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20 Luglio 2022
10:40

Mastocitoma canino: che cos’è, sintomi, diagnosi, terapia

Il mastocitoma canino è uno dei tumori più frequenti del cane che si manifesta principalmente in alcune razze brachicefale con noduli cutanei singoli o multipli.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
carlino

Il mastocitoma canino è uno dei tumori più frequenti del cane che si manifesta principalmente in alcune razze brachicefale con noduli cutanei singoli o multipli. Oltre alle lesioni cutanee possono essere presenti segni sistemici. La diagnosi si effettua con esame cito-istologico e la terapia dipende dall’estensione della malattia. Chirurgia, chemioterapia e radioterapia sono le armi a disposizione per combattere il mastocitoma canino.

Che cos’è il mastocitoma?

Il mastocitoma è uno dei tumori più frequenti nella specie canina, rappresentando circa il 20% di tutte le malattie tumorali della cute di questa specie. È una neoplasia che origina da particolari cellule dette mastociti che hanno una funzione rilevante soprattutto nei fenomeni infiammatori ed allergici. I mastociti sono cellule di forma tondeggiante diffuse in tutti i tessuti ma la forma tumorale si registra principalmente a carico della pelle. Una delle caratteristiche morfofunzionali principali dei mastociti è la presenza di granuli che una volta liberati dalle cellule possono determinare vasodilatazione con effetti locali e/o sistemici.

Cause

Le cause di questo tumore non sono ben conosciute. Tuttavia, è ben nota la predisposizione di alcune razze soprattutto brachicefale ma non solo: Boxer, Carlino, Bouledogue francese, Golden Retriever, Labrador retriever, Shar-pei nella quale sembra che il mastocitoma abbia un comportamento biologico più aggressivo insorgendo in giovane età. Una delle cause o comunque degli eventi patologici che inducono i mastociti alla proliferazione incontrollata è la mutazione di una proteina (c-KIT) che aumenta la cascata dei segnali cellulari all’interno delle cellule con il risultato di una crescita afinalistica ed incontrollata.

Il mastocitoma ha un comportamento biologico potenzialmente aggressivo con possibilità di metastasi a distanza innanzitutto ai linfonodi regionali nelle forme tumorali poco differenziate.  Tuttavia, esistono i tumori ben differenziati all’esame istologico che sono curati in tempo presentano un potenziale metastatico basso o nullo. Il mastocitoma insorge principalmente a livello del tronco, perineo, e regione inguino-genitale. Altre aree più frequentemente coinvolte sono gli arti e la testa. In alcuni studi è riportato che la localizzazione anatomica di insorgenza a livello scrotale, nasale e prepuziale si associa ad un comportamento biologico di maggiore aggressività.

È importante segnalare che il mastocitoma può avere anche un’insorgenza viscerale con localizzazioni a livello di linfonodi mesenterici, milza e fegato con possibile coinvolgimento del midollo osseo, ma trattasi di eventi molto rari

Sintomi

Bouledogue francese
Bouledogue francese

I mastocitomi possono presentarsi come lesioni singole o multiple con molteplici aspetti morfologici: noduli, papule, aspetto a cavolfiore. Possono essere di consistenza dura o soffice e presentare un’area eritematosa.

Le dimensioni del tumore possono variare soprattutto se le sollecitazioni possono determinare il rilascio di sostanze ad azione vasodilatatoria per cui all’esame fisico dell’area interessata dal tumore possono comparire arrossamenti, edemi e formazione di papule (segno di Darier). Gli effetti delle sostanze contenute nei granuli dei mastociti possono riverberarsi sull’apparato gastroenterico con ulcerazioni. Inoltre, possono manifestarsi ritardo della cicatrizzazione, o in casi gravi, collasso per la degranulazione massiva dei mastociti neoplastici.

Possono essere presenti sintomi sistemici legati a disturbi gastroenterici e perdita di peso.

Diagnosi

La diagnosi di mastocitoma si basa oltre che sull’esame clinico sull’esecuzione di un esame citologico della lesione e dei linfonodi tributari dell’area anatomica coinvolta. Nelle forme tumorali ben differenziate si riconosceranno i mastociti neoplastici per la forma tipica rotondeggiante e la presenza di granuli. Tuttavia, non sempre questo è il caso. Per cui è sempre necessario inviare un campione bioptico al laboratorio per la diagnosi istologica e la corretta indicazione del grado tumorale.

Ai fini di una completa stadiazione clinica dell’animale saranno necessarie indagini strumentali per valutare l’estensione della neoplasia ed il coinvolgimento di altri organi. Sono indicate ecografia dell’addome con eventuale campionamento citologico di milza, fegato ed esame radiografico del torace al fine di localizzare possibili metastasi ai polmoni. Inoltre, un esame emocromocitometrico ed un profilo biochimico sono consigliati anche ai fini della preparazione chirurgica.

Stadiazione clinica

La stadiazione della neoplasia è importante non solo per valutare l’estensione della malattia ma anche ai fini di stabilire la migliore terapia possibile:

  • Stadio I: presenza di tumore senza coinvolgimento di linfonodi regionali;
  • Stadio II: presenza di tumori  multipli senza  coinvolgimento metastatico dei linfonodi regionali;
  • Stadio III: singolo tumore con coinvolgimento linfonodale;
  • Stadio IV: tumore infiltrante o tumori multipli infiltranti i piani sottostanti con coinvolgimento linfonodale:
  • Stadio V: tumore con presenza di metastasi a distanza.

Terapia

La scelta terapeutica d’elezione per tumori che non sono metastatici è la chirurgia con ampi margini di escissione. Un’altra opzione è la chemioterapia o l’elettrochemioterapia che consiste nella stimolazione elettrica delle cellule per favorire l’azione die chemioterapici. In genere, si utilizza per tumori non operabili. Si possono utilizzare farmaci classici oppure nuovi farmaci a bersaglio molecolare che hanno una buona efficacia terapeutica. È possibile anche impiegare la radioterapia

Aspettativa di vita e prognosi

I principali fattori prognostici negativi sono la grandezza del tumore, il grado istologico elevato, la presenza di metastasi, e infiltrazione margini chirurgici.

L’aspettativa di vita dipende in gran parte dalla tempestività con cui si interviene. Infatti, per tumori di piccole dimensioni che non hanno metastatizzato e con basso grado la chirurgia con ampi margini assicura un’ottima sopravvivenza.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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