È un orso polare che si è appena addormentato un piccolo iceberg alla deriva lo scatto che si è aggiudicato il People's Choice Award del concorso Wildlife Photographer of the Year, la più importante e prestigiosa gara internazionale di fotografia naturalistica, giunta alla sua 59esima edizione. La foto è stata scattata al largo dell'arcipelago delle Svalbard, in Norvegia, dal fotografo Nima Sarikhani, che ha trascorso tre giorni alla ricerca degli orsi a bordo di una nave per realizzare questo magnifico scatto.
Lo scatto intitolato Ice Bed di Sarikhani mostra un giovane maschio che, poco prima di mezzanotte, sotto il sole polare ha prima usato le sue potenti zampe per scavare una fossa su un piccolo iceberg alla deriva, poi si è accucciato per addormentarsi. «Sono davvero onorato di aver vinto il premio People's Choice di quest'anno. Questa fotografia ha suscitato forti emozioni in molti di coloro che l'hanno vista. Ma sebbene il cambiamento climatico sia la sfida più grande che dobbiamo affrontare, spero che questa foto ispiri anche speranza. C'è ancora tempo per sistemare i pasticci che abbiamo causato», ha commentato Sarikhani.
Le isole Svalbard sono tra le più remote al mondo e ospitano una delle 19 popolazioni conosciute di orsi polari. In totale, si stima che nel mare di Barents, parte del mar Glaciale Artico, vi siano circa 3.000 orsi, la maggior parte dei quali si divide tra le Svalbard e le isole artiche russe. I plantigradi si spostano tra le varie isole sfruttando le distese di ghiaccio, che utilizzato da sempre anche per cacciare prede come foche e trichechi. Tuttavia, la stabilità di cui hanno goduto gli orsi per millenni si sta letteralmente sciogliendo.
Le Svalbard si sono riscaldate di 3-5 ⁰C a partire dagli anni 70 e, allo stesso tempo, per cui lo spessore e l'estensione del ghiaccio marino sono diminuiti drasticamente. La perdita del ghiaccio marino rende più difficili gli spostamenti, raggiungere le isole dove di solito scavano le loro tane e, anche se gli scienziati non ne sono del tutto sicuri, significa anche che gli orsi ora devono nuotare per distanze molto più lunghe per cacciare o trovare un partner, un cambio di abitudini molto più dispendioso da un punto di vista energetico.
Anche se la popolazione di orsi polari delle Svalbard sembra numericamente stabile per ora, le condizioni in rapido cambiamento dell’Artico accelerate dalla crisi climatica, fanno sì che questa situazione potrebbe non durare ancora a lungo. Se le temperature continuano ad aumentare, questi animali iconici e tante altre specie che dipendono dal ghiaccio dovranno affrontare nuove e più difficili sfide climatiche e ambientali e non detto che tutti ce la faranno. Lo scatto di Sarikhani rappresenta quindi un vero e proprio manifesto per ciò che dobbiamo difendere e conservare, mostrando sia la bellezza che e la fragilità del nostro pianeta.
La toccante immagine dell'orso polare è però solo una delle quasi 50.000 candidature provenienti da 95 paesi per il Wildlife Photographer of the Year di quest'anno, che mettono in risalto la meraviglia del mondo naturale e il nostro rapporto precario con esso. Altri quattro scatti hanno infatti ricevuto una menzione speciale. C'è una testuggine palustre che "sorride" guardando un libellula posata sul suo naso, uno scatto premiato anche ai divertentissimi Comedy Wildlife Award, e poi due leonesse che coccolano un cucciolo, un gruppo di storni che disegnano un "uccello" nei cieli di Roma e due meduse luminose in un fiordo norvegese.