Sta bene l’orso marsicano Juan Carrito, nei giorni scorsi al centro di un dibattito dopo alcune indiscrezioni su un suo presunto malore.
Ad aggiornare sulla situazione è stato il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, area protetta in cui si stima vivano circa 50 esemplari di orso bruno marsicano. Juan Carrito, “JR” per gli operatori del parco, nei giorni scorsi era stato trovato in una grotta e sottoposto a visita veterinaria, suscitando timori sul suo stato di salute anche alla luce della diffusione della notizia dell’intervento da parte dei Carabinieri, che inizialmente avevano parlato di un malore.
«La realtà dei fatti è invece diversa – hanno sottolineato dall’ente parco – L'orso si era rifugiato in una grotta dove è stato avvistato da alcuni turisti che hanno allertato i Carabinieri Forestali di Scanno, i quali, a loro volta, hanno chiamato il veterinario del Parco per valutare sul posto la fattibilità della cattura per sostituire il radiocollare, necessaria visto la naturale crescita del giovane orso tra oggi e la data in cui era stato installato il primo radiocollare (maggio 2021). La squadra di cattura è intervenuta, ha svolto tutte le operazioni previste dal protocollo, compresi i prelievi ematici, sostituito il radiocollare e rilasciato l'animale che si è allontanato».
I campioni ematici sono quindi stati inviati all’Istituto Zooprofilattico di Teramo per capire le condizioni generali dell'orso: «Questa mattina i biologici del Parco sono tornati in zona, come di routine, per monitorare l'orso rilevando il buono stato di salute – spiegano dal Parco – È sempre più difficile fare una comunicazione di qualità se bisogna rincorrere anche le false-notizie. Ricordiamo a tutti che uno dei compiti principali del Parco è la tutela di questo meraviglioso plantigrado e la stessa passa anche attraverso un'informazione puntuale e corretta. Anche questo fa parte dell'enorme complessità legata alla gestione degli orsi bruni marsicani. Una complessità che stiamo cercando di raccontare da qualche mese con la storia di JC».
Nei giorni scorsi un’altra notizia sugli orsi marsicani è arrivata dall’Abruzzo, decisamente meno rassicurante: un orso è stato inseguito da un automobilista mentre camminava per le strade di Scanno e costretto a fuggire mentre l’uomo al volante rideva divertito. L’episodio è stato ripreso da un cittadino, che ha poi fatto la segnalazione. E visto che a causa dello stress causato all'animale (specie estremamente protetta, va ricordato) quanto accaduto potrebbe anche essere considerato un reato di maltrattamento animale secondo l'art. 544, il WWF ha annunciato di stare valutando se procedere per vie legali.
La popolazione di orso bruno marsicano
L'orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è una sottospecie di orso bruno (Ursus arctos), diffusa nell’Appennino centrale e con dimensioni ridotte. La popolazione consta ad oggi di circa soli 50 individui che vivono quasi esclusivamente nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe.
La popolazione sembra essere stabile ma, a causa del numero ridotto di femmine riproduttive e l'elevata mortalità, è difficile una ripresa e un aumento numerico degli individui. Spesso inoltre gli orsi si avvicinano alle città, attratti da risorse nutrienti e facilmente accessibili o alla ricerca di rifugio, e la convivenza uomo-orso non è sempre facile e accettata.
Dal 1970 al 2014 sono state rinvenute ben 117 carcasse di orso nell'Appennino centrale, esemplari uccisi principalmente a causa di avvelenamento o colpi di arma da fuoco. L'orso può provocare alcuni danni al patrimonio zootecnico e all'agricoltura, o a volte fa semplicemente paura, nonostante non sia mai stato riportato alcun caso di aggressione.