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28 Maggio 2024
10:04

Maltrattamenti e violenze su centinaia di mucche in un macello del Pavese

Violenze sulle mucche dirette al macello sono state documentate con foto e video da Essere Animali all’interno di un grande stabilimento in provincia di Pavia. Denunciati responsabili e lavoratori, cinque i soggetti imputati.

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(immagine di repertorio)

Mucche tirate con cavi d'acciaio alle zampe, spinte con una forca o pungolate con scariche elettriche. Queste immagini non vengono dall'estero, ma da casa nostra: sono le violenze documentate da Essere Animali all’interno di un grande stabilimento di macellazione situato in provincia di Pavia, e le vittime sono centinaia di mucche.

Nei confronti dei responsabili e dei lavoratori coinvolti l’associazione ha depositato denuncia per maltrattamento e uccisione di animali, un reato, quest’ultimo, riservato a chiunque provochi la morte di un animale per crudeltà o senza necessità. Anche se erano diretti al macello, infatti, questi animali avevano diritto a un trattamento rispettoso almeno della legge nazionale.

L’associazione ha raccolto prove che mostrano lo scarico di almeno 144 mucche “a terra” provenienti da diversi allevamenti per la produzione di latte situati nel Nord Italia. Questi animali sono incapaci di reggersi sulle zampe a causa dei ritmi di produzione a cui sono stati soggetti durante l’allevamento, ma, secondo la legge, nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni e/o a sofferenze inutili.

I video mostrano animali trascinati a forza, tirati con un cavo d’acciaio legato alle zampe o a parti ancora più sensibili come corna o collo, spinti con una forca o ancora pungolati con scariche elettriche ripetute. In un caso una mucca con un’evidente malformazione alla zampa viene trascinata con una corda attaccata alle corna e un cavo legato al muso, un’operazione molto violenta e dolorosa, anche a causa delle ripetute cadute dell’animale che sbatte più volte il muso sulla rampa del camion.

Alcune mucche vengono spinte giù dalla rampa da operatori che non indossano materiale protettivo, abbandonate a terra agonizzanti per un lungo periodo di tempo e poi appese dalle zampe mentre sono ancora coscienti per essere iugulate e dissanguate. Oltre a provocare terribili e prolungate sofferenze, queste azioni possono comportare la diffusione di patogeni perché non rispettano i protocolli di biosicurezza. In aggiunta alle sofferenze fisiche quindi, i bovini patiscono un fortissimo stress emotivo, osservando i loro simili mentre vengono uccisi, udendo le loro urla e percependo l’odore del sangue.

In diverse occasioni questi animali vengono addirittura scaricati in totale autonomia dal trasportatore, senza l’ausilio del personale del macello. Tutto ciò, oltre ad essere pericoloso e difficoltoso per il trasportatore stesso, provoca stress, dolore e sofferenze evitabili agli animali. Anche le condizioni di lavoro degli operatori potrebbero non essere conformi alla legge in quanto, dai filmati, i lavoratori non sembrano indossare dispositivi di protezione individuale. Durante la movimentazione degli animali, vi sono operatori in ciabatte e sandali, mentre alcune iugulazioni vengono eseguite a mani nude senza alcun tipo di guanto protettivo, con il grave rischio di infortunio.

Si tratta di video che non troverete su Kodami per una precisa scelta editoriale: non diffondere le immagini della sofferenza e del maltrattamento nei confronti di qualsiasi essere vivente oltre il necessario, e perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto.

La denuncia di Essere Animali è stata depositata alla Procura della Repubblica del Tribunale di Pavia, nei confronti dei responsabili dello stabilimento di macellazione e dei lavoratori coinvolti nelle violenze, per i presunti reati previsti e puniti dagli articoli 544 bis c.p. (“Uccisione di animali”) e 544 ter c.p. (“Maltrattamento di animali”). Il processo è iniziato a marzo del 2024.

Cinque persone sono state raggiunte dal decreto di citazione a giudizio per «avere in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, cagionato per crudeltà o comunque senza necessità la morte nonché lesioni e sevizie ai bovini dell’impianto di macellazione».

«Già in passato in questo stabilimento erano state documentate gravi condotte nei confronti degli animali, a seguito delle quali era scaturita anche un’indagine – ha affermato Simone Montuschi, presidente di Essere Animali – Inoltre, questa investigazione si aggiunge alle già numerose inchieste che evidenziano problematiche sistemiche anche in altri macelli e allevamenti intensivi del nostro paese. Possiamo anche capire la difesa dell’industria e della politica nei confronti del Made in Italy, ma è urgente che i decisori affrontino la questione della riforma della zootecnia italiana e delle leggi di protezione degli animali, anche alla luce della promessa di un cambiamento del sistema normativo europeo che invece non c’è stato. Non esageriamo quando affermiamo che immagini come queste, che documentano violenze inferte agli animali da lavoratori impreparati, macellazioni inadeguate e trasporti crudeli, non costituiscono più il caso isolato, la mela marcia, ma sono proprio il risultato di leggi inesistenti o inefficienti».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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