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3 Aprile 2022
9:33

L’ospedale di Lowe, dove un’infermiera in pensione cura i ricci feriti e malati

Sandra Lowe, un'infermiera psichiatrica inglese in pensione di 59 anni, è la fondatrice di Hope for Hedgehogs, santuario dedicato a questi mammiferi feriti o malati. La dottoressa lavora instancabilmente giorno e notte per prendersi cura di questi animali, aiutata dal grande impegno di una ventina di volontari che insieme a lei gestiscono la struttura.

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Dudley è stato abbandonato sul ciglio della strada. Era appena nato e pesava solo 37 grammi. E i suoi occhi erano ancora chiusi. La sua vita si sarebbe fermata lì se non fosse stato trovato da uno sconosciuto ben informato su dove portarlo per farlo curare.

Dudley è un riccio che ora sta benissimo dopo essere stato accudito dalle mani esperte di Sandra Lowe, un'infermiera psichiatrica inglese in pensione di 59 anni, fondatrice e capo medico di Hope for Hedgehogs, santuario dedicato a questi mammiferi feriti o malati.

Lowe si è presa cura di lui per una notte intera, alleviando il dolore e nutrendolo con una siringa ogni due ore. Anche suo marito, John, l’aiutava con le poppate notturne. Ma il riccio era davvero in pessime condizioni e nessuno si aspettava che sopravvivesse. Ma contro ogni previsione, invece, ce l’ha fatta e, dopo poco più di un mese è stato dimesso e rimesso in natura, con un nuovo nome “Big Dudley” per la determinazione avuta nel non voler morire.

Hope for Hedgehogs, come racconta il Guardian, è chiamato da tutti "l’ospedale dei ricci di Lowe". Si trova vicino a Gateshead, nel Regno Unito, e accoglie ricci malati o prematuri in maniera molto accurata. Tanto che Lowe non si vergogna a dire che non va a dormire, finché non è certa che stiano tutti bene.

La dottoressa lavora instancabilmente giorno e notte per il benessere di questi animali, ma a farlo non è da sola: è infatti, sostenuta da una ventina di volontari che insieme a lei gestiscono la struttura e che l'aiutano nei momenti più difficili, come per esempio l'anno scorso quando Lowe è stata ferita da un aculeo di uno dei ricci ed è dovuta essere operata. Guai a dirle, però, che questi mammiferi siano aggressivi: «I ricci sono animali gentili, timidi e solitari» spiega. «E quando succede qualche incidente di questo genere, non è mai intenzionale».

Purtroppo per loro, però, i rischi a cui vanno incontro ogni giorno sono tantissimi: veleni, pesticidi, automobili tutte minacce per la loro sopravvivenza. Tanto che nel 2020, i ricci sono stati aggiunti alla Lista rossa dell'IUCN Unione internazionale per la conservazione della natura dei mammiferi britannici in via di estinzione.

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È anche per questo che Lowe cerca di sensibilizzare e informare tutta la comunità su come trattare bene questi animali e come creare habitat a misura di riccio nei proprio giardini.

L'ospedale è stato fondato nel 2018 personalmente da Lowe quando, la chiusura di un soccorso vicino l’ha convinta a offrire il suo giardino per sostituirlo. La struttura è finanziata interamente dalle donazioni e, occasionalmente, dai risparmi della dottoressa. Prendersi cura dei ricci, infatti, è costoso: c’è da acquistare il cibo, i termofori, ovvero i tappetini riscaldati dove possano dormire alla temperatura giusta, i prodotti per la pulizia e soprattutto i farmaci.

Il ricovero, costituito da un un solo capanno da giardino, ha però da poco ottenuto una donazione importante che Lowe e i volontari useranno per ristrutturarlo e ampliarlo il più possibile in modo da poter accogliere un numero sempre maggiore di animali.

«Mi sento molto fortunata, perché anche se a volte si tratta di un lavoro molto duro, al contempo è davvero gratificante. Attualmente, dei ricci di cui ci prendiamo cura abbiamo una percentuale di successo dell'81 per cento, quindi siamo molto orgogliosi del nostro lavoro. I volontari e io amiamo quello che facciamo qui a Hope for Hedgehogs e la cosa bella è che siamo riusciti a costruire una vera comunità. Per questo, cerchiamo di allargarci ancora, in modo da poter soddisfare le esigenze di tutti gli animali che ne abbiamo bisogno».

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Simona Sirianni
Giornalista
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