Muoversi è una caratteristica importante condivisa da (quasi) tutti gli animali. Lo si fa per i più disparati motivi come nascondersi, predare, cercare il partner o solo per giocare ed esplorare il territorio. A tal fine gli animali hanno evoluto zampe, ali, code prensili e pinne e sviluppato interessanti metodi di spostamento come salti e galoppate. Tanti sono però gli organismi che hanno preferito la "semplicità" e che per diverse ragioni anatomiche ed evolutive hanno mantenuto una particolare andatura a contatto con il terreno. Invece di utilizzare arti o complesse strutture del corpo, questi animali mettono nel muoversi davvero tutto sé stessi: gli animali che strisciano.
Basta la parola per far rabbrividire alcune persone, quasi come se il solo fatto di strisciare possa essere un pericolo. Ma sono davvero un problema? Conosciamo insieme gli animali che strisciano.
Strisciare: definizione e caratteristiche
Strisciare è un tipo di locomozione in cui ci si mantiene a contatto di una superficie come il terreno tramite la parte ventrale del proprio corpo, portandosi in avanti attraverso contrazioni o movimenti ondulatori. Il vero strisciare non prevede l'utilizzo di arti, ma per estensione consideriamo striscianti anche animali come lucertole ed altri rettili (non a caso il loro nome deriva dal latino reptilis, strisciante) o addirittura millepiedi e scolopendre, che di zampe ne hanno notoriamente tantissime.
A una prima occhiata questo tipo di spostamento non sembra molto vantaggioso da un punto di vista energetico: il maggior contatto con una superficie solida porta consequenzialmente un maggior attrito con il corpo e quindi maggiori sforzi. Non a caso lo ritroviamo maggiormente nei gruppi animali più arcaici come gli antichi organismi vermiformi (lombrichi, platelminti, nematodi), mentre gruppi più derivati come gli insetti ed i vertebrati hanno evoluto in maniera convergente diversi tipi di zampe ed arti, con la grande eccezione dei serpenti. Al fine di diminuire l'attrito e scivolare sul terreno, alcuni organismi striscianti lubrificano il proprio corpo con muchi e secrezioni rendendosi viscidi. Questa caratteristica è uno dei motivi per cui in molte persone sembra esserci un timore atavico per queste creature.
Esempi di animali che strisciano
In questa categoria ricadono tantissimi invertebrati ed alcuni vertebrati specializzati. Quasi tutti gli animali terrestri chiamati vermi come i lombrichi, i vermi piatti platelminti ed i nematodi si affidano allo strisciare per avanzare sul terreno. I lombrichi, ad esempio, lo effettuano tramite delle onde contrazionali lungo tutto il corpo chiamate onde peristaltiche, rigonfiando e bloccando sul terreno la parte anteriore del loro corpo molle, stirando e tirando in avanti la parte posteriore. Molto interessante la locomozione "a compasso" delle sanguisughe, dotate di ventose alle due estremità del corpo, con cui puntellano il terreno.
Anche altri invertebrati come i bruchi geometridi mostrano un simile tipo di locomozione, ripiegando a V il corpo e facendo forza sulla parte posteriore per protrarre in avanti l'anteriore ed infine tirarsi in avanti. Da qui il loro particolarissimo nome.
Molluschi terrestri come chiocciole e lumache strisciano scivolando sul terreno emettendo una bava viscosa dalla parte ventrale del corpo. Il loro nome scientifico riflette questo tipo di locomozione: sono infatti chiamati gasteropodi dal greco gaster e podos, stomaco e piede, in quanto è proprio lo stomaco ad essere utilizzato a tal scopo. La sostanza emessa è da tempo usata in medicina ed in cosmetica per le sue proprietà lenitive ed idratanti.
Per quanto riguarda i vertebrati, solo anfibi e rettili mostrano comportamento strisciante. I gimnofioni o apodi, sono un ordine di anfibi sprovvisti di zampe viscidi e vermiformi, poco conosciuti per via della loro vita fossoria e sotterranea e per il fatto di essere distribuiti prevalentemente nella fascia tropicale.
Tra i rettili, i re della vita strisciante sono di sicuro i serpenti, animali estremamente specializzati che hanno secondariamente perso nel corso dell'evoluzione i quattro arti. A questo gruppo appartengono anche i più rapidi organismi striscianti: pensate che il crotalo ceraste (Crotalus cerastes) un velenosissimo serpente a sonagli nordamericano, può raggiungere i 29 km orari!
Un pericolo per noi esseri umani?
Ma da cosa deriva il disgusto condiviso da tanti che si prova per questa eterogenea categoria di organismi? Probabilmente la capacità di nascondersi nel terreno o negli anfratti, sporcandosi, e l'essere così diversi da noi alimenta una repulsione principalmente culturale, sebbene alcuni organismi come i serpenti e i bruchi processionari (i cui peli urticanti possono mettere in serio pericolo il muso dei nostri amici a quattro zampe) possano effettivamente essere dotati di veleni e sostanze nocive, o possano parassitarci come alcune specie di vermi. Spesso il loro corpo viscido è un ottimo repellente per predatori ed umani. In effetti non dobbiamo toccarli per forza!
Sforzandosi di superare paure infondate ed osservando da vicino queste creature però, se ne può capire anche l'eleganza, la sinuosità e l'utilità. Pensate ai piccoli lombrichi ed al loro costante lavoro di aratura dei terreni agricoli, caratteristica che valse loro l'appellativo di "primi aratori" da parte di Charles Darwin.