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17 Aprile 2022
11:08

Lupo scambiato per un cane smarrito sui social. L’esperto: «Verificate prima di condividere»

Sui social è stata condivisa centinaia di volta la foto di un presunto Cane Lupo Cecoslovacco smarrito. Ugo De Cresi, fotografo naturalista e coordinatore della pagina Zampe Libere, ha smentito la fake news: si tratta in realtà di un lupo.

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Parte da un esperto di lupi il debunking sui social per fermare la diffusione di fake news sugli avvistamenti di fauna selvatica e in particolare del lupo nei boschi dell'Appennino ligure. Ugo De Cresi, fotografo naturalista e coordinatore della pagina Zampe Libere, si schiera contro la condivisione incontrollata di notizia sugli animali per salvaguardare la loro sicurezza e il loro habitat.

La denuncia tramite i passaggi salienti della nascita di una "bufala" circa l'avvistamento di un Cane Lupo Cecoslovacco, in realtà un lupo, a Cuquello, parte del comune di Sardigliano, in provincia di Alessandria. Mercoledì 6 aprile il signore Tiziano Bassetto posta la foto di un lupo che passa sottotraccia e fa pochissime condivisioni, il 12 aprile la foto arriva sulla bacheca di alcuni gruppi di ricerca animali scomparsi dove gli utenti aggiungono una didascalia: "È per caso il Lupo Cecoslovacco scappato a Busalla?", si domandano.

I post provocano una discussione infuocata sulla presunta identità dell'animale: Cane Lupo Cecoslovacco o lupo?. «Ho ricevuto 61 messaggi Facebook di persone che mi segnalavano questa fotografia – racconta Ugo De Cresi – Il giorno dopo ho scritto un post in cui ho spiegato che di questo lupo conosco la storia e che non si tratta, dunque, del Cane Lupo Cecoslovacco scappato a Busalla». La conferma arriva a Kodami anche da nostre fonti: quel cane è già sistemato da oltre un mese e mezzo, ma finora la notizia non è ancora stata resa pubblica. Così la polemica non si spegne.

«Decine e decine di persone in Italia ora si buttano nel flame social per dire "al lupo, al lupo" oppure "no, è un Cane Lupo Cecoslovacco". Persone che ovviamente non hanno mai messo un piede nel bosco e che non hanno mai avuto nessuna esperienza di identificazione – continua De Cresi – Non dimentichiamo poi che la foto è un dettaglio ma quello che veramente interessa è la storia di un soggetto avvistato».

Il lupo in questione è seguito da De Cresi da due mesi perché particolarmente confidente: «Le ultime foto che mi ha inviato la signora che lo ha fotografato il 5 aprile, in particolare una, mostra un animale che, come già avevo preventivato, ha sostanzialmente un occhio chiuso. Questo mi fa precipitare in un terribile deja vu perché, tra il 2015 e il 2017, non lontano da quella zona, più o meno a Tortona, ho seguito un lupo che era diventato confidente, prima si era avvicinato alle case, poi al cimitero, infine alla strada. Negli ultimi avvistamenti fatti di quell'animale avevo portato con me due veterinari e un ottico dell'ospedale di Tortona perché avevo visto che il lupo aveva una postura molto sbilanciata. Dai dottori è arrivata la conferma: quell'esemplare era ipovedente, tanto è vero che poi è morto investito». Addirittura raccontando l'episodio parallelo sul suo profilo Facebook, alcuni lettori capiscono che la storia si riferisca al lupo di Cuquello e iniziano a commentare: "serverebbe una visita", e altri consigli non richiesti. Sul lupo in questione, tra l'altro, il sospetto di una parziale cecità c'è ma siamo ancora a livello di ipotesi.

Chiaramente falsa invece la notizia rimbalzata sui social che si tratti di un Cane Lupo Cecoslovacco: «Le persone hanno spammato ovunque la fake news compresa sulla pagina "investigatori naturalistici" che conta 30mila utenti. Quando parlo di procurato allarme è perché in effetti si fa partire una catena di informazione falsa e anche nel momento in cui viene smentita gli utenti non si arrendono dicendo di avere ricevuto personalmente la foto, magari da una catena su Whatsapp».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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