«Cosa non dimenticherò mai? L’emozione dell’avvistamento della prima megattera durante la navigazione nello stretto di Drake, o degli albatri nel loro volo inerziale. Una sera poi, al tramonto, un branco di orche di circa 15 esemplari che nuotava indisturbato», sono questi i ricordi più vividi che Elena Joli, insegnate e divulgatrice scientifica, rivive con Kodami per raccontare la sua missione in Antartide nel 2018 con il progetto australiano Homeward Bound.
Joli si è recata per due mesi nella Penisola Antartica insieme a un team internazionale di 77 donne con formazione scientifica. Da quell'esperienza è nato il libro “Antartide. Come cambia il clima”, pubblicato con la casa editrice indipendente Edizioni Dedalo. «L’idea alla base di questo progetto di scienza, ambiente e leadership al femminile ha origine da due aspetti ugualmente importanti – spiega Joli – Da un lato la necessità di mantenere alta l’attenzione sui temi dell’emergenza climatica, del riscaldamento globale e del ruolo delle attività antropiche nell’aumento di concentrazione di gas serra, soprattutto CO2, in atmosfera. Dall’altro, elevare la visibilità delle donne scienziate, ancora sottorappresentate nel mondo scientifico e accademico, spesso vittime dello stereotipo che vuole la donna non scientifica».
Insieme a gruppo ristretto che comprendeva una biologa marina, un’esperta di politiche ambientali, due studiose di permafrost e scienze della Terra in Artide e un’esperta di fauna marina oceanica, Joli ha osservato da vicino le molte facce del cambiamento climatico nell'ecosistema fragile dell'Antartide e scoperto un mondo in cui le regole dell'uomo non hanno alcun significato. «In Antartide – sottolinea Joli – ti rendi immediatamente conto che sei un ospite, quella terra appartiene a pinguini, albatri, orche, balene, skua, petrelli, noi siamo solo visitatori che devono entrare con discrezione, in punta di piedi».
Questa, e altre esperienze sul campo saranno esposte dall'autrice in un talk durante il TedxNavigliWoman che si terrà a Milano il 26 novembre 2021, significativamente all'indomani della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il tema della nuova edizione meneghina sarà "Feeding the future", un invito ad "alimentare" una nuova idea di futuro, più inclusiva ed ecosostenibile.
Viaggio nella fauna selvatica
L'esperienza in “Antartide. Come cambia il clima” è raccontata attraverso due modalità: un giornale di bordo in cui sono descritti le impressioni dell'autrice e delle sue compagne, segue poi un focus scientifico relativo agli effetti dell'emergenza climatica sulla fauna e la flora. Questa duplice narrazione permette al lettore di apprezzare il racconto personale e successivamente di leggere i dati del cambiamento climatico utilizzando anche l'esperienza pratica fornita dalla scrittrice. Un «connubio fra insegnamento ed esperienza» che Joli prova a trasmettere anche nelle lezioni di fisica ai suoi studenti del liceo.
Il linguaggio con il quale l'autrice si rivolge al lettore è immediato e colloquiale, di facile approccio anche per chi incontra questi temi per la prima volta. Questa scelta stilistica è dettata dalla necessità di trasmettere, oltre ai dati, anche il consistente bagaglio emotivo che il soggiorno in Antartide porta con sé, come conferma Joli: «L’esperienza che ho vissuto è stata talmente intensa e pervasiva sia dal punto di vista personale che da quello professionale che ho sentito il desiderio di raccontarla, sotto la lente dell’attività scientifica (quotidiana e globale) ma senza trascurare il lato umano, e cercando di comunicare l’emozione di trovarsi in mezzo a cattedrali di ghiaccio, distese bianche a perdita d’occhio, animali selvatici nel loro habitat naturale».
Proprio albatri, pinguini, orche e altri animali dell'Antartide sono il filo conduttore della prima parte del libro. La temibile bellezza della fauna selvatica suscita una quantità di emozioni contrastanti, dalla paura all'ammirazione, ben sintetizzate in un episodio particolarmente vivido riportato nel diario di bordo. L'autrice ricorda che un giorno, mentre lei e le sue colleghe di spedizione erano intente ad ammirare i guizzi delle foche leopardo a pelo d'acqua, una biologa marina di origine canadese ha raccontato che nel 2003 una giovane ed esperta sommozzatrice è stata trascinata via proprio da uno di quegli esemplari, «sotto gli occhi dei colleghi». Un monito a non cercare mai un contatto con le specie selvatiche, per quanto possano sembrare affascinanti o innocue.
Foca leopardo
Questo atteggiamento di eccessiva confidenza con specie non abituate alla presenza dell'essere umano spesso si rivela fatale, anche con animali dall'aspetto "buffo" come i pinguini dal collare incontrati dall'autrice. «Era il mio primo contatto con una colonia di pinguini chinstrap – ricorda Joli -Appena messo piede sull’isola Half Moon, in visita alla base argentina Càmara, ricordo le parole di una collega neozelandese biologa marina "Mai avvicinarsi a meno di cinque metri da un pinguino e mai ostacolare il loro percorso"». Nel libro non poteva mancare anche un "Breve elogio dei pinguini" nel quale Joli ripercorre l'origine e le particolarità di questi esemplari.
