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6 Febbraio 2022
10:21

Messina: dalla Sicilia i cani trasferiti in Calabria, gli animalisti non ci stanno

Un centinaio di cani del Comune di Messina dovranno cambiare canile e passare in Calabria. Questo perché una struttura di Taurianova ha vinto l’appalto dell’amministrazione siciliana e, quindi, si sta dando attuazione alle nuove disposizioni. Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane non ci stanno.

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C’è chi l’ha chiamata la "deportazione dello stretto": un centinaio di cani del Comune di Messina dovranno cambiare canile e passare in Calabria. Questo perché una struttura di Taurianova ha vinto l’appalto dell’amministrazione siciliana e, quindi, si sta dando attuazione alle nuove disposizioni. L'Enpa e la Lega nazionale per la difesa del cane non ci stanno e hanno chiesto al sindaco Cateno De Luca di revocare o sospendere il provvedimento.

La struttura calabrese ospita già più di 450 esemplari e secondo le due associazioni non sarebbe tollerabile portare ulteriori animali in quella realtà. Enpa e Lndc vorrebbero capire meglio la situazione e fare un sopralluogo nel rifugio per verificare la struttura, le condizioni di detenzione, la conformità della struttura alla normativa siciliana e le attività messe in campo per le campagne di adozione.

«Le strutture di accoglienza fuori Regione alle quali sono destinati i cani che fanno capo al Comune di Messina dovrebbero, infatti,  avere gli stessi standard qualitativi e gestionali previsti dalla normativa siciliana a tutela degli animali d’affezione e per la prevenzione del randagismo – spiegano Lav e Lndc – mentre si evidenziano differenze che rendono la normativa vigente nella Regione Calabria peggiorativa, sia in termini di capienza massima dei rifugi, che di fatto non è prevista, sia di politiche di gestione degli animali e di promozione delle adozioni».

Un’emergenza è quella dello spostamento di alcuni cani, soprattutto anziani, dalle strutture nelle quali sono ospitati da tempo sottoponendoli a un lungo viaggio, con la perdita dei riferimenti di un ambiente ormai familiare e dei legami sociali instaurati. «Un canile dovrebbe essere lo spazio per preparare i cani all’inserimento in famiglia, non un luogo dove gli animali vengono reclusi a vita», dicono gli animalisti.

Quale ricetta, allora? Per Lav e Lndc sono necessarie politiche di promozione delle adozioni, fondamentali per garantire il benessere degli animali e per una corretta gestione degli animali.

«La distanza geografica rappresenta un oggettivo impedimento al monitoraggio e controllo effettivo sia dell’attuazione, che dell’efficacia di queste politiche e renderebbe più onerosi i controlli sugli animali da parte degli incaricati del Comune di Messina, con maggiore aggravio per la spesa pubblica, fattore che pregiudica anche il parametro del risparmio assunto nella scelta della struttura».

Il Comune di Messina ha affidato il servizio di canile a due realtà diverse. Il primo è la sede della città della Lega nazionale per la difesa del cane, che si è aggiudicata il servizio, per un anno, per 3,103 euro al giorno. Potranno ospitare fino al massimo di 320 esemplari e si aggiudicheranno, al massimo, la cifra di 362.430,40 euro all’anno (escluso Iva). Quindi, una buona parte dei cani resterà nell’isola. Ma dal 321esimo cane in poi si passa al secondo affidatario. E qui il Rifugio canino Il Parco di Taurianova, in Provincia di Reggio Calabria, ha vinto la proposta, con un costo di 3,03 euro a cane al giorno, per un importo massimo di 190.763,60 euro all’anno (escluso Iva).

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