Ancora un lupo vittima del bracconaggio in Italia, questa volta nel Casertano, dove le guardie zoofile dell’Enpa hanno trovato il corpo senza vita di una femmina.
Il ritrovamento è avvenuto sabato scorso nel territorio del Comune di Roccaromana, in provincia di Caserta. Le guardie zoofile sono intervenute nella frazione di Statigliano dopo la segnalazione sulla presenza di un animale morto: una volta sul posto hanno trovato la lupa ormai morta, sul corpo i segni di tre colpi d’arma da fuoco.
È stata quindi immediatamente contattata la Asl di riferimento per il recupero del cadavere e il trasporto all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Portici, dove verranno svolti tutti gli accertamenti previsti in questi casi. Dell’accaduto sono ste anche avvisate le forze dell’ordine, che hanno avviato un’indagine, ma sembra evidente che si sia trattato di un episodio di bracconaggio: qualcuno ha voluto sparare alla lupa, lasciandola poi morta o in fin di vita sul terreno.
L’Enpa ha già annunciato l’intenzione di presentare denuncia per l’uccisione, puntando nuovamente il dito su quello che definisce, «un vero delitto che da anni chiediamo sia adeguatamente e specificatamente riconosciuto nel Codice Penale. Quando accaduto è un atto criminale gravissimo – ha detto Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – che arriva in un momento in cui l’allarmismo infondato sulla presenza dei lupi è salito alle stelle, soprattutto sui social network. Sui lupi c’è tanta disinformazione. In pochi ricordano che il lupo ha diritto non solo alla piena tutela, ma anche al pieno riconoscimento della sua importanza in natura. Troppo lentamente si va facendo strada la conoscenza della sua figura tanto importante nell'equilibrio delle popolazioni selvatiche. È il maggior predatore dei cinghiali che costituiscono la quasi totalità della sua alimentazione. Basta con l'ignoranza, la diffamazione, la colpevole disinformazione».
«Ci auguriamo che in tempi brevi, finalmente, l'Italia adegui il suo sistema sanzionatorio a quanto l'Europa da tanti, troppi anni, ha chiesto con la Direttiva sulla tutela penale dell'ambiente sin dal 2008 – conclude Rocchi – È imprescindibile rivedere un sistema sanzionatorio oggi paurosamente debole e insufficiente. Enpa chiede giustizia per questa lupa».
Enpa: «Pene ancora troppo lievi per il bracconaggio»
La direttiva in questione è la 2008/99/CE emessa dal Parlamento e dal Consiglio Europei il 19 novembre del 2008, che istituisce misure collegate al diritto penale allo scopo di tutelare l’ambiente in modo più efficace: «L’esperienza dimostra che i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti per garantire la piena osservanza della normativa in materia di tutela dell’ambiente – si legge nella direttiva – Tale osservanza può e dovrebbe essere rafforzata mediante la disponibilità di sanzioni penali, che sono indice di una riprovazione sociale di natura qualitativamente diversa rispetto alle sanzioni amministrative o ai meccanismi risarcitori di diritto civile».
La direttiva elenca una lunga serie di illeciti che dovrebbero rientrare nella fattispecie di reati penali, e come tali essere sanzionati. Tra questi c’è anche «l’uccisione, la distruzione, il possesso o il prelievo di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette, salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari e abbia un impatto trascurabile sullo stato di conservazione della specie».
Il lupo non rientra chiaramente in quest’ultimo caso. Se è vero che negli ultimi tempi la popolazione italiana è in aumento, e questi predatori sono stati avvistati spesso vicino ai centri abitati, è altrettanto vero che le associazioni hanno fatto un enorme fatica a creare le condizioni per il ripopolamento e che gli avvistamenti sono legati in gran parte alla necessità, da parte dei lupi, di spostarsi in cerca di cibo anche per l’eccessiva urbanizzazione del loro habitat. Il bracconaggio oggi rappresenta, insieme con l’investimento, la principale causa di morte di questi animali.