Il sole alto picchia forte e il termometro segna 35 °C ma a terra, sulla sabbia, la temperatura supera abbondantemente i 40. Dopo una rapida occhiata attraverso il binocolo, l'ornitologo Marcello Giannotti indica col dito un cespuglio di ammofila alla base della duna, proprio accanto a quella bottiglia di plastica. L'afa è insopportabile e distorce l'immagine negli oculari ma lei è proprio lì, immobile, e solo un impercettibile movimento della testa tradisce sulla presenza celata alla vista dal piumaggio color sabbia.
È una femmina di fratino, un piccolo uccello migratore che ogni anno torna sulle nostre spiagge per riprodursi. Sta covando le sue preziose uova sulla sabbia rovente, tra immondizia di ogni tipo e una manciata di bagnanti completamente ignari distanti qualche decina di metri. Quello della cova è il periodo più delicato in assoluto e Marcello spera che le uova si schiudano prima dell'arrivo del fine settimana, quando le spiagge vengono letteralmente invase dai turisti.
Il motivo di tanta apprensione è presto svelato: il fratino è una delle specie animali a maggiore rischio estinzione in Italia e potrebbe sparire completamente dalle nostre spiagge nel giro di qualche anno.
Un piccolo limicolo con l'acconciatura da frate
Becco nerastro corto e sottile, parti superiori color sabbia, parti inferiori bianche, testa arrotondata, collarino bianco, banda nera incompleta sul petto e zampe relativamente lunghe tipiche di un trampoliere. Il fratino (Charadrius alexandrinus) è un piccolo limicolo lungo appena 15-17 cm e che pesa circa 40-45 g, è una specie quasi cosmopolita e che nidifica nelle zone umide costiere e nei laghi salati interni di quasi tutti i paesi europei e dell'Africa del Nord.
In periodo riproduttivo il maschio è facilmente distinguibile dalla femmina, perché possiede il capo rossiccio e un'evidente macchia nera sulla fronte che ricorda vagamente la chierica che in passato distingueva gli ecclesiastici e i giovani iniziati al sacerdozio, da qui fratino: piccolo frate. A differenza di altri uccelli non nidifica sugli alberi ma a terra e il nido è una semplice buchetta scavata nella sabbia che viene delicatamente agghindata con minuscole conchiglie e sassolini.
Il periodo della nidificazione va da marzo ad agosto, proprio quello in cui le nostre spiagge sono più affollate e soffocate dalle attività umane. Ogni femmina depone di solito tre uova color camoscio decorate con macchiette nere irregolari che sembrano quasi spennellate dalla mano di un artista. Sia il maschio che la femmina covano le uova, di solito alternandosi rispettivamente tra notte e giorno, e l'incubazione dura mediamente 24-27 giorni.
Marcello Giannotti, coordinatore del progetto ARDEA Una spiaggia per il fratino, studia e tutela questa specie lungo tutta la costa della Campania da oltre 10 anni e spiega che, una volta nati, i pulcini sono in grado di camminare già dopo circa 24 ore. Appena nati seguono i genitori ovunque alla ricerca di cibo, costituito da piccoli invertebrati che vengono catturati tra il fango e la battigia, nell'acqua profonda pochi millimetri. Impiegheranno circa un'altro mese prima di imparare a volare e diventare completamente indipendenti.
Dalla deposizione all'involo ci vogliono circa 2 mesi, un periodo lunghissimo in cui sia uova che piccoli sono esposti a un numero praticamente infinito di pericoli.
Perché il fratino sta sparendo
Mentre assistiamo al raro momento del cambio di cova tra femmina e maschio, guardandosi intorno è facile immaginare come mai questo piccolo uccello stia sparendo così rapidamente dalle coste europee. La distruzione e alterazione dell'ambiente dunale che avanza inesorabilmente da decenni e un turismo di massa sempre più invasivo stanno lasciando sempre meno spazio alla natura e al piccolo fratino, la cui popolazione diminuisce anno dopo anno sempre più velocemente.
Marcello racconta che negli ultimi decenni, dati alla mano, la pressione delle attività umane sui già delicati e compromessi ecosistemi costieri sta purtroppo diventando sempre più schiacciante. Ogni anno in Italia perdiamo 5 Km di costa naturale e 10 Km di dune e vegetazione a causa della cementificazione e del consumo di suolo e se a questo aggiungiamo il modo scellerato in cui gestiamo e fruiamo delle nostre coste, la situazione diventa sempre più critica. Un altro studio recente sulla conservazione degli habitat dunali italiani, infatti, riporta che ben l’88% è in cattivo stato di conservazione e il restante 12% in condizioni inadeguate.
