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28 Settembre 2024
16:00

Lucertole “sub”: ecco come fanno a respirare sott’acqua

Un gruppo molto particolare di lucertole è in grado di dotarsi di una sorta di caschetto pieno d'aria, con cui riescono a restare sott'acqua fino a 18 minuti.

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Le lucertole del genere Anolis sono decisamente peculiari. Alcune specie sono infatti capaci di restare sommerse sotto l'acqua per diversi minuti, sfruttando delle particolari bolle che consentono di respirare aria. Ciò permette loro anche di adottare delle strategie di fuga e di caccia molto particolari.

Queste lucertole, per esempio, sono in grado di sfuggire ai predatori immergendosi velocemente in acqua, restando immobili sul fondale, in attesa che gli aggressori si allontanino dalla superficie.

La specie più famosa in grado di adottare questa tecnica è l'Anolis aquaticus che più di tutti ha evoluto questo comportamento, riuscendo a stabilire il record di 15-18 minuti d'immersione. Questa lucertola è originaria del sud-ovest della Costa Rica e dell'estremo sud-ovest di Panama e ciò che l'ha spinta ad adottare l'immersione come strategia di fuga è stata la sua relativa lentezza nella corsa rispetto ai predatori.

Per riuscire a produrre la bolla d'aria che gli permette di respirare sott'acqua, l'Anolis aquaticus ha evoluto una pelle estremamente idrorepellente, condizione che l'aiuta ad intrappolare aria quando s'immerge velocemente. 

Quali lucertole possono respirare sott'acqua?

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Oltre ad Anolis acquaticus, esistono anche altre lucertole inserite nello stesso genere in grado di sopravvivere per diversi minuti sott'acqua. Qualche anno fa, nel 2021, uno studio comparativo di queste specie venne pubblicato dalla rivista Journal of Experimental  Biology, in cui fu evidenziata la prima prova di convergenza evolutiva relativa allo sviluppo della pelle idrofobica necessaria per lo sviluppo della bolla.

Delle sei specie semi-acquatiche che furono considerate in questo studio, quattro vivono attualmente in America Centrale (A. aquaticus, A. lionotus, A. oxylophus e A. poecilopus) mentre due vivono nei Caraibi (A. eugenegrahami, presente sull'isola di Hispaniola, e A. vermiculatus che si trova a Cuba).

Per le loro capacità, tutte queste specie vengono spesso definite "lucertole sub" o "lucertole palombaro".

Come fanno a rimanere sott'acqua senza morire?

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Lo scorso 18 settembre la biologa Lindsey Swierk della Binghamton University ha pubblicato un interessante articolo sulla rivista Biology Letters in cui è riuscita a spiegare il misterioso comportamento acquatico di molte specie del genere Anolis. Come riferimento ha studiato approfonditamente 18 specie ma è indubbio che buona parte dei suoi sforzi sono ricaduti su Anolis acquaticus, che risulta, a detta di molti studiosi, la lucertola meglio adattata alla vita semi acquatica.

Il trucco (finora sconosciuto) per formare le bolle in realtà si è dimostrato molto semplice. Durante le prime fasi dell'immersione, queste lucertole espirano infatti un po' di aria, confidando nel fatto che l'aria tenderà a rimanere adesa alla loro testa, per via dell'idrofobicità delle loro cellule epiteliali. Ciò gli permette di realizzare una forma di caschetto – la bolla, appunto – che gli consentirà di respirare per diversi minuti.

Per rendere ancora più efficace questo sistema, l'Anolis acquaticus compie anche un profondo respiro prima d'immergersi, così da avere sufficiente aria da espirare con cui formare la bolla.

Swierk ha anche scoperto che queste lucertole hanno un'ampia tolleranza all'anidride carbonica, capacità che gli consente di resistere a lungo durante l'apnea. Infine, mentre le lucertole espirano e inspirano, la bolla si espande e collassa, in prossimità delle cavità nasali. I ricercatori credono che questo fenomeno ridistribuisce ulteriormente l'aria sulla superficie del corpo delle lucertole, permettendo di unire le varie bollicine che si sono formate lontane dalla testa in una bolla più grossa.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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