Durante la puntata di #cartabianca andata in onda martedì 6 settembre su Rai3, lo scultore e alpinista Mauro Corona ha affermato con tono sicuro di avere la certezza che il lupo sia stato reintrodotto dagli esseri umani sulle Alpi Nord Orientali. Quella riportata da Corona è però una fake news (o leggenda metropolitana) senza alcun fondamento che, come molti altri falsi miti riguardo la stessa specie, circola da tempo in Italia.
Questa informazione scorretta e irrealistica, in particolar modo se destinata all'ampio pubblico televisivo, rischia di distruggere il duro lavoro svolto da parte di ricercatori e studiosi che si impegnano per produrre dati oggettivi, basati su analisi e studi adeguatamente verificati, con la speranza che la comunicazione reale e tangibile della situazione possa favorire una convivenza pacifica con questo grande carnivoro che abita il nostro paese.
La vera storia del lupo sulle Alpi: «I Lupi sono arrivati sulle loro zampe»
Sulle Alpi però, la storia della fantomatica reintroduzione del lupo sembra correre inarrestabile e, con il passare del tempo, si sono diffuse anche altre versioni dello stesso falso mito. Secondo alcune teorie ancora più surreali, alcuni soggetti sarebbero stati addirittura prelevati in Siberia e rilasciati sulle Alpi da gruppi ambientalisti che avrebbero sorvolato a bassa quota in elicottero le Alpi. Solo in questo modo, secondo le fantasie di chi la racconta, si sarebbero potuti diffondere così rapidamente.
La realtà è però tutt'altra e, per capire come stiano davvero le cose, abbiamo contattato la zoologa Laura Scillitani, esperta di comunicazione scientifica e membro del team di Life Wolfalps EU, che si occupa della diffusione di questa specie sulle Alpi e tra i suoi obiettivi principali ha anche quello di sfatare le false notizie che circolano in merito.
«Il lupo è arrivato sulle Alpi orientali sulle sue zampe e le conoscenze che abbiamo a riguardo ci permettono anche di sapere con certezza che non si tratta di soggetti provenienti dalla Siberia – spiega Scillitani – Grazie al radiocollare, sappiamo che Slavc, il primo maschio della Lessinia, è arrivato dalla Slovenia, mentre Giulietta è arrivata dalle Alpi occidentali, e lo sappiamo grazie alle analisi svolte sugli escrementi».
I lupi, infatti, sono animali dotati di un'enorme capacità di spostamento anche in tempi rapidi: «Sono territoriali e cacciano i soggetti che entrano nel proprio territorio. Per questo motivo, quando sono alla ricerca di un ambiente proprio, si allontanano dal luogo di nascita – spiega l'esperta – Semplificando l'esempio, possiamo dire che assomiglia ciò che accade quando un diciottenne decide di andare all'università: si allontana da casa e cerca il proprio spazio nel mondo».
Perché le leggende sono dure a morire?
L'arrivo del lupo, in particolar modo in un ambiente fortemente antropizzato come quello delle Alpi, rappresenta effettivamente l'origine di potenziali conflitti tra gli allevatori, i cacciatori, gli ambientalisti, le amministrazioni e i tecnici che si occupano di gestione della fauna selvatica.
«Come abbiamo visto spesso anche durante il periodo della Pandemia da Covid 19, in alcune situazioni è più facile credere ai complotti piuttosto che alla realtà e, così facendo si riesce a trovare un capro espiatorio all'interno di un fenomeno complesso come quello della convivenza con i questa specie – spiega Scillitani – Nel momento in cui ci convinciamo del fatto che ci sia un colpevole certo a cui addebitare la colpa, possiamo finalmente puntare il dito e smettere di cercare risposte nell'effettiva complessità degli eventi».
Secondo Scillitani, però, la responsabilità di quanto avvenuto durante la puntata di #cartabianca non riguarda solo Mauro Corona, ma anche la stessa presentatrice, Bianca Berlinguer.
«Quando si trattano temi complessi e sensibili come questo, è bene rivolgersi a fonti affidabili ed esperti del settore, i quali possono fornire informazioni corrette e verificate – commenta – Personalmente non mi permetterei mai di rispondere a domande dettagliate sul lavoro di Mauro Corona, perché a differenza sua, non ho alcuna competenza in ambito di scultura del legno. Chi si occupa di fare informazione in ambito naturalistico, ha la responsabilità di cercare informazioni riguardo i temi trattati e rivolgersi ai professionisti».
Il lupo in Italia: «I ragionamenti legati alla specie hanno bisogno di oggettività»
Gli esperti del progetto Life WOLFALPS EU nel 2021 avevano pubblicato un manuale chiamato Lupus in Bufala con l’obiettivo di abituare i lettori ad informarsi in maniera consapevole riguardo la presenza della specie.
In collaborazione con Federparchi, l'Università di Torino e Ispra, inoltre, hanno partecipato al primo progetto di monitoraggio nazionale del lupo, che ha avuto inizio nel 2018.
I dati ufficiali risultati dai rilevamenti sono stati pubblicati la scorsa primavera e hanno permesso di determinare il numero di soggetti presenti nel nostro paese, con una cifra che si aggira intorno ai 3.300 individui – circa 2300 si trovano nelle regioni appenniniche, mentre il numero stimato sulle Alpi varia dagli 822 ai 1099.
«Questi dati sono stati rilevati da un monitoraggio robusto e affidabile e hanno un'importanza enorme, perché per dare inizio a qualunque tipo di ragionamento riguardante la fauna selvatica serve innanzitutto oggettività – conclude Scillitani – In ambito scientifico nulla si può basare su falsità e leggende metropolitane».