L'orso protagonista dell'aggressione dello scorso 5 marzo in Val di Rabbi, in Trentino, si chiama MJ5 e presto verrà catturato e abbattuto. A dichiararlo è il Presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti, durante la conferenza stampa tenutasi a Spormaggiore nella mattinata del 10 marzo.
A rivelare l'identità dell'orso sono state le analisi genetiche svolte presso la fondazione Edmund March. L'animale di 18 anni ed è figlio di Maja e Joze, due dei primi orsi trasferiti in Trentino dalla Slovenia nei primi anni del Duemila nell'ambito del Progetto LifeUrsus.
Era già classificato nei database della Provincia e, secondo quanto affermato da Fugatti, tra il 2006 e il 2022, ha frequentato ampie aree del Trentino occidentale e della Provincia Autonoma di Bolzano restando, per la maggior parte del tempo, nelle Dolomiti di Brenta meridionali.
In seguito all'aggressione ai danni di Alessandro Cicolini, l'orso viene ora ritenuto "problematico" anche se, come sottolineato dallo stesso Fugatti: «Va detto che si tratta di un soggetto che non ha mai dato queste problematiche prima d'ora. Ora, però, rispetto al percorso dal Pacobace, che disciplina le azioni messe in campo dalle autorità della Provincia, si tratta di una fattispecie prevista nei confronti di un orso che ha avuto contatto fisico e non un falso attacco».
Come si legge nella tabella del Pacobace, infatti, al punto 18 viene considerato l'attacco (con contatto fisico) tra i comportamenti che richiedono l'intervento nominato "K", ovvero l'abbattimento.
Lav: «Affibbiata l'etichetta di "orso problematico" dopo 18 anni di pace»
I rilievi effettuati in questi giorni nel luogo dell'incidente hanno dimostrato fin da subito che lo scontro è avvenuto nei pressi di una curva cieca, a causa della quale è stato impossibile, sia per l'orso che per Cicolini, prevedere la presenza dell'altro. «Chiediamo alla Provincia Autonoma di bloccare ogni velleità di uccisione e, invece, limitarsi a radiocollarare l'animale nell'ottica di monitorarlo, come avvenne in passato con JJ4», dichiara a Kodami Massimo Vitturi, responsabile del settore animali selvatici della Lav.
JJ4, infatti, in seguito all'aggressione avvenuta nel giugno del 2020 ai danni di due cacciatori, non ha mai più fatto parlare di sé. «La sua storia dimostra che non tutti gli orsi protagonisti di un'aggressione torneranno a farlo – commenta Vitturi – Non è corretto condannare a morte un animale che per 18 anni di vita non ha mai mostrato alcun comportamento aggressivo. Tra l'altro, secondo il Rapporto Grandi Carnivori del 2019, MJ5 è il secondo orso più anziano del Trentino dopo KJ1».
Vitturi si dice, piuttosto, molto preoccupato per il comportamento di Fugatti: «Il Presidente della Provincia non fa nulla per informare i suoi cittadini, non li educa e non fornisce le informazioni necessarie per sapere come comportarsi in queste situazioni – e continua – Nonostante ciò, in pochi giorni, si dimostra pronto e rapido nell'emettere una condanna a morte per un orso che ha solamente fatto l'orso».
Fugatti: «Informiamo Ispra, ma procederemo comunque»
«Abbiamo informato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e, in seguito, ci aspettiamo un'espressione di Ispra, conforme alla gravità del fatto accaduto. Dopodiché, noi procederemo comunque – ha aggiunto Fugatti – Ci sarà quindi un'azione di cattura del soggetto e, contestualmente, la comunicazione ad Ispra, dove esplicitiamo la nostra intenzione di procedere all'abbattimento».
In seguito al Presidente è intervenuta anche l'Assessore all'Agricoltura, Giulia Zanotelli, la quale ha ribadito la fermezza della posizione della Provincia: «Una volta catturato l'esemplare, verrà munito di radiocollare e verranno svolte le analisi necessarie e per assicurarsi che l'orso che catturiamo è realmente quello che è stato protagonista dell'aggressione in val di Rabbi».
In poche ore, però, il clima in Provincia di Trento si è scaldato e le associazioni attive nell'ambito della tutela animale si stanno rapidamente schierando contro la gestione di Fugatti.
«Procederemo con l'accesso agli atti per comprendere l'esatta dinamica dei fatti. Ci appelliamo al buon senso e al rispetto per la fauna del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che solo una settimana fa evocava il “dovere imprescindibile di tutelare la fauna selvatica e all’obiettività dell’Ispra – commenta in una nota il Presidente di Oipa, Massimo Comparotto – Anche questa volta assistiamo a uno scarico di responsabilità da parte del presidente Fugatti, che in questi anni ha fatto conoscere a tutta l’Italia le sue prassi nei confronti della fauna selvatica che popola la sua terra. La Provincia pensi a prevenire questi episodi, anche informando la cittadinanza e gli escursionisti come ci si comporta in montagna, invece di evocare come sempre catture e abbattimenti».
«MJ5 vittima di una campagna elettorale già iniziata»
Anche Ivana Sandri, presidentessa della sezione Trentina di Enpa, commenta a Kodami: «Prima era stato annunciato che nel caso si trattasse di un orso recidivo, sarebbe stato abbattuto. Poi, alla notizia che si tratta, invece, di un orso che non ha fatto mai male ad una mosca, e che alcuni fattori hanno causato quello che si rivela sempre più un incidente, arriva l'annuncio che MJ5 verrà abbattuto ugualmente – e aggiunge – Il presagio è quello di una stagione di attacco alla biodiversità foriera di enormi passi indietro nella gestione dell'ambiente. Mj5 è la vittima di una campagna elettorale già iniziata, ma noi difenderemo il suo diritto a rimanere libero, e con lui difenderemo il valore della meravigliosa e importante biodiversità del Trentino».
Lav conclude, infine, con una richiesta nei confronti degli uomini della Forestale: «Chiediamo che facciano obiezione di coscienza e non utilizzino le armi su MJ5, ma operino invece con quell'equilibrio e quella ragionevolezza che manca alla politica. Denunceremo chi si permetterà di sparare all'orso, perché l'eventualità è da considerarsi a tutti gli effetti un'uccisione non necessitata, secondo quanto definito nell'Articolo 544 bis del Codice Penale».