Sulla tutela del lupo la norma è chiara e segue le direttive europee: sono vietati la cattura, l'uccisione, il disturbo, il possesso, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione. E la convivenza tra uomo e lupo non si può risolvere uccidendo gli animali. Informazione e tutela sono centrali. A metterlo nero su bianco è stato l'assessore alle Risorse agroalimentari e forestali del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, alla II Commissione consiliare regionale per cercare di spiegare cosa si può fare per definire quello che per molti è sempre più un allarme: l’avvicinamento (naturale) del lupo alle aree abitate.
La questione che è stata sollevata è legata anche al fatto che nella vicina Slovenia la politica è riuscita a prevedere l’abbattimento degli animali in determinati casi. Altro aspetto che è stato sottolineato è l'utilizzo dei cani da guardiania, che però dovrebbe prevedere la formazione degli allevatori nel possedere questo particolare tipo di cani, affinché non risultino pericolosi, e contributi per stipule assicurative.
Per conto dell'università di Udine, c’è la massima disponibilità a parlarne. Stefano Filacorda, ricercatore dell'ateneo, ha espresso la disponibilità di avviare monitoraggi e trovare un sistema di convivenza con questi animali, dal Carso alla montagna. «Ci sarà una riduzione delle aree pascolate, alcuni allevamenti dovranno cambiare gli animali da portare all'alpeggio, perciò ci vogliono trasparenza e informazione tecnica – ha detto – Per l'orso abbiamo utilizzato il controllo con collare, ma sappiamo che non basta. Ed è vero che il lupo è sempre più vicino agli abitati, questo però non deve creare allarmismo ma una rete di comunicazione. Dobbiamo cercare di cambiare il comportamento dei lupi, anche perché sappiamo che è possibile».
Gli animalisti non amano scelte di pancia. «La cosa peggiore è lasciare che il problema sia gestito a livello emozionale», ha commentato Massimo Vitturi, responsabile area nazionale animali selvatici della Lega anti vivisezione (Lav).
Il responsabile del servizio regionale Biodiversità, Gabriele Iacolettig, ha parlato della colonizzazione del lupo in Friuli Venezia Giulia, cominciata in pianura, e che vedrà un’ulteriore espansione. «il numero dei branchi – ha detto – è di uno ciascuno nei Magredi, Cansiglio, Pedemontana pordenonese, Tarvisiano e 2 o 3 in Carnia; ogni branco è formato da 4 a 6 lupi, ciascuno domina 100/250 chilometri quadrati, ecco perché ci aspettiamo un aumento nei prossimi anni. Dove si insedia un branco, non se ne insedia un secondo, ma certo aumenteranno. Con l'università si sta cercando di catturali e mettere loro un collare per monitorarli, ma non è facile».