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5 Gennaio 2021
10:00

Lupi della Lessinia: la possibile convivenza con gli uomini

Il ritorno del lupo nel veronese è stato un evento entusiasmante ma ha anche destato preoccupazione ai pastori. La politica veneta non si è esposta molto a riguardo, ma noi possiamo fare la nostra parte aiutando a promuovere una convivenza pacifica.

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Sono passati otto anni da quando le fototrappole del Corpo Forestale dello Stato hanno ripreso per la prima volta un lupo in Lessinia, a Nord di Verona, a quasi un secolo dalla sua scomparsa. Si trattava di una lupa della sottospecie italicus, proveniente probabilmente dalle Alpi Occidentali piemontesi. Di lì a poco, Giulietta (così è stata soprannominata) avrebbe cominciato a condividere il territorio con Slavc, un maschio radiocollarato di origini slovene, arrivato anche lui in Veneto nello stesso periodo. Il loro incontro, e successivo accoppiamento, è stato il primo contatto tra due popolazioni di lupo (quella italiana della sottospecie Italicus e quella dinarica-balcanica appartenente alla sottospecie Lupus) separate da secoli. Giulietta e Slavc abitano ancora questi territori e oggi vengono considerati la coppia Alpha del primo branco dell’Italia Nord orientale.

I problemi della convivenza con i lupi della Lessinia

Fin dal primo momento, il ritorno del lupo in Lessinia non ha generato solo entusiasmo. L’atavica paura umana per questo animale, la competizione con il mondo della caccia (gli ungulati sono le prede favorite del lupo) e il conflitto con produttori e pastori, hanno complicato la convivenza con l’uomo. «Il problema è che non sappiamo più come condividere il territorio con il lupo, il quale da troppo tempo non faceva più parte della quotidianità per i pastori – sostiene Michele Maria Franceschi dell’azienda agricola “Quercia e Tiglio” e guida ambientale escursionistica – Per fare in modo che la convivenza diventi il più possibile pacifica, bisogna intervenire su diversi fronti, prima di tutto sulla comunicazione».

«Un altro tema importante – sempre secondo Franceschi  – è il rimborso del capo predato. In provincia di Bolzano, nel caso in cui venga predato un capo da parte di un lupo, in un mese viene fatta l’analisi del caso e il pastore riceve il il 100% del valore del capo perso, mentre in Veneto le tempistiche sono lunghe e viene inoltre, lasciato spazio a chi fa il “furbo”, fingendo una predazione del lupo anche se la morte avviene per altre cause».

«Non bisogna infine dimenticare – conclude il produttore – che il contadino può anche lavorare con consapevolezza, proteggendo le sue greggi senza lasciarle incustodite per giorni. In questo modo diminuisce i rischi di aggressione e, di conseguenza, gli effetti negativi della presenza del lupo sulla vita dei produttori».

La posizione della politica veneta sui lupi della Lessinia

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La politica veneta, intanto, sembra avere le idee poco chiare o preferisce non esporsi troppo. Il governatore Zaia anni fa dichiarava con sicurezza la sua opinione positiva riguardo la presenza del lupo in Lessinia, salvo poi scegliere di ritirarsi dal progetto di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il primo progetto coordinato di monitoraggio nazionale del lupo a cui prendono parte tutte le regioni alpine. Il motivo per il quale la Giunta Provinciale rinuncia a prendere parte al progetto è la presunta spesa eccessiva da parte delle istituzioni, rimane però il dubbio che si tratti di una decisione rivolta alla tutela dell’elettorato diffuso all’interno di Coldiretti, schierato apertamente contro la presenza del lupo. «Bisogna garantire la sicurezza di cittadini e allevamenti» riporta in un articolo Coldiretti Veneto nel settembre di quest’anno a seguito di un atto di predazione da parte del lupo sul monte Nevegal. «Occorre ripristinare l’equilibrio naturale con azioni decisive e strategiche».

Perché scegliere di stare dalla parte dei lupi

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Mettendo da parte la politica, ognuno può fare la sua parte per tutelare i produttori, senza però puntare il dito contro il lupo. Se il pastore si vede obbligato ad investire per la protezione del terreno, acquistare recinzioni, cani da guardiania, dissuasori acustici o visivi, il prezzo del formaggio, del miele e delle olive, dovrà necessariamente aumentare. Scegliere i produttori che lavorano correttamente in un’ottica di convivenza con il lupo può rappresentare un’opzione consapevole che avrà ricadute positive sulla fauna e sull’economia del territorio
Non bisogna dimenticare, inoltre, che la presenza del lupo sul territorio contribuisce ad evitare concentrazioni non sostenibili di specie a forte impatto, come il cervo e il cinghiale.

Attuare campagne di sensibilizzazione sull’argomento e abituarsi alla collaborazione con tutte le parti in causa è quindi la strada da seguire per una sempre più serena convivenza. Da questo percorso dovrà passare, però, anche la politica che non può più girarsi dall’altra parte di fronte ad un animale che, grazie a Giulietta e Slavc, condivide con l’uomo il territorio della Lessinia.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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