Come può un cane cieco saltare gli ostacoli e giocare con la palla? La domanda è legittima. La risposta è ancor più semplice: i cani hanno risorse eccezionali e gli altri sensi, come udito e fiuto, compensano benissimo. Poi c'è chi lo fa in maniera eccezionale, come Marley, un Pastore Tedesco affetto da una microaftalmia gravissima (una malformazione congenita dell’occhio) divenuto, grazie alle sue capacità, una star dei social.
Con quasi 100mila follower la sua pagina Facebook si è trasformata in un riferimento per tanti pet mate che si sono trovati a fare i conti con un’analoga situazione ma anche per qualcuno che ha avuto il coraggio di adottare animali con lo stesso problema.
Per Marley, lo abbiamo detto, la mancanza della vista non è mai stata realmente un limite, però. Con le sue capacità è riuscito a conseguire anche dei bei riconoscimenti. Come lo scorso 16 agosto quando, a San Rocco di Camogli, dove ha portato a casa, assieme ai suoi pet mate, ben due trofei nell’ambito del 61mo “Premio Internazionale Fedeltà del Cane”.
Andiamo però con ordine. Marley arriva da una cucciolata non proprio fortunata. Anche sua sorella Asia infatti soffre della stessa malformazione e appena nati finiscono entrambi dall'allevamento al canile di Valenzano, in provincia di Bari. Come avviene di consueto viene pubblicato un annuncio su Internet, per una di quelle che spesso vengono definite "adozioni del cuore". Nessuno però sembra interessato a Marley e Asia. La loro disabilità spaventa potenziali pet mate. Perché farsi carico di un cane con dei problemi quando ce ne sono così tanti in buona salute che hanno comunque bisogno di una famiglia?
Di fatto al numero di telefono del canile per 5 mesi non arriva neanche una chiamata. Neanche un messaggio per chiedere qualche informazione. Almeno fino a quando non si imbattono nella sua foto Carlotta e Marco, una coppia toscana che aveva scelto di adottare un cane dopo aver perso il proprio amico a quattro zampe.
«Io avevo paura dei cani – racconta a Kodami Carlotta – un giorno decido di superare questa difficoltà e vado in un canile a fare un po’ di volontariato. Lì incontro un Pastore Tedesco di 13 anni, Klaus. Con lui è amore a prima vista. Lo adottiamo e così supero la mia paura». Purtroppo però si tratta di una storia che è destinata a non durare troppo a lungo: «Sapevamo, vista la sua età, che il nostro tempo insieme sarebbe stato limitato – spiega con un filo di commozione Carlotta – Klaus è scomparso dopo 2 anni 1 mese e 17 giorni da quando era entrato nella nostra vita. Quando è morto però abbiamo deciso comunque di aprire le porte a un altro animale».
La coppia, durante la ricerca, trova la foto dei due cani: «So che potrà sembrare strano, ma siamo stati subito colpiti dalla tenerezza di quello sguardo – prosegue nel racconto – E' come se si fosse creata da subito una certa empatia. Poi abbiamo capito che i due cani erano ciechi. Ci siamo subito consultati e abbiamo capito che per noi il fatto che erano ciechi non avrebbe fatto differenza. Abbiamo subito contattato il canile e ci restava solo da scegliere tra il maschietto e la femminuccia. Marley era quello più in difficoltà, pesava la metà di Asia perché lei era un più sveglia, lui invece era un "tontolone". Si faceva rubare sempre il cibo».
E così attraverso una staffetta Marley dalla Puglia viene trasferito in Toscana. Dopo un primo checkup finalizzato a contenere la patologia oculare Carlotta e Marco lo portano a casa, dove tra l’altro vive già un gatto che si chiama Giuliano.
L’inserimento è molto meno complicato del previsto: «Il segreto è stato quello di trattarlo sempre come un cane normale – spiegano i due – era lui che si adattava agevolmente a noi e non viceversa. Dovevamo andare a fare una passeggiata? Lo portavamo con noi. Dopo solo un mese da quando lo avevamo preso decidiamo di fare un viaggio a Milano. Molte persone erano scettiche. La prima cosa che ha fatto quando è entrato in metropolitana è stata addormentarsi tranquillo».
Marley è riuscito a compensare con grande naturalezza il suo deficit visivo con gli altri sensi: «Quando gioca con gli ostacoli gli basta ascoltare la lunghezza della nostra voce per prendere perfettamente le misure – continua a raccontare Carlotta – credetemi, non sbaglia un salto. Le uniche difficoltà che abbiamo avuto sono state quelle normali che si hanno con tutti i cuccioli, il fatto di imparare a fare la pipì fuori i casa, a non mangiare i cuscini. Delle volte passa all’eccesso opposto e bisogna mettergli un freno. Per esempio, noi viaggiamo in barca – prosegue – lui passa dal pozzetto a prua camminando come se vedesse. Ovviamente c’è da stare attenti a questa spavalderia perché c’è il pericolo che vada a finire in mare».
Un’esuberanza che passa anche nel rapporto con gli altri animali: «Con le femmine va d’accordissimo – aggiunge – con i maschi invece vuole mostrarsi più forte. Non solo si accorge della loro presenza nonostante la cecità. Fa anche lo spavaldo e lì magari c’è da stare attenti. Non gli sfugge un cane: io magari non lo vedo – spiega ridendo – ma lui l’ha sentito molto prima di me». Una vivacità che si realizza anche in casa con il micio Giuliano: «Lui è l’amore di Marley, lo rincorre e ci gioca. Si tratta di un gatto anziano e forse vorrebbe stare un po’ più tranquillo. Però di positivo c’è che tutta questa attività fisica ha fatto tornare in forma anche lui perché prima era un po’ in sovrappeso».
La storia di Marley può tirar fuori un messaggio importante sulle diffidenze che ci sono nell’adottare degli animali con delle difficoltà fisiche: «Lui ci ha dato la più grande lezione di vita e cioè ci ha insegnato ad essere felici non pensando a ciò che si è perso. La mattina magari ti svegli un po’ arrabbiato. Vedi lui che è sempre felice e capisci che si può stare bene. Cosa spererei? – conclude Carlotta – Che molte persone avessero meno paura dell’handicap di un animale in sede di adozione. Non ci sono così tante difficoltà. Gli animali trovano sempre il modo di adattarsi».
Su Kodami abbiamo raccontato molte storie di animali con alcune difficoltà che ne hanno resa complicata l’adozione. Per esempio stiamo seguendo già da mesi da vicino la vicenda di Hiro, un altro Pastore Tedesco abbandonato dalla sua famiglia perché ritenuto “irrecuperabile” per il suo comportamento compulsivo di inseguirsi la coda. Da quando è in rifugio, invece, ha mostrato di essere un cane equilibrato se si entra in relazione con lui, attento al contesto e desideroso di interagire con persone e altri cani. Hiro, come tanti altri cani, cerca una famiglia disposta a crescere lui e ad apprezzarne le tante qualità. Esattamente come è stato per Marley.
Per informazioni su Hiro:
Diana Letizia – direttrice di Kodami, esperta in etologia canina, istruttrice cinofila in formazione – Contatto diretto, solo telefonico al numero 3421418144