Meglio due cani maschi o un maschio e una femmina? Per rispondere a questa domanda, iniziamo col dire che la convivenza tra due cani di sesso opposto, in linea generale, funziona meglio rispetto al far vivere insieme soggetti dello stesso sesso.
Casa per un cane vuol dire territorio, spazio personale. Risorse come cibo, aree di riposo, umani di riferimento e giochi possono infatti creare conflitti di interesse tra conspecifici. Solitamente, anche se non accade sempre e comunque, tra un maschio intero (con testicoli) e una femmina si crea meno attrito nella condivisione, perché c'è meno competizione e maggior tolleranza che nel caso invece di individui dello stesso sesso genera di per sè un potenziale conflitto.
Il punto della questione, però, è che ogni individuo e a sé e le variabili possono essere molte come la razza, la storia singola dei soggetti coinvolti nella sistemica familiare, il ruolo della persona di riferimento e di altri componenti della famiglia umana e anche l’età dei due cani e quando vengono messi insieme, ovvero se ce ne è uno che già è in famiglia o se vengono adottati contemporaneamente.
Già solo quest’ultima è una variabile su cui si aprono poi diversi scenari, perché anche di fronte a due maschi (o due femmine) che crescono insieme in serenità finché sono cuccioli tutto va bene ma poi capita spesso che, una volta raggiunta la maturità sessuale, l’idillio svanisca trasformandosi in una intolleranza reciproca.
Non ha molta importanza, invece, se in casa c’è prima una femmina e arriva un maschio o viceversa: anche in questo caso, lì dove l’accoppiata di sessi diversi funziona meglio, tutto dipenderà dalla personalità dell’uno e dell’altro e dal vostro aver valutato quando e perché prendere un secondo cane.
Quando e perché prendere un secondo cane
Le prime domande da farsi, avendo già un animale in casa, è chiedersi perché si vuole prenderne un altro e quando farlo. La risposta a entrambe è fondamentale che sia basata sull’analisi caratteriale del cane che è parte della famiglia e così adeguare la scelta relativamente al carattere dell'altro.
Detto ciò bisogna però riflettere su un dato di fatto importantissimo: il tempo più che lo spazio che abbiamo in casa. Una relazione corretta prevede che vi sia la piena consapevolezza che un cane ha diritto ad espletare le sue necessità che non sono solo quelle fisiologiche ma che possa esprimere la sua personalità serenamente nella dinamica del suo gruppo sociale come dovrebbe essere per ogni membro della famiglia di cui fa parte.
Al di là della solita questione dello spazio, dunque, bisogna chiedersi se si hanno le energie necessarie da investire per dare il giusto valore a un altro individuo, nella consapevolezza che si deve continuare a seguire ovviamente il cane che già convive con noi.
Al di là infatti di considerazioni che riguardano la taglia, per esempio, o altre valutazioni estetiche o pratiche come quelle legate appunto alla grandezza dell’appartamento in cui si vive, gli elementi a cui badare sono il rispetto dei singoli soggetti sicuramente ma anche la propria predisposizione a poterne effettivamente accogliere più di uno.
Come ha scritto l’istruttore David Morettini su Kodami: «L’impegno e le responsabilità che dobbiamo prendere nei confronti di un secondo cane non sono direttamente proporzionali alle sue dimensioni. In realtà dovremmo prima fare una riflessione sulle motivazioni delle razze o dei soggetti meticci che ci interessano. Quali sono le loro caratteristiche? Cosa gli piace fare e come vivono la relazione?».
Considerato questo aspetto di non poco conto che andrà comunque e necessariamente a modificare la quotidianità e la routine del cane che già vive con noi, ecco che ci dobbiamo concentrare sulla sua personalità e in base a questa scegliere chi far entrare in famiglia. Diciamo che “Fido 1” ha un “diritto di prelazione” ed è a lui che dobbiamo prestare attenzione perché, pur nella consapevolezza che il cane è una specie sociale, non tutti i cani amano condividere il proprio spazio con un conspecifico.
Stesso sesso o sesso opposto: quale scegliere come secondo cane?
Abbiamo già chiarito che è molto più “sicuro”, in termini di una futura convivenza serena, che i due cani siano di sesso opposto e che questa sia una discriminante iniziale molto importante per iniziare al meglio la vita per il vostro compagno con un altro suo simile accanto. «Attenersi al criterio dei sessi opposti è la scelta che ci espone meno al rischio – sottolinea infatti l'istruttore cinofilo – Dovremmo evitare un secondo cane femmina più giovane quando abbiamo un cane maschio intero, perché la nuova arrivata potrebbe essere considerata come una risorsa da difendere. Le femmine invece sono in grado di avere rapporti di grande sorellanza, seppure dobbiamo considerare che l’eventuale insorgere tra loro di conflitti può essere più difficile da gestire rispetto a quello tra due maschi».
Una riflessione ulteriore si può fare su un caso specifico, ovvero ad esempio quando avendo una relazione con un cane maschio che è stato castrato si decide di far entrare in famiglia un conspecifico dello stesso sesso ma “intero”, oppure viceversa. Tendenzialmente la seconda ipotesi (il castrato è il nuovo cane) è foriera di un rapporto che può evolvere in amicizia perché il maschio presente dovrebbe avvertire l’altro non come un competitor (dal punto di vista sessuale non andando a emettere feromoni di questo tipo). Ma anche in questo caso bisogna valutare almeno un altro elemento: quando il secondo cane ha subito l’intervento? Se è avvenuto da cucciolo le probabilità che le cose vadano per il meglio aumentano mentre se è stato castrato da adulto potrebbe ancora rappresentare un “nemico” per i suoi conspecifici dello stesso sesso.
Nel caso di un cane castrato in casa e uno intero che arriva come nuovo inquilino c’è da considerare invece che quest’ultimo potrebbe prevaricare sul primo. Ma anche questa è una ipotesi tutta da dimostrare quando effettivamente due individui si incontrano perché, e speriamo sia chiaro, ogni situazione e ogni cane sono una storia a sé.
Come gestire la convivenza
Non è possibile genericamente dire come gestire la convivenza sia se i cani sono di sesso opposto che dello stesso sesso, considerando quanto abbiamo scritto fino ad ora e soprattutto ribadendo che ogni sistemica familiare è un universo che va valutato nel contesto ma anche nel momento storico in cui i due cani si incontrano, crescono e si evolvono all’interno di un universo famiglia che a sua volta muta e si modifica in base alle storie di ogni membro che ne fa parte.
A volte si leggono o si sentono consigli anche da parte di sedicenti esperti come: “Prendi pure un altro cane però sterilizzalo/castralo, così andrà d’accordo con quello che già hai”. Nulla di più scorretto per i motivi che abbiamo già espresso sopra e che non tengono conto di chi sono effettivamente quei due soggetti a cui si sta chiedendo, alla fin fine, di vivere insieme senza essersi scelti direttamente.
Su Kodami abbiamo già indicato invece quali sono delle buone prassi perché la convivenza inizi nel migliore dei modi che è la cosa più importante da fare per far sì che auguratamente le cose vadano per il meglio: gestire gli spazi per evitare conflitti (posizionamento di cucce e ciotole), l'importanza di evitare liti nei primi giorni che spesso avvengono principalmente al momento del pasto (dare la pappa anche nello stesso ambiente, mantenendo le distanze e presenziando) e creare momenti di gioco condivisi.