L'Antartide come «sentinella del clima»
«L’Antartide non è a misura d’uomo», è un luogo che la stessa Joli non esita a definire «alieno», ma fondamentale per capire in che direzione sta andando il nostro pianeta: «L’Antartide e l’Oceano Australe, e in generale le aree polari, Artico e Antartico, sono vere e proprie sentinelle del cima, sistemi di grandissimo interesse per gli studi climatici. Rappresentano infatti il sistema di circolazione atmosferica e oceanica del pianeta, dato che il trasporto di energia, calore, lo spostamento di materia (si pensi alle grandi masse d’acqua) dipendono in larga misura dalla presenza dei poli e dal relativo gradiente di temperatura».
Nello studio di questi fenomeni, e successivamente per la loro divulgazione, entra in gioco Joli, che in qualità di fisica del riscaldamento globale, ha raccolto i dati relativi all’effetto serra naturale e antropico. Il quadro che ne deriva è quello di un mondo che non ha più tempo e di un essere umano che ha ancora bisogno di essere sensibilizzato. «L’emergenza climatica è reale e richiede urgenti interventi, da mettere in campo entro i prossimi 10 anni – sottolinea – Per contrastare il cambiamento climatico occorre prima di tutto un’azione politica di mitigazione e riduzione delle emissioni (indirizzare la società verso fonti di energie rinnovabili, puntare su economia circolare, aumentare tasse sui combustibili fossili, decarbonizzare progressivamente le attività produttive, rendere più efficienti e sostenibili le città e i trasporti)».
Tuttavia, come ha dimostrato la missione promossa dal progetto Homeward Bound, non è più possibile concentrarsi solo sul futuro: il cambiamento climatico è alle porte. «Dobbiamo iniziare ad adattarci a un ambiente che cambia – evidenzia Joli – per imparare a convivere con gli effetti meteorologici del riscaldamento globale, effetti già in atto o che si verificheranno nel prossimo futuro, per costruire città resilienti e molto altro».
Orche
Nella capacità di trasmettere le regole fondamentali dell'ecosostenibilità a quante più persone possibile sta il valore della divulgazione scientifica di Joli: «Non possono mancare azioni culturali che riguardano il nostro vivere quotidiano, l’alimentazione, buone pratiche di comportamento individuale, produzione della minor quantità possibile di rifiuti attenendosi alla triade reuse reduce recycle, prediligere spostamenti con mezzi meno inquinanti».
L'essere umano è disabituato a pensare all'impronta ecologica che le sue azioni lasciano sul pianeta Terra. Ma la consapevolezza diventa tangibile in un luogo come l'Antartide dove le attività banali della quotidianità devono essere ripensate per adattarsi al contesto ostile: «L’Antartide è letteralmente smisurata, rispetto alla nostra dimensione – conferma Joli – Ci sono venti catabatici che soffiano a centinaia di km/h, temperatura decine di volte inferiori allo zero, tempeste di neve improvvise, durante l’estate australe il sole non scende mai sotto l’orizzonte nell’arco delle 24 ore». Nel silenzio delle distese antartiche, dove la natura è indomabile, appare evidente quanto il ruolo che l'essere umano si è ritagliato nel Pianeta sia il frutto di una imposizione violenta, alla quale oggi la natura reagisce in modo altrettanto violento.
Valore aggiunto di “Antartide. Come cambia il clima” è la presenza di qr code tra le pagine che rimandano il lettore a numerosi approfondimenti esterni, incentivando un approccio attivo alla conoscenza. È questo lo spirito che Joli cerca di trasmettere anche ai suoi studenti del liceo: «Quando insegno parlo (anche) di me. Racconto la storia dei protagonisti, cerco di far trasparire la storia dietro le leggi, per renderla un’attività umana, alla portata di uomini e donne. Oltre a questo, cerco di far vedere la bellezza , la regolarità e l’eleganza dietro le equazioni, la dimensione di gioco e indovinello dietro il bagaglio matematico che serve per capire la fisica, e tutte le volte che posso faccio riferimento a situazioni reali, concrete». E fa un esempio pratico: «Di ritorno dall’Antartide, mi sono resa conto che a partire dai pinguini, dalla composizione del loro piumaggio, dal modo in cui nuotano e si muovono, posso introdurre svariati temi di fisica classica: ottica geometrica (rifrazione e riflessione della luce), meccanica dei fluidi (densità e viscosità), cinematica e dinamica (velocità, gittata, attrito)».
Sono innumerevoli gli insegnamenti che si possono trarre da chi l'Antartide lo ha visto e raccontato: dalla fisica degli animali sino all'ostinazione, tutta umana, che ci induce a restare immobili a guardare il ghiaccio che si scioglie.