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27 Febbraio 2021
13:00

Lupo italiano, chiesta la vigilanza dell’Europa. Polemica a Trento e a Bolzano

Far vigilare l'Europa sul piano di conservazione e di gestione del lupo italiano.  E' questo ciò che ha portato l’organizzazione “Save our wolves international” a scrivere una petizione a Bruxelles contestando le scelte del Governo fatte dall’ex ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Sono stati loro stessi, in questi giorni, a illustrare l'atto avviato nel 2017 in una seduta della Commissione petizioni.

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Far vigilare l'Europa sul piano di conservazione e di gestione del lupo italiano. E' questo ciò che ha portato l’organizzazione “Save our wolves international” a scrivere una petizione a Bruxelles contestando le scelte del Governo fatte dall’ex ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Sono stati loro stessi, in questi giorni, a illustrare l'atto avviato nel 2017 in una seduta della Commissione petizioni. «Il nostro timore riguarda il piano di conservazione del ministro Galletti che proponeva due azioni: la diminuzione della popolazione e l’eliminazione completa del cane lupo ibrido», spiega Stefania Falcon di Save our Wolves international, che sottolinea come sia «cruciale che l'Unione faccia un follow-up continuo sulla situazione del lupo italiano, specie ora che la razza è in espansione», aggiunge.

Ogni anno vengono uccisi 400 lupi per il bracconaggio

«In Italia – precisa l'illustratrice della petizione – continuiamo ad avere un alto tasso di mortalità causato dal bracconaggio, che crediamo abbia provocato la morte di circa 400 esemplari all’anno. Gli animali vengono uccisi anche con pesticidi: tutto questo è terribile». Due sono le questioni che mettono a rischio la sopravvivenza del lupo: il bracconaggio e l’ibridizzazione. Quest'ultima, sottolinea Falcon,  «ha ripercussioni sul patrimonio genetico» e avverrebbe soprattutto per colpa dell’alto numero di cani randagi. Secondo stime presentate dall’organizzazione alla Commissione, in Italia ce ne sono circa 700mila.

La risposta della Commissione: l'Italia è il Paese Ue che ne ha di più

A rispondere a Save our wolves international è stato Marco Cipriani, della direzione generale Ambiente della Commissione europea. «Se prendiamo gli ultimissimi dati inviati dall'Italia alla Commissione europea notiamo un miglioramento continuo della popolazione, anche in termini di dimensioni – dice – L’Italia è uno degli Stati membri con la più grande popolazione di lupi: ce ne sono circa 2.000. Questa espansione pone molte sfide anche per la protezione del bestiame. Siamo consapevoli del fatto che permangono due minacce principali: il bracconaggio e l’ibridizzazione con cani, soprattutto randagi, il cui numero è in aumento». Cipriani ha in particolare parlato della necessità di «dare priorità all’eliminazione delle cause principali dell’ibridizzazione tramite un miglior controllo della popolazione dei cani randagi». «La Commissione – aggiunge – può fornire sostegno alle autorità nazionali e affrontare queste sfide. In realtà, l'Italia ha già lavorato contro queste due minacce e grazie ai progetti Life».

Trento e Bolzano stilano le linee guida per la gestione del lupo. L'ira degli ambientalisti

Intanto, le Province autonome di Trento e Bolzano hanno stilato le nuove linee guida per la gestione del lupo che sono state mandate all’Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale, per ottenere i pareri necessari al via libera. Le leggi danno ai presidenti delle due Province autonome la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione sia dell’orso (Ursus arctos) sia del lupo (Canis lupus), previo parere dello stesso Ispra e qualora non venissero messa a rischio le specie.

«L’obiettivo che ci siamo prefissati con i colleghi della Provincia autonoma di Bolzano è quello di garantire l’incolumità delle persone, oltre alla sopravvivenza e al rilancio delle attività agricole di montagna, che svolgono un prezioso lavoro di manutenzione del paesaggio e che in alcuni casi si trovano ad operare in situazioni di forte disagio legate alla presenza di grandi carnivori», commenta l’assessore provinciale all’Agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli.

Le linee guida hanno fatto reagire gli ambientalisti: «Le due Province sembrano voler aprire un nuovo fronte conflittuale», replica Massimo Vitturi, responsabile nazionale per gli animali selvatici della Lav, la Lega anti-vivisezione.  In questo modo, precisa, «entrano in netta contrapposizione con la volontà di tutti quei cittadini che, consapevoli che i lupi non hanno mai creato alcun problema alle persone, sono schierati a favore della protezione integrale degli animali».

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