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23 Aprile 2024
21:54

L’umano del cane Aron potrebbe ancora detenere altri cani

L'umano del cane Aron potrebbe ancora detenere altri cani. La persone al momento è indagata per aver bruciato vivo il suo Pitbull, eppure non è ancora stato raggiunto da un'ordinanza del Sindaco di Palermo per vietargli di detenere altri animali. Lo denuncia la Lav.

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L'umano del cane Aron, il Pitbull bruciato vivo a Palermo ancora non è stato raggiunto dal divieto di detenere altri animali. Lo denuncia la Lav, l'associazione animalista che attraverso la sua rete di volontari sul territorio ha seguito la vicenda dal primo momento, prestando anche soccorso al cane nei difficili giorni trascorsi tra la vita e la morte.

La Lav ha reiterato la richiesta al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, appellandosi anche all’assessore con delega ai diritti degli animali, Fabrizio Ferrandelli, di emettere ordinanza di divieto detenzione animali nei confronti di quello che era l'umano del cane Aron, la stessa persona che avrebbe dovuto proteggerlo e che invece secondo le più recenti ricostruzioni lo legò e diede alle fiamme, causandone la morte dopo giorni di agonia.

Era il dicembre 2023 e il Comune di Palermo aveva annunciato di volersi costituire parte civile all’avvio del procedimento penale nei confronti dell’uomo. Il procedimento è probabile però che non ci sarà. Il pm della Procura di Palermo, titolare del fascicolo d'indagine infatti ha presentato richiesta di archiviazione.

In attesa di conoscere la decisione della Procura, la Lav chiede che sia imposto almeno questo divieto: «Si tratta di un provvedimento doveroso e necessario nei confronti di un uomo pericoloso che potrebbe compiere nuovamente atti di maltrattamento e uccisione di animali e che dovrebbe divenire atto di prassi nei casi di tale gravità ed efferatezza», ha dichiarato Alessandra Ferrari, responsabile Area Animali Familiari dell'associazione.

Contestualmente, la Lav sta lavorando con il suo ufficio legale all’opposizione all’archiviazione del procedimento penale. Ricevuta notifica della proposta di archiviazione, infatti, l’Associazione l’ha duramente contestata chiedendo accesso al fascicolo per conoscerne le motivazioni e annunciando che «sarebbe andata avanti per dare giustizia al cane, dopo aver tentato con ogni mezzo di salvargli la vita».

Quello di Aron non è un caso isolato nel capoluogo siculo. In questi giorni un cane è stato ridotto in fin di vita e poi gettato in un cassonetto nel quartiere Cruillas. La sua vita è appesa a un filo esattamente come fu per Aron.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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