È vero che i porcospini, meglio noti come istrici, scagliano i loro lunghissimi aculei come arma di difesa contro i predatori? Nell'immaginario collettivo sicuramente, è un'idea molto comune quella che le istrici riescano a scagliare le strutture appuntite che formano il suo manto spinoso contro chi tenta di importunarle. In effetti non è raro ritrovare cani feriti dai porcospini, ed è proprio questa cosa ad aver alimentato la popolare leggenda.
Ma la realtà è spesso ben diversa dalle nostre idee, anche se vi è sempre un fondo di verità nelle leggende che circolano: no, i porcospini non sono capaci di lanciare i propri aculei, restando tuttavia un'arma di difesa eccellente.
Come utilizza davvero gli aculei il porcospino
Pensate che il porcospino è in realtà un animale africano, diffuso poi dagli antichi romani qui in Italia. Nel suo ambiente di vita, la savana, deve convivere con alcuni tra i predatori più pericolosi del pianeta: iene, leoni, leopardi e canidi.
Per sopravvivere l'evoluzione gli ha conferito un manto molto particolare. Il dorso di questo grosso roditore (sì, del porco ha solo il nome) è infatti "attrezzato" di numerosissime spine cave, dei peli modificati e irrobustiti dal caratteristico colore a bande chiare e scure. Queste strutture possono superare i trenta centimetri di lunghezza in alcune zone della schiena! Anche la coda, solitamente nascosta sotto le setole è armata con aculei più corti e fragili: per avvertire i nemici ed evitare pericolosi scontri, l'animale può farla vibrare facendola strusciare contro il resto del manto in modo da produrre un caratteristico suono. Le setole spinose si staccano con facilità conficcandosi altrettanto facilmente per poi ricrescere nelle settimane successive. Se siete frequentatori di montagna, li avrete ritrovati sicuramente vicino al sentiero oppure ai piedi di un albero utilizzato per marcare il territorio.
Quando un leone o un cane la importuna l'istrice gonfia il pelo, assumendo un aspetto decisamente intimidatorio accompagnato dal caratteristico tintinnio degli aculei. Se le molestie continuano, l'istrice batterà i piedi, farà roteare le punte e caricherà il nemico col posteriore cercando prima di pugnalarlo con le spine più spesse e corte. Sono noti casi di scontri che hanno portato all'uccisione di leoni, leopardi, iene e persino umani!
Mossi dal loro istinto predatorio e dalla curiosità, i cani possono essere molto attratti dai porcospini: non è raro ritrovare ferite di aculei di porcospino nel muso di cani che frequentano liberi zone naturali, soprattutto se lasciati scorrazzare di notte, quando i porcospini sono più attivi. Sono proprio questi eventi, difficilmente osservabili da spettatori umani che li bloccherebbero sul nascere, ad aver alimentato la leggenda di possibili "lanci". Il ferimento può avvenire anche infilando il muso direttamente nelle tane sbagliate.
Attenzione compagni dei cani: gli aculei del porcospino sono molto dolorosi e difficili da estrarre nella loro interezza. Se non estratti come si deve possono portare a infezioni che nei casi più gravi possono risultare fatali.
Chi sono i porcospini?
L'istrice crestata o porcospino (Hystrix cristata) è un grosso roditore africano della famiglia degli istricidi. La sua diffusione in Italia è attestata tramite fossili nel pleistocene, ma pare si sia estinto, per poi essere reintrodotto in tempi storici dai romani. Se ve lo state chiedendo, no, non è imparentato con i ricci (sottofamiglia Erinaceinae), che non sono roditori ma eulipotifli un tempo noti come insettivori, né tantomeno con i ricci di mare (invertebrati echinodermi). La caratteristica condivisa di essere spinosi è evidentemente un meccanismo difensivo molto efficiente, tanto da essersi evoluta molte volte e sotto diverse forme nel corso del tempo.
Hystrix crestata è una specie erbivora, anche se occasionalmente è stata osservata sgranocchiare ossa per soddisfare una carenza di calcio o quando ritrova carcasse fresche.
Sono animali notturni, sociali e territoriali. Le secrezioni prodotte dalle ghiandole anali sono utilizzate per marcare il territorio e per indicare la propria presenza, mentre i segnali vocali sono utilizzati per l'interazione maschio-femmina e per avvisare i conspecifici di eventuali pericoli o durante incontri aggressivi. Durante il corteggiamento il maschio avvicina la femmina utilizzando un'andatura bipede e poi la monta, e la femmina mostra il suo "apprezzamento" attraverso l'esibizione della coda. Diversi individui possono condividere la stessa tana.
Ma vi è anche un'altra specie molto comune chiamata comunemente porcospino, sebbene in realtà dal punto di vista evolutivo sia solo un lontano parente delle vere istrici: l'ursone o porcospino nordamericano (Erethizon dorsatum) diffuso in Canada, Stati Uniti e Messico. Un ursone adulto ha circa 30.000 aculei che coprono tutto il corpo tranne il ventre, il viso e i piedi.