Un lupo vittima di bracconaggio è stato trovato morto nella Provincia autonoma di Trento. Il rinvenimento è stato fatto ieri in località Castel Penede a Nago Torbole su segnalazione di alcuni cacciatori del posto.
Sul posto è intervenuto il Corpo Forestale trentino che ha constatato la presenza di diverse fratture e contusioni sul corpo dell'animale. La prima ipotesi era quindi quella di un investimento su strada, tuttavia il successivo esame veterinario sul corpo ha rilevato la presenza di un colpo di un'arma da fuoco. Il lupo è stato quindi ucciso da un bracconiere. Si tratta quindi del primo caso noto in Trentino dal ritorno della specie 13 anni fa.
Alla luce della scoperta la Provincia ha fatto sapere che adesso si procederà con gli approfondimenti da parte dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che avrà il compito di accertare con precisione le cause della morte dell’animale. Sulla base del referto, il Corpo forestale trentino procederà con la denuncia contro ignoti.
Anche l’Ente Nazionale Protezione Animali ha fatto sapere di essere pronta a denunciare e a costituirsi parte civile in un eventuale processo: «Non si può uccidere impunemente un animale, specialmente se appartenente ad una specie protetta, importantissima per il mantenimento della biodiversità. Confidiamo nel lavoro del Corpo forestale provinciale, che saprà condurre le necessarie indagini di polizia giudiziaria, al fine di individuare l'autore del grave reato e assicurarlo alla giustizia».
Il lupo è infatti ancora particolarmente protetto dalla legge 157/92 e dalle convenzioni internazionali e dalla direttiva europea Habitat. Solo poche settimane fa il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha respinto la richiesta di declassamento per lo status di protezione del lupo, che resta così una specie «rigorosamente protetta». La richiesta puntava a garantire agli Stati membri un maggiore margine di manovra per prelievi e abbattimenti in caso di attacchi al bestiame.
La questione del lupo in Trentino è un aspetto dibattuto, e più di una volta il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha chiesto autonomia nella gestione della specie. Oggi con una nota ufficiale co-firmata dall'assessora all'Agricoltura Giulia Zanotelli è tornato a ribadire la conflittualità uomo-animale, piuttosto che la gravità dell'episodio: «Uno dei temi posti all’attenzione dei Comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza e degli incontri con il Ministero è proprio quello della convivenza tra uomo e grandi predatori. Una convivenza che necessita di regole che sono indispensabili perché la loro assenza può produrre atti di autoregolamentazione adottati dal singolo».