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10 Aprile 2023
9:28

Mamma da record: un pitone birmano mette al mondo 96 uova in Florida

Un pitone ha sorpreso molti biologi statunitensi, producendo un numero finora mai osservato di uova e dando alla luce ben 83 esemplari.

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Un esemplare femmina di pitone birmano selvatico (Python bivittatus) che vive all'interno del Big Cypress National Preserve, situato vicino le Everglades della Florida, ha appena compiuto quello che i veterinari hanno definito un parto da record. Quasi un anno fa, nel maggio del 2022, aveva infatti deposto un numero esorbitante di uova, ben 96, superando la covata più grande mai documentata per un esemplare della sua specie.

Ciò che però ha davvero impressionato la comunità scientifica – tanto da scrivere un articolo specifico sul caso pubblicato presso la rivista Reptiles and Amphibians – è che al termine del periodo di incubazione ben 83 uova di questa covata si sono schiuse, rendendo la neo mamma di pitone l'esemplare con il più grande numero di nascite mai registrato per una singola covata dell'intero ordine dei serpenti.

«96 uova per una sola covata sono quasi il doppio della media di questi serpenti», ha dichiarato Amy Yackel Adams, scienziata del team dell’US Geological Survey che collabora con il Big Cypress Nationa Preserve e che ha monitorato il caso negli scorsi mesi. L'esperta ha sottolineato anche che le uova non schiuse che mancano all'appello (13) in realtà non possono essere considerate "perse", poiché a differenza delle altre 83 non sarebbero state deposte fertili e quindi non avevano al loro interno cellule vitali. Questo comporta quindi che tutti gli embrioni si sono effettivamente sviluppati all'interno delle uova e sono nati, di seguito alla schiusa, con una mortalità prenatale dello 0%. Evento più unico che raro per molti rettili.

Gli scienziati possono quindi leggere questa notizia con un sospiro di sollievo? «No – ha chiarito Adams, spiegando la complessità della vicenda –  Siamo felici che il pitone abbia partorito tanti soggetti, ma per l'ecosistema delle Everglades la nascita di così tanti pitoni non costituisce un fattore positivo. Per nulla» .

Le ragioni che spingono gli scienziati a guardare in maniera così cinica la nascita di questi piccoli serpenti è dovuto al fatto che il pitone birmano – come si può già capire dal nome – non è certamente tra le specie che i biologi desiderano vedere in Florida all'interno dei territori protetti. E' una specie aliena esotica, proveniente dal sud est asiatico, che sta arrecando moltissimi danni sia alla fauna locale che a quella d'allevamento nel sud est degli Stati Uniti.

La presenza del pitone birmano nelle Everglades e nel Big Cypess National Preserve secondo alcune teorie risalirebbe a diverse fughe accidentali da terrari di comuni cittadini, avvenuti a partire degli Anni 70. Eventi che seppur limitati e occasionali nel tempo, essendo ripetuti hanno permesso alla specie di stabilizzarsi in uno dei territori più ricchi di biodiversità di tutte le Americhe, dando forma a una popolazione attiva in grado di riprodursi.

«Non riusciamo più a vedere un coniglio di palude, un procione, o persino un cervo, mentre compiamo le nostre missioni esplorative», ha aggiunto Yackel Adams, chiarendo perché la specie ha degradato così tanto l'ecologia del territorio da risultare oggi uno dei principali predatori che è possibile incrociare esplorando l’area.

Esistono però delle specie presenti all'interno della regione che potrebbero limitare i danni e ridurre l'impatto del pitone sull'ecosistema, assicurano dal Big Cypress National Preserve. Sono i rettili endemici della Florida, come gli alligatori o le specie di serpenti velenosi come il mocassino acquatico o il crotalo diamantino orientale, che naturalmente sono in competizione con la specie aliena dal punto di vista territoriale e delle risorse. Anche il puma e l'orso nero americano, risultando dei grossi predatori, potrebbero contribuire a limitare l'espansione del pitone birmano, soprattutto nelle regioni centrali della penisola affacciata sui Caraibi, ma essendo questi animali più legati alla terraferma risultano meno efficienti delle altre, che possono difendersi dal pitone birmano direttamente nel suo contesto aquatico preferito: i guadi connessi alle paludi.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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