Le cliniche e gli ambulatori possono essere luoghi molto stressanti per i cani. La riduzione dello stress durante le visite veterinarie è un obiettivo fondamentale da perseguire nel settore della veterinaria clinica, poiché il benessere degli animali è importante sia per i pet mate che per i professionisti. Con questo scopo un gruppo di ricercatrici francesi ha voluto dimostrare che la presenza dell’umano di riferimento è utile per i cani al fine di abbassare i livelli di stress durante le visite.
Lo stress durante le visite veterinarie
È noto che i cani sperimentino stress durante le visite veterinarie e questo è dovuto a una serie di fattori: dall’anticipazione emozionale prima di entrare in ambulatorio o in clinica, dall’“effetto camice”, dalla presenza di persone e animali sconosciuti, dall’odore dei prodotti o dei feromoni rilasciati dagli altri animali.
Inoltre, il veterinario inevitabilmente attua una serie di comportamenti inevitabili ai fini della visita come manipolare e palpare l’animale, piegarsi sopra di lui o avvolgerlo con le braccia, contenerlo, mantenergli la testa, chiudergli la bocca e guardarlo direttamente negli occhi.
Dovere dei veterinari è quello di rendere piacevole il più possibile queste pratiche, mentre i pet mate dovrebbero, con la complicità del veterinario, far associare positivamente questa esperienza al proprio animale.
In ogni caso, lo stress negli animali si può manifestare con cambi comportamentali o segni evidenti come la iperventilazione, la presenza di tremori e comportamenti di evitamento, tentativi di fuga e fino al manifestarsi di aggressività che possono portare all’impossibilità di manipolazione da parte del professionista. Anche a livello fisiologico è stato dimostrato l’aumento del cortisolo (l’ormone dello stress), l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Le manifestazioni comportamentali sono in ogni caso le più evidenti e dipendono da diversi fattori tra cui il temperamento dell’animale, la sua capacità di adattarsi alle situazioni avverse, la genetica e le esperienze pregresse.
Il limite tra l’inibizione di alcuni comportamenti in assenza della persona di riferimento e il sentirsi più tranquilli e sicuri grazie alla loro presenza è molto sottile. Molti veterinari si possono quindi porre le seguenti domande. «Il cane si comporterà meglio in presenza o in assenza del suo umano di riferimento? Il petmate può influenzare il comportamento del cane? E come?».
Nella pratica di tutti i giorni, alcuni veterinari suggeriscono che la persona rimanga presente durante la visita clinica o durante alcune pratiche per facilitare la gestione del cane; altri chiedono al pet mate di uscire. Questa dualità è ancora più presente a seguito della pandemia da Covid-19: in quel periodo infatti le abitudini sono cambiate obbligatoriamente e le persone di riferimento non sono potute essere presenti durante le visite e le manipolazioni veterinarie.
Nonostante siano sono state proposte raccomandazioni per limitare lo stress durante la visite veterinaria, ci sono pochi dati scientifici che consentono di rispondere a queste domande precise e così un gruppo di ricercatrici francesi si è concentrato su questo argomento con uno studio che ha confrontato le visite veterinarie con e senza l’umano al fine di osservare i cambiamenti comportamentali dei cani nei due distinti casi.
Lo studio e i risultati
Lo scopo dello studio è stato valutare l'effetto della presenza dei pet mate sul comportamento dei cani durante le visite veterinarie.
Allo studio hanno partecipato 25 binomi cane/umano. I cani sono stati portati a visita due volte a distanza di sette settimane in un ordine casuale rispetto alla presenza/assenza dell’umano. Le visite e le manipolazioni sono avvenute in modo standardizzato per essere ripetibili e sono state videoregistrate per poter valutare i cambi comportamentali del cane e la maggiore o minore facilità di manipolazione degli individui da parte dei veterinari. Le visite consistevano in tre fasi: l’esplorazione dell’ambiente da parte dell’animale, la visita clinica e il saluto finale (greeting).
L'analisi del comportamento dei cani ha suggerito un miglioramento generale del benessere in presenza dell’umano. Mentre non è stata identificata un’influenza sulla possibilità da parte del veterinario di manipolare l'animale durante la visita, il comportamento dei cani è stato influenzato prima, durante e dopo l'esame veterinario. In presenza del pet mate, i cani erano più disposti ad entrare nella sala e apparivano più rilassati durante la fase di esplorazione. Durante la visita, i cani guardavano in direzione del loro umano in entrambe le situazioni; quindi sia con la persona presente, alla ricerca di informazioni sociali, che con la persona dietro la porta, che cercavano con lo sguardo. Nella fase del greeting è stato invece osservato come i cani avevano reagivano con maggiore intensità nel salutare il pet-mate una volta scesi dal tavolo della visita nel caso delle osservazioni in assenza dell’umano rispetto a quando era presente in sala.
Questi risultati suggeriscono che consentire alla persona di riferimento di rimanere in sala durante le visite veterinarie è la scelta migliore per il benessere degli animali perché garantisce loro una maggiore rilassatezza e tranquillità emotiva, anche se ai fini della visita medica questa scelta sembra essere ininfluente.