Per un uccello che depone a terra e che punta tutto sul camuffamento per proteggere uova e piccoli, anche un telo da mare troppo vicino al nido o una ciabatta infradito che calpesta il quadrato di sabbia sbagliato possono mandare in frantumi un'intera covata. E infatti i numeri delle uova che riescono a schiudersi e dei piccoli che riescono a raggiungere l'età adulta sono davvero bassissimi, nonostante il fratino posa rimpiazzare rapidamente le uova perse deponendone subito di nuove.
Pulizia meccanica delle spiagge con mezzi pesanti, cattiva gestione degli stabilimenti balneari, esigua estensione delle aree protette lungo le coste, vandalizzazione dei nidi, cani randagi o lasciati liberi nei pressi di uova e piccoli sono solo alcune delle criticità che minacciano il fratino e il suo habitat, e se a queste minacce sommiamo anche una scarsissima sensibilità naturalistica nei confronti degli ecosistemi costieri e la difficile interazione tra enti ed esperti del settore, ecco che la frittata è fatta.
Immaginate quindi quale potrebbe essere l'impatto di un grosso evento, come il Jova Beach Party, con oltre 60mila persone che ballano e saltano tutte insieme su una spiaggia. Non a caso il fratino è diventato nel 2019 e nel 2022 il principale "antagonista" di Jovanotti e dei suoi insostenibili megaconcerti in spiaggia.
La drammatica situazione del fratino in Italia
Marcello Giannotti e i tanti ornitologi e volontari che studiano la specie in Italia, spesso dedicano buona parte delle loro estati a pattugliare e a proteggere tutte le spiagge dei fratini. In tanti anni di attività ne hanno viste davvero di tutti i colori, nel bene e nel male. La dedizione con cui i genitori covano e accudiscono i piccoli con qualsiasi tipo di condizione meteorologica è a dir poco commovente.
E quando un gabbiano, una cornacchia o un'ignaro bagnante si avvicina troppo ai piccoli, mamma e papà fingono di avere un'ala spezzata e si allontanano dal nido piano piano portandosi dietro il predatore. Appena raggiunta una distanza di sicurezza ecco che poi volano via come se niente fosse, lasciando il predatore con un pugno di mosche.
Nemmeno il caldo più afoso, la pioggia torrenziale o una tempesta di grandine possono scoraggiare i genitori dal proteggere i loro piccoli, ma nonostante ciò tutto può essere vanificato in un attimo, basta un quad che sfreccia illegalmente tra le dune o un trattore comunale che raschia via qualsiasi cosa trovi lungo la sua strada mentre pulisce il litorale.
Lungo tutta la costa italiana erano stimate nel 2014 tra le 1.301 e le 1.597 coppie, che nel 2016 sono diventate già poco più di 1000 fino ad arrivare al 2018, ultima stima nazionale disponibile, a un totale di 570-691 coppie nidificanti. Le regioni italiane a ospitare il numero di coppie più alto sono il Veneto (127-131), la Calabria (100), la Puglia (38-100) e la Sardegna (175-194). In tutta la Campania, invece, Marcello ci conferma che ci sono a malapena 15-20 coppie, tutte concentrate in un piccola striscia di sabbia lunga pochi km.
Nonostante la specie sia elencata in Allegato I della Direttiva Uccelli e protetta da tutte le norme nazionali e comunitarie, il declino della popolazione italiana sembra quasi inarrestabile ed stato stimato in circa il 50% in appena 10 anni: la specie in Italia viene dunque classificata come In Pericolo (EN) nella Lista Rossa delle specie minacciate. Con una situazione così tanto drammatica sembrerebbe, quindi, che non ci sia più posto per il fratino sulle nostre spiagge e che dovremmo rassegnarci all'idea di perderlo per sempre. Eppure Marcello sembra speranzoso e crede che qualcosa stia lentamente cambiando.
Come salvare il fratino, uccello a un passo dall'estinzione
La sensibilità e l'attenzione nei confronti di questo uccellino costiero e del suo fragile habitat è cresciuta molto negli ultimi anni. In tutta Italia, proprio come fanno Marcello e l'associazione ARDEA in Campania, ci sono gruppi di esperti, volontari e associazioni "amiche del fratino", che pattugliano, censiscono e soprattutto proteggono i nidi e i pulcini in tutta Italia.
