Juan Carrito è stato avvistato a Roccaraso. Fonti locali fanno sapere a Kodami che ieri «ha attraversato un tratto scoperto nei pressi della stazione ferroviaria di Palena, tra due versanti boscosi».
L'orso era stato notato nei giorni precedenti dai proprietari di una masseria di Rivisondoli, poco distante dal luogo dell'ultimo avvistamento. Un percorso coerente con quello rilevato dai tecnici del Parco della Maiella che hanno rilevato, tramite il collare satellitare, lo spostamento dell’orso verso i territori dei comuni di Pescocostanzo e Rivisondoli e dopo un paio di giorni trascorsi tra i boschi. Fino a stamattina quando l’orso si è fatto vedere nei pressi della Stazione di Roccaraso.
Potrebbe essere l'epilogo definitivo della vicenda del plantigrado più conosciuto d'Italia. Juan Carrito a causa della sua estrema confidenza nei confronti dell'essere umano è stato prelevato dai dintorni di Roccaraso, dove si era stanziato stabilmente, per essere chiuso il 5 marzo all'interno dell'Area faunistica di Palena, seguito dagli esperti del Parco della Maiella.
La captivazione di un esemplare di orso marsicano, sottospecie endemica del nostro Appennino giunta quasi sull'orlo dell'estinzione, è stata letta dalle principali associazioni animaliste del territorio come una sconfitta della comunità umana e di chi le amministra.
In cattività era rimasto però solo pochi giorni, il tempo di attendere le condizioni climatiche adatte per re-introdurlo in natura attraverso la traslocazione, cioè lo spostamento in un'area diversa da quella in cui l'orso è stato prelevato, una vera sfida mai tentata prima in Italia e come tale ricca di incognite, oggi fugate da un post del Parco della Maiella che ne ha decretato il fallimento.
«Se Juan Carrito continua a restare fuori dalle comunità urbane cosi come ha fatto negli ultimi 17 giorni forse non accadrà il peggio. Se però dovesse rientrare a Roccaraso vi si tratterrà, dato che niente li è cambiato e l’immondizia resta a sua disposizione», commenta Stefano Orlandini, presidente dell'associazione Salviamo L'Orso (SLO).
L'Associazione lavora per rendere possibile e sana la convivenza tra orsi ed esseri umani attraverso il progetto della "Comunità a Misura d'Orso", partito dal Nord America e arrivato a Genzana, in Abruzzo. Il progetto si basa su una serie di buone pratiche da attuare per scoraggiare gli orsi dall'entrare in contatto con gli umani, la prima di queste è proprio l'uso di cassonetti speciali progettati per evitare che gli animali possano accedere alle risorse antropiche.
Proprio quello che è successo a Juan Carrito, diventato dipendente dall'abbondanza fornitagli dai rifiuti, secondo gli esperti del Parco della Maiella: «Carrito si alimentava esclusivamente di rifiuti. Non si rivolgeva alle risorse alimenti prodotte da ambienti urbani solo in maniera opportunistica come fanno gli altri orsi. È un'abitudine che va anche al di là di quello che osserviamo negli altri orsi problematici e confidenti».
Ora il futuro dell'orso sarà valutato nell’ambito del tavolo tecnico-istituzionale coordinato dal Ministero per la Transizione Ecologica al quale siedono tutti gli Enti coinvolti nella tutela di Juan Carrito. Tra le prospettive che saranno sul tavolo non è possibile escludere la riduzione in cattività in area faunistica.
«Una prospettiva molto triste – commenta Orlandini – e un danno importante per la popolazione di orso marsicano, la sottospecie più rara del mondo».