All'interno di un piccolo gregge di pecore, nelle selvagge e remote Highlands scozzesi, ci sono anche Luigi e Peaches, due giovani Pastori Maremmani impegnati in un addestramento davvero singolare, ovvero sorvegliare i cieli. In Scozia, infatti, non ci sono lupi o orsi e gli allevatori locali devono difendere i loro animali dagli attacchi dall'alto. I due Maremmani stanno quindi imparando proteggere le pecore e in particolare gli agnelli dagli attacchi delle aquile di mare o aquile di mare codabianca, una specie fino a poco tempo fa scomparsa ma tornata fortunatamente a solcare i cieli delle isole britanniche.
L'aquila di mare (Haliaeetus albicilla) fu infatti cacciata fino all'estinzione in tutto il Regno Unito, ma grazie a numerosi progetti di reintroduzione avvenuti negli ultimi decenni la specie è ora fortunatamente toranta a riprodursi ed è in crescita. Purtroppo però, con l'aumento del numero dei rapaci crescono anche i conflitti con le attività umane, in particolare le segnalazioni di predazioni sugli agnelli che vagano liberi per le campagne.
Il crescente numero di animali persi per colpa delle aquile sta inasprendo i conflitti con alcuni allevatori, che a causa dei danni economici subiti stanno chiedendo con insistenza che si possa tornare a cacciare i rapaci. L'aggravarsi della situazione ha quindi spinto Jonny e Daisy Ames della Rothiemurchus Falconry a lanciare un programma sperimentale di addestramento di cani da guardiania che possa permettere ad aquile e allevatori di convivere pacificamente.
«L'ultima cosa che vogliamo è vedere le aquile che vengono uccise grazie a nuove licenze di caccia e che si torni di nuovo al punto di partenza – ha detto Daisy Ames ad AFP – Deve esserci una soluzione che funzioni per entrambe le parti». E la soluzione potrebbero essere proprio gli antichi guardiani degli armenti italiani, da sempre allevati proprio per proteggere le greggi dai grandi predatori.
Un tempo le aquile di mare codabianca erano piuttosto comuni in tutta la Scozia, ma furono cacciate fino all'estinzione a partire XIX secolo, con l'ultimo individuo abbattuto nel 1918. Un programma di reintroduzione avviato nel 1975 ha poi riportato i primi pulli dalla Norvegia sull'isola di Rum, uno dei luoghi più selvaggi della Scozia. Altre aquile sono stati reintrodotte poi a Wester Ross tra il 1993 e il 1998 e sulla costa orientale nel 2007 e nel 2012 e ora i rapaci hanno finalmente stabilito una popolazione riproduttiva e in crescita lungo tutta costa occidentale della Scozia.
Il successo della reintroduzione dell'aquila di mare è stato però pagato a caro prezzo da alcuni allevatori, un po' come purtroppo sta accadendo in Italia con il ritorno del lupo. Per cercare una soluzione sulla strada della convivenza, Jonny Ames ha quindi deciso di sfruttare la sua esperienza con il Cheetah Conservation Project in Namibia, dove i maremmani sono stati addestrati con successo a tenere lontani dal bestiame persino i grandi felini.
Per addestrare Luigi e Peaches, Jonny e Daisy Ames stanno utilizzando un drone da far volare sui campi dove si trovano le greggi e le due reclute canine. Al drone è attaccato un pupazzo che ha le fattezze di un'aquila, che quando viene fatto volare simula un attacco verso gli animali allevati. «Il drone ha una grande aquila attaccata e in un certo senso bombarda un po' i cani – ha detto Jonny Ames – E se immagini un'aquila selvatica, quando arriva per attaccare, sicuramente se c'è un "lupo" lì non atterrerà».
Jonny e Daisy, entrambi falconieri, stanno anche utilizzando un'aquila di mare vera da mostrare ai cani in un ambiente controllato e sicuro mentre si ciba di una carcassa. «Non possono avvicinarsi l'un l'altro, ma vogliamo provare a mostrare ai cani che l'aquila è un predatore e se ce n'è una vicino agli agnelli allora devi volerla spaventare», ha spiegato Jonny Ames. Di indole mansueta con le persone, ma eccezionali nel difendere le greggi, i Maremmani potrebbero quindi essere la soluzione ideale per proteggere sia le greggi che le aquile.
In Scozia un allevatore può infatti beneficiare ogni anno fino a 5.000 £ (circa 5.800 €) di risarcimenti per le perdite causate dalle aquile, grazie ai fondi messi a disposizione dal Sea Eagle Management Scheme dell'agenzia governativa NatureScot. Tuttavia, alcuni allevatori sono arrivati a perdere anche fino a 30.000 £ (circa 34.800 €) di agnelli in una sola stagione. La strada verso una convivenza pacifica che non preveda l'uso delle doppiette è perciò ancora molto difficile e in salita e alcuni allevatori – pur non accusando direttamente i rapaci – non credono che i maremmani potranno essere utilizzati con successo su vasta scala.
L'addestramento di Luigi e Peaches è ancora in fase sperimentale e mentre i cani imparano a inseguire i droni e a scacciare le aquile, allevatori e istituzioni dovranno continuare a lavorare in stretta collaborazione per mitigare le predazioni di aquile di mare. L'utilizzo dei cani da guardia per proteggere le greggi in Scozia è infatti solo uno degli approcci possibili ma se ci sarà dialogo e intesa tra allevatori, esperti e istituzioni la convivenza sarà più che possibile. Magari proprio grazie all'antica razza italiana, da secoli alleato fondamentale per allevatori, animali domestici e soprattutto selvatici.