La Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha chiesto chiarimenti all'Italia in merito all'emendamento Far West inserito nella Legge di Bilancio 2023. Gli uffici europei hanno scritto al Governo Meloni chiedendo chiarimenti in relazione alle possibili ricadute che la caccia estesa anche alle aree protette e alle città, potrà avere sulle specie protette dalle Direttive Habitat e Uccelli.
L'emendamento Far West è andato a modificare l'attuale legge quadro sulla caccia in alcuni punti fondamentali. Il più noto riguarda proprio la possibilità di sparare agli animali anche in aree protette e urbane, questo sarà possibile perché il testo considera la caccia come attività di gestione e contenimento dei selvatici, e non più come mera attività sportiva:
Le attività di contenimento disposte nell'ambito del Piano non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.
La Commissione Europea ha chiesto quindi al Governo italiano di chiarire alcuni passaggi in relazione al modo con cui le nuove disposizioni verranno attuate. In particolare, è stato chiesto di chiarire alcuni punti:
- Come si garantirà che nelle aree di Rete Natura 2000 non si pratichi l’abbattimento o la cattura delle specie che hanno giustificato l’istituzione delle aree stesse?
- In che modo l’emendamento caccia selvaggia garantisce il divieto di uccidere o catturare o disturbare gli animali selvatici così come stabilito dalle direttive habitat e uccelli?
- In che modo viene assicurato che la caccia «rispetti i principi di una saggia utilizzazione e di una regolazione ecologicamente equilibrata» garantendo che gli uccelli non siano cacciati «durante il periodo di nidificazione né durante le varie fasi della riproduzione e della dipendenza»?
Se le risposte del Governo non saranno giudicate adeguate dalla Commissione, per il nostro Paese si potrebbe aprire una una procedura d’infrazione per la mancata applicazione delle norme comunitarie, con pesanti ricadute economiche su tutti i cittadini nel caso in cui l’Italia dovesse alla fine essere condannata.
«La lettera della Commissione è una conferma di quanto abbiamo denunciato – hanno dichiarato le associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIPU e WWF Italia – Questa norma si pone in aperto contrasto sia con le direttive europee, sia con la Costituzione italiana e rende concreto il rischio di attivazione di una procedura di infrazione che peserà sulle tasche di tutti gli italiani. La portata di questa lettera va oltre l’ormai famoso emendamento “caccia selvaggia” e coinvolge l’intero approccio filo venatorio del Governo e di molte Regioni che porta ogni anno all’approvazione di calendari venatori che dopo essere impugnati dalle associazioni ambientaliste vengono puntualmente dichiarati illegittimi dai giudici amministrativi per violazione dei principi di tutela ambientale. È giunto il momento che la politica cambi radicalmente rotta, si occupi della tutela costituzionale dei beni comuni e non continui a farsi dettare l’agenda dai cacciatori e degli armieri».