Ancora una volta si torna a parlare dei macachi del progetto LightUp, che ha lo scopo di trovare meccanismi neurali e trattamenti per il recupero visivo in persone che hanno una parziale cecità dovuta a lesioni cerebrali e non dell'occhio portato avanti dalle Università di Parma e Torino. La vicenda ha fatto molto discutere e ha generato un'accesa battaglia legale tra accademici, Ministero della Salute e animalisti, con questi ultimi che accusano i ricercatori di maltrattamento animale. Dopo che quindi il progetto era stato interrotto per ben due volte, lo scorso gennaio il Consiglio di Stato aveva dato il via libera definitivo agli esperimenti. La LAV ha ora annunciato di aver vinto il ricorso al TAR del Lazio in merito all'accesso ai documenti sul benessere e lo stress degli animali.
La posizione della LAV
Dopo l'approvazione dello scorso gennaio, la LAV era riuscita a ottenere che venissero fornite maggiori informazioni sulle attività del progetto e sul benessere psico-fisico dei macachi. Nella sentenza si leggeva infatti che il Consiglio di Stato chiedeva maggiori prescrizioni all'Università di Parma e in particolare «l'obbligo imprescindibile, di effettuare e depositare rapporti periodici e frequenti che includano aspetti di competenza dell'etologo, e che si soffermino anche sulle condizioni di stress e di possibile interazione tra specie animali». Nonostante le richieste al Ministero, la LAV non era però riuscita a ottenere l'accesso a questi rapporti. Il TAR ha adesso dato ragione all'associazione che ora potrà accedervi liberamente.
La Lega Anti Vivisezione continua quindi a mantenere alta l'attenzione sul caso soprattutto per monitorare le condizioni psico-fisiche dei primati. Chiederà inoltre che i rapporti sul benessere degli animali vengano affidati a un ente esterno e imparziale e non al personale coinvolto direttamente nel progetto. L'associazione animalista continua a sostenere che gli esperimenti sono troppo dolorosi e invasivi e che il progetto prevede l'accecamento degli animali, cosa che però è stata sempre negata da tutte le parti coinvolte negli studi.
La posizione del progetto LightUp
I ricercatori hanno infatti provato spesso a spiegare che nessun animale verrà reso cieco e che il progetto rispetta tutti i più alti standard di benessere animale. La campagna degli animalisti contro i ricercatori, portata avanti a partire dal 2019, è persino arrivata alle minacce personali e diverse sono le fake news circolate in rete alle quali i responsabili delle Università di Parma e Torino hanno risposto con un un documento di debunking e fact-cheking. Secondo quanto dichiarato dai ricercatori, gli animali non verrano resi ciechi ma subiranno delle lesioni leggere che non intaccano la vista e che potrebbero servire a migliorare la vita di centinaia di migliaia di persone.
Riguardo invece l'insostituibilità dello studio su primati nelle ricerca medica e negli interventi clinici, gli studiosi hanno più volte sottolineato come senza studi specifici sui macachi oggi non avremmo la stimolazione cerebrale profonda per trattare con successo il morbo di Parkinson o non potremmo utilizzare la neuroprostetica per aiutare le persone con lesioni spinali a recuperare la possibilità di movimento.