Gli italiani che vivono nelle aree rurali, dalle valli trentine all’Appennino, dalla Maremma alla Lessinia, non sono spaventati dalla presenza dei grandi carnivori, e pensano che abbiano tutto il diritto di esistere nel nostro Paese. Sono questi i dati emersi dalla ricerca sulla percezione dei grandi carnivori tra i residenti più esposti alla sfida della convivenza con queste specie di animali, commissionata a novembre scorso dall’Eurogroup for Animals, la coalizione europea delle associazioni di tutela degli animali, della quale fa parte anche la LAV. Dati a dir poco sorprendenti e soprattutto in netta controtendenza con la narrazione di certa politica, nazionale ed europea che, alla ricerca continua del consenso, specula sulla paura invece di dare qualche risposta utile alle legittime preoccupazioni delle persone.
Lo studio è stato presentato questa mattina a Montecitorio, dove si è tenuta la tavola rotonda “Costituzione e animali selvatici – L’attuazione giurisprudenziale e legislativa dei principi costituzionali di tutela di ambiente e biodiversità – Il caso della fauna selvatica”, organizzata da LAV e WWF, con il supporto di ENPA, LAC, LEIDAA, LIPU, LNDC e OIPA, il cui obiettivo era indagare il perché, nonostante l’inserimento di questi principi nella Carta alla fine del 2022, da allora si registri una produzione di atti normativi e amministrativi che invece stanno portando a una progressiva riduzione dei livelli di tutela della fauna selvatica. Nello specifico, le associazioni si chiedono per esempio, il perché le sanzioni per le attività illegali come il traffico di animali selvatici, non siano abbastanza severe rispetto ai profitti che queste attività generano e perché ci sia ancora una grave carenza di controllo sul territorio. Ma anche il motivo per cui ci sia ancora una scarsa comprensione di quanto i crimini contro gli animali selvatici possano influenzare la salute umana.
Tornando allo studio, i dati quindi smentiscono completamente la narrazione della politica relativa alla presunta preoccupazione generata dalla presenza di orsi e lupi sul territorio e la cosa ancora più interessante è che, più della paura e degli incidenti con i grandi carnivori, che continuano ad essere eventi estremamente rari e soprattutto legati alla mancanza di conoscenza del comportamento che bisogna avere qualora si dovessero incontrare, c’è un 50% degli intervistati che ha dichiarato di sentirsi molto più insicuro nell’uscire durante la stagione di caccia.
Al netto, insomma, delle varie sfaccettature dell'indagine, ciò che emerge in maniera sostanziale dal sondaggio è la necessità di fornire maggiori informazioni sul tema dei grandi carnivori, come dimostra il 74% dei cittadini intervistati che ha dichiarato di sapere poco o nulla su cosa fare in caso di incontro con lupi e orsi, mentre rispettivamente il 76% e il 69% ha affermato di sapere poco o nulla sullo stato dei grandi carnivori in Europa. Al punto che il 63% degli intervistati ha espresso il desiderio di ricevere una specifica educazione sul loro comportamento, sottolineando che capire come imparare a dissuaderli in modo sicuro in caso di incontro contribuirebbe al loro senso di sicurezza. Per questo le associazioni torneranno a chiedere al Presidente della Repubblica di intervenire contro le dichiarazioni roboanti dei politici, invitandoli a sostituirle con informazioni scientifiche circostanziate.