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13 Febbraio 2024
12:50

Max Mara smetta di usare pellicce: l’appello degli animalisti di tutto il mondo

Humane Society International, Humane Society of the United States e le organizzazioni della Fur Free Alliance presenti in più di 35 paesi chiedono supporto a tutti i loro sostenitori nel mondo per esortare Max Mara a cessare l’utilizzo della pelliccia animale.

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Organizzazioni animaliste di tutto il mondo unite nella più grande campagna globale fur-free in vista delle settimane della moda di New York, Londra, Milano e Parigi. A guidare la mobilitazione HSI, Humane Society International, HSUS, Humane Society of the United States e le organizzazioni della Fur Free Alliance presenti in più di 35 paesi che si rivolgono a tutti i loro sostenitori nel mondo per chiedere supporto nell’esortare Max Mara a cessare l’utilizzo della pelliccia animale perché crudele, anacronistica e fuori luogo nella società moderna.

Il Gruppo italiano che conta oltre 2.500 negozi in 105 paesi, è uno degli ultimi grandi marchi ad impiegarla. La maggior parte delle principali case di moda del mondo, infatti, tra cui Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga e Jimmy Choo, oltre ai marchi storicamente contrari come Hugo Boss, Armani, Tommy Hilfiger, Stella McCartney e Vivienne Westwood, l’ha già eliminata dalle proprie collezioni. L’attuale gamma del brand, invece, include ancora articoli realizzati in volpe, cane procione e visone e inoltre, le etichette dei prodotti rivelano che l’azienda utilizza pelliccia di visone di provenienza cinese e pelliccia di volpe e cane procione dalla Finlandia.

«Max Mara è uno degli ultimi grandi marchi della moda che continua a sostenere la tremenda industria della pellicceria  – ha spiegato PJ Smith, Director of fashion policy per HSUS e HSI presentando la campagna – nonostante le prove della sua crudeltà nei confronti degli animali e della sua pericolosità per l’ambiente e per la salute pubblica. Se proseguirà su questa strada resterà sempre più isolata. Speriamo che il Gruppo smetta di associarsi al business e invece decida di optare per una moda più etica e compassionevole».

Una richiesta ragionevole, non per tutti evidentemente, davanti alla visione di visoni, volpi e cani procione allevati in gabbie piccole e spoglie per tutta la loro vita, privati della possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali, per poi essere crudelmente uccisi per elettrocuzione o asfissia da gas e quindi scuoiati. Senza dimenticare il pericolo che gli allevamenti di questi rappresentano per la diffusione di malattie zoonotiche come il COVID-19 e l’influenza aviaria, con centinaia di focolai confermati negli allevamenti europei e nordamericani, negli ultimi anni.

L’allevamento di animali da pelliccia è già vietato in 20 paesi europei, di cui 15 sono Stati europei dell’UE. Svizzera e Germania hanno introdotto standard di benessere animale talmente rigidi da aver di fatto posto fine all’allevamento di animali per la produzione di pellicce nei loro paesi. Alla luce di questi fatti, che non sono illazioni delle associazioni animaliste, ma dimostrazioni ormai certe, portare avanti la produzione risulta assurdo soprattutto in un contesto in cui tessuti alternativi di alta qualità e rispettosi degli animali sono facilmente disponibili e adoperati ormai da diversi stilisti.

L’appello fur-free può essere rivolto al gruppo Max Mara dalla pagina: www.hsi-europe.org/furfreemaxmara

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Simona Sirianni
Giornalista
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