Il Parco Nazionale della Maiella ha iniziato il 2024 con un lupo ferito, il primo del nuovo anno. L’animale è ora ricoverato presso la Clinica per animali selvatici del Wildlife Research Center del Parco.
Si tratta di un lupo maschio adulto, vittima di un incidente stradale e ritrovato in una strada di montagna del territorio abruzzese: «Purtroppo ne arrivano tanti nelle stesse condizioni – spiega a Kodami Simone Angelucci, responsabile dei servizi veterinari del Parco Nazionale della Maiella – Fortunatamente non è in pericolo di vita, si tratta di un animale di circa 38 chilogrammi, e questo ci dà indicazione su un buono stato di salute e sociale, probabilmente appartiene a un branco del territorio».
Le condizioni in cui è stato ritrovato fanno escludere che si possa essere trattato di un caso di bracconaggio: «È stato investito, come purtroppo capita a molti lupi», chiarisce Angelucci
Al momento però la prognosi è riservata: «Non sappiamo se potrà tornare a usare gli arti inferiori, ha riportato un trauma a livello delle vertebre lombari, dovremo capire se risponderà alle terapie. Lo sapremo solo tra qualche giorno. Al momento siamo fiduciosi, ma è troppo presto per avere certezze».
Bisognerà quindi aspettare per sapere se il lupo potrà essere liberato in natura: «Se sarà possibile lo muniremo di radiocollare – spiega Angelucci – Potrebbe essere un importante passo in avanti per il monitoraggio dei lupi nel nostro territorio».
La Clinica per Animali Selvatici del Wildlife Research Center del Parco si occupa di cura e riabilitazione di animali selvatici, conduce attività di ricerca relativa all'interfaccia ecologica e sanitaria tra animali selvatici e uomo. E segue con tecniche innovative di monitoraggio gli animali tornati nel loro territorio, in modo da ottenere importanti e più aggiornate conoscenze per favorire la coesistenza.
Tra gli animali spesso ricoverati in clinica ci sono, appunto i lupi, attualmente considerati una specie “rigorosamente protetta”. La Commissione Europea vorrebbe, però, declassare lo status di protezione. Da “rigorosamente protetta” a specie “protetta”. Contro questa decisione è già sceso in campo il Wwf, che ha definito la decisione «grave e senza alcun fondamento scientifico. Motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni».