L’orsa KJ1 è stata abbattuta: questa mattina, la Provincia Autonoma di Trento ha eseguito il decreto firmato nella notte dal presidente Maurizio Fugatti. Una squadra del Corpo Forestale trentino è dunque entrata in azione nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’animale era stato localizzato attraverso il radiocollare. La notizia è stata comunicata ufficialmente dalla Provincia di Trento.
KJ1 era classificata come un esemplare pericoloso secondo la scala del PACOBACE (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali). Anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha confermato la possibilità di rimuovere l’orsa, etichettandola come un individuo ad "alto rischio".
Secondo la nota della Provincia autonoma di Trento, KJ1 è stata responsabile di almeno sette interazioni con l’uomo. L’ultima di queste si è verificata il 16 luglio, quando un turista è stato aggredito dopo un incontro ravvicinato con l’orsa. KJ1 era la femmina più anziana attualmente presente in Trentino, ed era accompagnata da tre cuccioli.
La scelta di abbattere KJ1 non passerà inosservata e genererà un acceso dibattito tra sostenitori e oppositori. Da un lato, c'è chi sostiene che l'abbattimento sia una misura necessaria per garantire la sicurezza pubblica, considerando l’aggressione come un episodio grave che giustifica un intervento drastico. Dall’altro, associazioni e numerosi cittadini si erano opposti fermamente, sottolineando l’importanza di trovare soluzioni alternative.
La vicenda di KJ1 continuerà a tenere banco sull'approccio adottato dalla Provincia per la gestione dei grandi carnivori e sul bilanciamento tra sicurezza pubblica e tutela della fauna. La gestione dei grandi predatori richiede strategie integrate che considerino non solo la sicurezza umana, ma anche la conservazione della specie e il loro ruolo nell’ecosistema.
Dopo 22 anni trascorsi tra i boschi trentini, KJ1 ha finito la sua vita nel più triste dei modi. Ora, la speranza è che i suoi tre cuccioli siano sufficientemente indipendenti da poter raccogliere il testimone lasciato dalla madre e continuare sopravvivere, contribuendo a mantenere viva la popolazione dei plantigradi e la memoria di KJ1.