A partire dal 2013, inoltre, è nato il Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino (CNCF) che, oltre a coordinare tutte le associazioni e gli esperti locali, ha tra gli obiettivi quello di produrre un Piano Nazionale per la conservazione della specie, effettuare censimenti accurati e aggiornati della popolazione italiana e promuovere assieme agli enti iniziative per la tutela del fratino.
Per salvare il fratino dobbiamo cambiare il mondo in cui gestiamo, utilizziamo e soprattutto puliamo le nostre spiagge. Promuovere la pulizia a mano delle spiagge, ripristinare l'ambiente dunale, istituire aree protette e coinvolgere gli stabilimenti balneari in questa difficile missione è però solo il primo passo. Il vero obiettivo da raggiungere è quello di riconsiderare totalmente la visione che abbiamo delle spiagge, non più come luoghi desertici, privi di vita destinati al solo uso e consumo umano ma veri e propri luoghi selvaggi da rispettare e tutelare, come lo sono una foresta, un lago montano o il delta di fiume.
In questo il fratino rappresenta una vera e propria bandiera, il portavoce e ultimo baluardo di un esercito di piante, insetti e tanti altri piccoli animali costieri che insieme a lui stanno soffocando sotto la pressione umana. Proteggere lui significa tutelare l'intero ecosistema spiaggia e i suoi abitanti, proprio per questo viene considerata una vera e propria specie ambasciatrice.
Marcello crede tantissimo anche nell'educazione ambientale e nel supporto che ogni singolo cittadino può dare alla causa del fratino, per questo porta avanti tantissimi progetti con le scuole e le associazioni locali e premia attraverso il progetto Una spiaggia per il fratino gli stabilimenti balneari più virtuosi e sostenibili, che hanno già iniziato a vantarsi della presenza del fratino sulle loro spiagge, che è tra l'altro uno dei requisiti per l'ottenimento della Bandiera Blu.
Anche noi possiamo fare la nostra parte
Ma nel nostro piccolo, in concerto con enti, associazioni, esperti e istituzioni, anche noi possiamo dare un grossa mano per salvaguardare questo piccolo trampoliere. Basta seguire poche semplici regole per rendere la nostra presenza in spiaggia meno impattante e più sostenibile possibile.
- Evitiamo di raggiungere la spiaggia con la macchina: parcheggiamo sulla strada e raggiungiamo la spiaggia a piedi per evitare di schiacciare i nidi con le ruote dell’auto;
- Scegliamo spiagge e gli stabilimenti balneari che rispettano le dune, la vegetazione e che promuovono un utilizzo consapevole e sostenibile degli ecosistemi costieri;
- Teniamo d'occhio e al guinzaglio i nostri cani sulle spiagge dove vive il fratino. Anche involontariamente possono schiacciare le uova o mettere in pericolo i piccoli;
- Anche noi allo stesso modo dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi e l'ombrellone. Non usciamo dai sentieri e restiamo nei primi 30 metri dalla battigia, lontano da dune e vegetazione;
- Se incontriamo un pulcino apparentemente abbandonato lasciamolo lì tranquillo, la mamma e il papà sono nei paraggi e torneranno non appena ci saremo allontanati;
- Ovviamente, se troviamo un nido, contattiamo gli esperti e le associazioni che studiano e tutelano questa specie in tutta Italia. Trovate tutti i contatti sul sito del CNCF;
- Parlate e raccontate agli altri chi è il fratino, qual è la sua vita e i pericoli che corre. Più persone lo conoscono più sarà facile proteggerlo.
Mentre Marcello completa la raccolta dei dati per studiare, segnalare e proteggere il nido trovato in spiaggia, si allontana rapidamente. Appena raggiunta la distanza di sicurezza, il maschio che si era allontanato qualche istante prima, corre come un forsennato verso le sue tre uova color sabbia. Una rapida scrollatina di piume ed è di nuovo accovacciato sul nido per tenere al fresco quelle tre giovani speranze che, tra mille pericoli, aspettano di scorazzare tra le dune senza sapere che nelle loro piccole zampe c'è il futuro di un'intera popolazione.
Se si ha la fortuna e il privilegio di assistere alla dedizione e alla caparbietà di questi piccoli limicoli o addirittura alla fragilità e all'insicurezza di un pulcino tremolate appena uscito dal suo uovo, è impossibile restare indifferenti alla sua storia e al fatto che il suo futuro e quello delle spiagge sia interamente nelle nostre mani. Una spiaggia per il fratino, per gli umani, per il ravastrello, per il giglio di mare, per lo scarabeo stercorario e per le cicindele è più che possibile, ma dipende solo ed esclusivamente da noi. Voi che spiaggia volete?