua nazionali a causa della siccità stanno portando le colture allo stremo con la perdita di un terzo delle produzioni nazionali di mais e frumento, elementi base dell'alimentazione dei bovini e ovini degli allevamenti.
«Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione – ha affermato il presidente della Coldiretti nazionale Ettore Prandini. Il numero uno di Coldiretti ha quindi sottolineato «la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare».
La situazione è particolarmente difficile in Sardegna, dove migliaia di aziende sono rimaste senza acqua e viveri per alimentare gli animali. Una emergenza che il presidente della Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu, ha portato all'attenzione del sindaco di Sassari, Nanni Campus, e del comandante dei Vigili urbani e responsabile della Protezione civile locale, Gianni Serra.
«È necessario un intervento immediato perché l'estate è ancora lunga e non si possono lasciare le famiglie e gli animali senza acqua – ha affermato Cualbu – Si tratta di uno stato di emergenza. Abbiamo trovato un interlocutore sensibile e attento nel sindaco di Sassari che si è detto pronto ad avviare tutte le procedure per dare risposte agli allevatori».
In Italia il 18,9% delle aziende agricole attive ha animali e la Sardegna primeggia con circa 24mila aziende, il 10% del totale. Il comparto agricolo e zootecnico ha quindi un peso consistente nell'economia sarda che dà lavoro a migliaia di persone. Ma i dati ci dicono anche che dietro ai numeri delle realtà produttive si nascondo esseri viventi, e le risorse a loro destinate stanno per esaurirsi.
Bovini e ovini in Italia sono gli "animali da reddito" più sfruttato dalle aziende, alla stregua di strumenti da lavoro. Si tratta di animali che spesso trascorrono la loro vita in spazi angusti, privati delle più basilari necessità etologiche. Se a questo si aggiunge la cronica mancanza di acqua di questa lunga estate, e la difficoltà a reperire i mangimi, la loro situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Kodami ha raccontato la realtà degli animali sfruttati dall'essere umano in un videoreportage realizzato nel Santuario Capra Libera Tutti che salva gli animali dallo sfruttamento.
«Il Consorzio di Bonifica della Nurra è pronto per venire incontro alle aziende in difficoltà e lo farà subito», ha assicurato il presidente del Consorzio Gavino Zirattu. Uno dei nodi da sciogliere riguarda il trasporto dell'acqua nelle aziende sia per uso domestico che per gli animali. Una emergenza davanti alla quale le istituzioni sono chiamate a intervenire.