I cani delle unità cinofile della Guardia di Finanza di Livorno sono stati cruciali per mettere a segno un importante sequestro di cocaina arrivato in Italia su una nave partita dal Sud America. L’operazione, portata a termine grazie all’intervento dei cani anti-droga, ha portato al maxi sequestro di 51 chili di cocaina pura suddivisa in decine di panetti. La sostanza avrebbe fruttato alla criminalità organizzata un business da 35 milioni di euro.
Tutto lo stupefacente era nascosto all’interno di una struttura che stava trasportando un carico alimentare. Soluzione ideale sia per nascondere i panetti, sia per tentare di occultarne l’odore. Ma lo stratagemma non è stato sufficiente per ingannare il fiuto delle unità cinofile della Guardia di Finanza in servizio a supporto del reparto antifone dell’Ufficio delle Dogane della città labronica. Il servizio, inoltre, ha portato anche all’arresto di un trafficante.
Indispensabili per la buona riuscita dell’operazione sono stati, come detto, i cani in servizio nelle unità cinofile della Guardia di Finanza: a Livorno lavorano Brook, Gera e Jambo, due Pastori Tedeschi e un Labrador, razze scelte appositamente per lavorare fianco a fianco con i conduttori e compagni umani nelle operazioni anti droga. La Guardia di Finanza ha avviato ormai nel lontano 1976 il primo corso di specializzazione per conduttore cane antidroga, basandosi inizialmente su un corso tenutosi nel 1975 a Front Royal, in Virginia, e diretto da istruttori del Servizio Doganale degli Stati Uniti.
In quella occasione i militari presero confidenza con le tecniche descritte nel “Custom Dog Training Manual”, poi tradotto in italiano e utilizzato durante lo svolgimento dei corsi indetti dal Corpo, oggi sostituito dal “Manuale sull'allevamento e l'addestramento dei cani antidroga” redatto interamente grazie alle competenze interne del personale specializzato cinofilo e dei veterinari del Corpo.
Nel corso dell’addestramento, i cani vengono aiutati a riconoscere l’odore delle sostanze stupefacenti anche se nascoste, e la tecnica è simile a quella impiegata dai cani da ricerca e soccorso: il cane viene coinvolto in un gioco, nello specifico nella ricerca di un manicotto associato agli odori emessi da prodotti cannabinoidi, oppiacei, cocaina e derivati, ecstasy, allucinogeni e anfetamine. Una volta trovato il gioco, il cane riceve un premio dal conduttore, ed è in questo modo che viene abituato, in modo non coercitivo, a utilizzare il suo straordinario fiuto.
L’operazione di Livorno dimostra ancora una volta l’importanza del supporto cinofilo per l’individuazione di sostanze sospette che passerebbero del tutto inosservate all’occhio umano e, talvolta, anche ai sistemi tecnologici messi in campo nella lotta ai traffici illeciti. Il blitz antidroga in terra toscana arriva proprio a poche ore da un’altra operazione che, a Genova, ha portato al sequestro di cinque chili di marijuana.