Una gatta adulta legata a un muro con una corda, al sui fianco tre cuccioli di poco più di un mese, altri tre gattini di quattro mesi chiusi in gabbia, tutti abbandonati a loro stessi, impossibilitati a muoversi liberamente e costretti a vivere nella sporcizia. È l’atroce scoperta fatta dalle guardie zoofile dell’associazione Stop Animal Crimes a Ostuni, comune in provincia di Brindisi, in Puglia.
L’operazione delle guardie zoofile è scattata dopo alcune segnalazioni relative al modo in cui due persone, madre e figlio, tenevano i gatti e alle condizioni in cui gli animali erano costretti a vivere. Arrivati sul posto gli operatori hanno trovato in totale sette gatti, tutti privi di microchip, in condizioni estreme. Una gatta adulta era legata con una corda fissata al muro, costretta a giacere sulle sue feci con tre gattini di appena 50 giorni. Altri tre gatti di circa 4 mesi erano chiusi in una piccola gabbia, anche loro tra escrementi e sporcizia.
Le guardie zoofile hanno liberato gli animali e hanno prestato le prime cure, poi sono risalite ai proprietari dell’appartamento – madre e figlia appunto – e li hanno denunciati per abbandono di animali e detenzione incompatibile con il loro benessere. Questo reato è disciplinato dall'art. 727 del codice penale che stabilisce che “chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Alla stessa pena va incontro chiunque “detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.
Gatta e gattini sono stati posti sotto sequestro e presi in consegna dall’associazione. Non appena i tempi lo permetteranno, e dopo essere stati sottoposti ad adeguate visite veterinarie e all'iter necessario, saranno affidati a nuove famiglie: «I gatti sono per natura animali liberi e ogni modalità di detenzione coercitiva e in danno della loro etologia costituiscono reato», sottolineano da Stop Animal Crimes Italia.